Riforma previdenziale forense in vigore dal 2025  Redazione - 04/10/24  |  Il ruolo degli avvocati nell'era dell'intelligenza artificiale: opportunità o minaccia? Roberto Cataldi - 30/09/24  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  Annullate multe over50: la prima sentenza United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 26/03/23  |  

Addio agli stipendi in contanti: le novità approvate

La proposta di legge che prevede la tracciabilità delle retribuzioni è stata approvata dalla Camera e ora sbarca in Senato per il sì definitivo


di Valeria Zeppilli – La lotta contro gli stipendi troppo bassi è giunta a un punto di svolta molto importante: la Camera ha infatti approvato la proposta di legge (qui sotto allegata) che prevede la tracciabilità delle retribuzioni e che ora passa, quindi, all'esame del Senato.

Stipendi: addio al contante

In particolare, il Ddl prevede che i datori di lavoro e i committenti non potranno più retribuire i lavoratori facendo ricorso al contante, ma dovranno necessariamente utilizzare i bonifici, gli assegni o le disposizioni di pagamento fatte alle banche o alle poste.

In tal modo, si dovrebbe riuscire a scongiurare la pratica di alcune aziende di corrispondere ai lavoratori delle somme inferiori ai minimi previsti dai contratti collettivi utilizzando i contanti e pretendendo la firma delle buste paga a importo pieno dietro minaccia di licenziamento.

Busta paga: la firma non fa prova

Proprio con riferimento a tale ultimo aspetto, il disegno di legge afferma espressamente che la sottoscrizione della busta paga da parte del lavoratore non costituisce una prova del fatto che la retribuzione sia stata pagata e sia stata pagata integralmente.

Leggi anche: Addio buste paga false: arriva la legge

Meno obblighi per il datore

Rispetto alla precedente versione del Ddl, la Camera ha tuttavia varato un testo che risulta meno gravoso per il datore di lavoro.

Infatti, è scomparso l'obbligo di inserire nella comunicazione obbligatoria al centro per l'impiego gli estremi dell'istituto bancario o dell'ufficio postale cui è affidato il pagamento della retribuzione o una loro dichiarazione che attesta l'attivazione del canale di pagamento a favore del lavoratore. Conseguentemente viene meno anche la sanzione ipotizzata per l'omessa comunicazione, che nella precedente versione del disegno di legge era quella della sanzione amministrativa pecuniaria pari a 500 euro.

Data: 17/11/2017 11:58:00
Autore: Valeria Zeppilli