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Assunzioni giovani: il bonus lavoro è portabile

Il bonus introdotto dalla legge di bilancio 2018 per le assunzioni giovanili potrà essere utilizzato (per il residuo) anche da altri datori di lavoro


di Gabriella Lax - Arrivano con la nuova manovra di bilancio le misure per promuovere l'occupazione giovanile stabile.

Da inizio anno è in vigore il pacchetto di incentivi che hanno l'obiettivo di agevolare l'occupazione giovanile, grazie agli aiuti per le aziende che assumono.

Introducono alcune novità rispetto a quelle in vigore lo scorso anno e potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro.

Metà contributi per 3 anni

In generale, i datori di lavoro potranno beneficiare della i una riduzione del 50% dei contributi previdenziali a loro carico, per un periodo massimo di tre anni (36 mesi), nel caso di rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La decontribuzione arriva al 100% per l'assunzione di studenti che hanno svolto un periodo di alternanza scuola lavoro o di apprendistato presso l'azienda.

Che cos'è il bonus lavoro portabile?

Come ricorda il Sole 24 Ore, le riduzioni per stabilizzare giovani, del 50% per tre anni, fino alla soglia di 3mila euro l'anno, diventano un bonus lavoro "portabile", nel senso che i "residui" potranno essere utilizzati anche da altri datori privati che assumono a tempo indeterminato lo stesso soggetto. E' al vaglio una procedura più snella perché l'impresa possa godere dello sgravio nel momento in cui è riconosciuto.

Nello specifico, il requisito di legge dell'assenza di "precedenti rapporti stabili" per usufruire dell'incentivo, sarà validato dall'Inps nel momento in cui è inoltrata la domanda. Servirà il codice fiscale del lavoratore, e gli archivi dell'Inps diranno all'azienda se l'interessato ha avuto o meno precedenti contratti a tempo indeterminato; se la risposta è negativa, si potrà usufruire dell'agevolazione.

Si cerca di porre rimedio agli inconvenienti insorti con gli incentivi 2015 e 2016. In quel caso era il soggetto interessato a certificare di non aver avuto precedenti rapporti d'impiego nei 6 mesi precedenti l'assunzione; per questo, dopo le verifiche Inps, a troppe aziende era stato chiesto indietro l'esonero ottenuto poichè illegittimo. La soluzione attualmente al vaglio per ovviare al problema, è che l'Inps, con il codice fiscale della persona possa controllare l'assenza di pregressi contratti stabili. A seguire verrà stabilita l'ampiezza dello sgravio. Lo stesso Istituto di previdenza avrà un "contatore" che indicherà i mesi di bonus goduti.

Contro le fregature dei "licenziamenti facili", inoltre, l'impresa, per avere l'incentivo, non dovrà aver fatto licenziamenti nella medesima unità produttiva sei mesi prima, e non potrà licenziare il neoassunto sei mesi dopo (o un lavoratore impiegato con la medesima qualifica nella stessa unità produttiva).

Data: 27/01/2018 07:43:00
Autore: Gabriella Lax