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Sanità: i cambiamenti dopo la riforma Lorenzin

Le novità della riforma della sanità operata dal ddl Lorenzin approvato definitivamente dal Senato nei giorni scorsi


di Marina Crisafi - Il ddl Lorenzin approvato definitivamente dal Senato nei giorni scorsi dopo quasi 5 anni di iter parlamentare rappresenta una importante riforma per la sanità, introducendo misure che riguardano oltre 1 milione di professionisti e incidendo sia sul fronte del riordino delle professioni sanitarie che in materia di sperimentazione clinica di medicinali.

Nello specifico, il ddl, oltre a prevedere nuove norme sulle sperimentazioni cliniche, sulla medicina di genere e pene più severe per l'abusivismo sanitario (e in genere), affronta dopo 70 anni la riforma degli ordini professionali sanitari, attraverso il riconoscimento di nuove professioni (come quella dell'osteopata) e istituendo nuovi ordini professionali (tra cui quello di infermieri e ostetriche).

Ecco le principali novità del ddl Lorenzin (sotto allegato):

Riordino delle professioni sanitarie

La nuova legge riordina innanzitutto la disciplina degli ordini delle professioni sanitarie, trasformando, spiega il dicastero della salute, "gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in ordini delle medesime professioni e relative federazioni nazionali".

Per cui, agli ordini già esistenti dei medici-chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti, si aggiungono quelli: delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Al contempo, viene ridelineata la disciplina del funzionamento interno degli ordini (che risale al 1946), attraverso disposizioni che ne migliorano la funzionalità, chiariscono i compiti svolti, "valorizzandone, in particolare, il rilievo pubblico e la funzione deontologica, oltre che a favorire la partecipazione interna da parte degli iscritti".

Nascono nuove professioni sanitarie

Il testo riscrive la procedura per il riconoscimento di nuove professioni sanitarie, stabilendo un "sistema potenzialmente aperto", previo parere tecnico scientifico del Consiglio superiore di Sanità e accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.

In particolare, viene fissato un percorso semplificato per osteopati e chiropratici, individuati per legge, "mentre il percorso per il definitivo riconoscimento passa attraverso l'accordo in Conferenza che definirà l'ambito di attività, le funzioni, i criteri di valutazione dell'esperienza professionale nonché quelli per il riconoscimento dei titoli equipollenti connessi a tali professioni".

L'ordinamento didattico della formazione universitaria sarà definito con decreto del Miur (di concerto con quello della salute).

Riordino professione chimici, fisici, biologi e psicologi

La norma trasferisce la vigilanza sulle professioni di chimici, fisici, biologi e psicologi, e relativi ordini, dal ministero della Giustizia a quello della salute e fa sì che anche alle stesse si applichino le novità sul funzionamento interno degli ordini.

Stretta sull'abuso delle professioni sanitarie

La nuova legge interviene sul reato di esercizio abusivo delle professioni, modificando l'art. 348 del codice penale e inserendo un'aggravante quando il delitto riguarda una professione sanitaria. Viene prevista, inoltre, in tali ipotesi la confisca obbligatoria dei beni usati per commettere il reato e laddove si tratti di beni immobili, ne dispone il trasferimento al patrimonio del comune per finalità sociali e assistenziali.

Viene inserita anche una circostanza aggravante (art. 61 c.p.) per i reati commessi contro persone ricoverate presso strutture sanitarie o strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali, sia pubbliche che private, ovvero strutture socioeducative.

Modifica disciplina dirigenti sanitari

Viene modificata, altresì, la disciplina vigente relativamente alla dirigenza sanitaria del ministero della salute, attraverso l'istituzione, da un lato, di un unico livello del ruolo, e, dall'altro, l'estensione degli istituti giuridici ed economici previsti per la dirigenza del Ssn.

Sperimentazione clinica dei medicinali

Sul fronte sperimentazione clinica, l'Italia si adegua alla normativa europea (Regolamento UE 536/2014) prevedendo il riordino e la riduzione dei comitati etici esistenti. Viene istituito, infatti, un Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici territoriali per le sperimentazioni cliniche sui medicinali per uso umano e sui dispositivi medici, "con funzioni di coordinamento, indirizzo e monitoraggio delle attività di valutazione degli aspetti etici relativi alle sperimentazioni".

Un decreto ministeriale fisserà un tetto di 40 comitati etici territoriali (oltre ai 100 esistenti), di cui almeno uno per ogni regione e tre comitati a valenza nazionale, di cui uno riservato alla sperimentazione in ambito pediatrico.

Data: 02/01/2018 17:30:00
Autore: Marina Crisafi