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Elezioni 4 marzo: guida pratica al voto

Una breve guida pratica per arrivare preparati alle urne il prossimo 4 marzo


di Valeria Zeppilli – Le elezioni indette per il prossimo 4 marzo per la prima volta stabiliranno la nuova composizione di Camera e Senato in forza della nuova legge elettorale, il cd. Rosatellum-bis.

Cosa prevede il Rosatellum-bis

Tale legge prevede, nel dettaglio, un sistema misto maggioritario-proporzionale con 232 collegi uninominali con il maggioritario e 386 collegi plurinominali con il proporzionale per la Camera e 116 collegi uninominali con il maggioritario e 193 collegi plurinominali con il proporzionale per il Senato. Ogni seggio avrà il proprio vincitore.

I deputati e i senatori eletti nella circoscrizione estero, infine, saranno 18 (12 seggi per la Camera e 6 per il Senato).

Chi viene eletto

L'assegnazione dei seggi avviene nel seguente modo: nei collegi uninominali l'assegnazione spetta al candidato che ha ottenuto un maggior numero di voti, mentre nei collegi plurinominali il riparto è fatto con metodo proporzionale a livello nazionale tra le coalizioni di liste e le liste che hanno superato le soglie di sbarramento.

A tal proposito va detto che il Rosatellum-bis prevede (posto che i partiti possono presentarsi da soli o in coalizione) uno sbarramento al 3% per le liste singole e uno sbarramento al 10% per le coalizioni (ai fini del quale non si computano tuttavia i voti dei partiti che non hanno superato la soglia dell'1%).

Se una lista fa parte di una coalizione ma non raggiunge il 3%, i voti che ha ricevuto confluiscono in quelli del partito prevalente dell'alleanza.

Se un deputato è eletto in più collegi plurinominali, il collegio nel quale sarà proclamato è quello in cui la sua lista ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio, mentre se è eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali sarà proclamato nel collegio uninominale.

Infine va detto che il candidato che verrà eletto in un collegio maggioritario manterrà il suo seggio anche se appartiene a un partito escluso dalla ripartizione proporzionale.

Quote di genere e altri aspetti della legge elettorale

Per avere un quadro completo della legge elettorale, occorre poi considerare che per la Camera la ripartizione dei seggi tra le liste nei collegi proporzionali avviene su base nazionale, mentre per il Senato è fatta su base regionale.

Le pluricandidature nei collegi plurinominali potranno essere al massimo cinque.

Infine nei collegi uninominali nessuno dei due generi potrà essere rappresentato in misura superiore al 60% e la stessa quota massima va rispettata anche a livello regionale per i collegi plurinominali.

Come si vota

Operativamente, gli elettori avranno a disposizione una sola scheda (rosa) per la Camera e, se hanno più di 25 anni, una scheda (gialla) per il Senato. In Lombardia e Lazio i cittadini riceveranno anche una terza scheda per le regionali.

Come è fatta la scheda elettorale

Lasciando da parte le elezioni regionali, ogni scheda elettorale sarà divisa in più aree, ognuna corrispondente a un partito o a una coalizione. In ciascuna area sarà poi inserito un rettangolo con il nome del candidato di partito o di coalizione nel collegio uninominale del luogo di residenza, sotto al quale saranno riportati, poi, uno o più simboli di partiti accanto ai quali sono indicati i nomi dei candidati del partito per il collegio proporzionale.

Come compilare la scheda elettorale

Per ogni scheda, l'elettore potrà quindi esprimere (tracciando come di consueto una x) al massimo due voti: uno per il candidato nel collegio uninominale e uno per uno dei partiti che lo sostengono.

Ciò vuol dire che è anche possibile che il partito preferito dall'elettore non abbia un proprio candidato nel collegio uninominale ma sostenga il candidato di un altro partito della coalizione.

Non sono previste preferenze, con la conseguenza che i listini presentati dai partiti sono bloccati e non è possibile barrare con una x sia il partito che il nome di uno dei candidati nel collegio proporzionale. La lista dei nomi, insomma, è solo un'informazione in più.

Non è possibile, poi, neanche il voto disgiunto, con la conseguenza che non si potrà scegliere il candidato del collegio uninominale e poi votare una lista di una coalizione differente, pena l'annullamento della scheda.

È invece ammesso decidere di esprimere un solo voto e quindi, o votare solo il candidato del collegio uninominale o votare solo uno dei partiti indicati nella parte della scheda elettorale relativa ai collegi proporzionali. Nel primo caso, il voto, insieme agli altri dello stesso tipo, viene distribuito tra le liste che appoggiano quel candidato in proporzione ai voti che ciascuna delle liste ha ottenuto nelle diverse sezioni del collegio uninominale; nel secondo caso il voto si estende automaticamente anche al candidato del collegio uninominale che è sostenuto dal partito prescelto.

Ripartizione dei seggi

All'esito delle elezioni, i seggi saranno così ripartiti:

In breve, votare è semplicissimo.
Su ognuna delle due schede possono essere apposte al massimo due X: una per il candidato all'uninominale, l'altra sul simbolo del partito prescelto per il proporzionale.
Non è ammesso il voto disgiunto (uninominale di un partito e proporzionale di un altro partito / coalizione) e non sono possibili le preferenze (i nomi accanto ai simboli dei partiti nella parte proporzionale sono inseriti solo per dare un'informazione in più agli elettori).
Se si barra solo sul simbolo del partito, il voto si estende al candidato per l'uninominale appoggiato dal partito prescelto. Per non complicarsi la vita, si potrà quindi scegliere di barrare solo il proprio partito preferito.
Le schede, per i maggiori di venticinque anni, sono due: una per la camera e una per il senato.

Data: 05/02/2018 18:00:00
Autore: Valeria Zeppilli