Bonus mamma anche alle straniere con permesso di soggiorno breve
L'INPS recepisce l'estensione della platea dei beneficiari imposta dall'ordinanza del Tribunale di Milano anche alle mamme con permesso di soggiorno breve
di Lucia Izzo - Anche le mamme straniere che si trovano in Italia con permesso di soggiorno solo di breve durata potranno beneficiare del "bonus mamma domani", ovverosia del premio di 800 euro per la nascita o l'adozione di un minore di cui all'articolo 1, comma 353, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di Stabilità 2017).
Lo ha stabilito l'INPS nel messaggio n. 661 del 13/2/2018 (qui sotto allegato) che ha così ampliato la platea dei beneficiari a seguito dell'ordinanza del Tribunale di Milano del 12 dicembre 2017 con cui era stato chiesto potersi assegnare il bonus anche alle donne che hanno un permesso di soggiorno "breve" (per approfondimenti: Il permesso di soggiorno), inizialmente escluse
Il messaggio prevede, sostanzialmente, l'estensione del beneficio "a tutte le future madri regolarmente presenti in Italia che ne facciano domanda e che si trovino nelle condizioni giuridico-fattuali previste dall'art. 1 comma 353 della L. n. 232 del 2016" (per approfondimenti: Bonus nascita: dal 4 maggio le domande per gli 800 euro)
Un'estensione che, secondo il presidente dell'INPS, Tito Boeri, avrà un costo stimato di 18 milioni di euro, essendo le nascite da donne straniere circa il 5% del totale (24.500).
L'ordinanza del Tribunale di Milano
Nel suo provvedimento, infatti, il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso dell'APN, ASGI e Fondazione Giulio Piccini (per approfondimenti: Bonus mamma: l'Inps discrimina le straniere, la denuncia dell'Asgi) contro INPS e, in particolare, contro le circolari dell'istituto in materia di "Premio alla nascita" (nn. 39/2017, 61/2017 e 78/2017).
Veniva censurata la parte in cui tali provvedimenti avevano di fatto limitato l'accesso al predetto beneficio economico ad alcune categorie di donne straniere e precisamente alle donne titolari del permesso di soggiorno UE per soggiornante di lungo periodo (art. 9 del d.lgs. n. 286/1998), della carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente (artt. 10 e 17 d.lgs. n. 30/2007).
Il citato provvedimento ha ordinato all'INPS di eliminare la condotta discriminatoria attraverso l'estensione del beneficio assistenziale denominato "premio alla nascita" (per approfondimenti: Bonus Mamma domani: spetta per ogni figlio) a tutte le future madri regolarmente presenti in Italia che ne facciano domanda e che si trovino nelle condizioni giuridico-fattuali previste dall'art. 1 comma 353 della L. n. 232 del 2016", procedendo alla pubblicizzazione dell'ampliamento del novero dei beneficiari "attraverso la pubblicazione di una nota informativa sulla home page del proprio sito internet".
INPS: bonus mamme anche alle donne con permesso di soggiorno breve
Il suddetto messaggio INPS, fornendo le prime istruzioni per l'estensione del beneficio, segna l'inizio di un percorso volto all'ottemperanza dell'ordinanza resa dal Tribunale. In tal senso, precisa l'Istituto, è stata già implementata la procedura di presentazione telematica delle domanda.
Le domande di premio alla nascita presentate dalle donne straniere regolarmente presenti in Italia, in precedenza respinte, saranno oggetto di riesame che verrà effettuato su istanza della richiedente da presentarsi alla Struttura territoriale competente utilizzando l'apposito modello predisposto dall'Istituto (qui sotto allegato).
La struttura territorialmente competente valuterà, in base alla citata Ordinanza, la sussistenza dei requisiti sia con riferimento alla regolare presenza in Italia sia con riferimento agli altri requisiti giuridico-fattuali richiesti dalla legge.
Sempre in ottemperanza al disposto dell'ordinanza, l'INPS ha pubblicato una nuova scheda informativa ed una news sull'Home page del sito dell'Istituto, finalizzata a pubblicizzare l'ampliamento del novero dei beneficiari.
Attenzione però all'importante postilla con cui si conclude il messaggio: i premi verranno corrisposti con riserva di ripetizione se, all'esito del giudizio di impugnazione del citato provvedimento giudiziale da parte dell'Istituto, emergerà un diverso orientamento giurisprudenziale.
In sostanza, nonostante gli 800 euro potranno essere al momento erogati, in caso di accoglimento del ricorso dell'INPS contro l'ordinanza del Tribunale e di una pronuncia che ribalti l'esito iniziale, l'Istituto potrà giungere al punto di richiedere indietro le somme versate. Bisognerà, dunque, attendere il verdetto della Corte d'Appello di Milano atteso per il prossimo 22 marzo.
I tempi della giustizia dovrebbero tuttavia venir incontro alle interessate ed evitare questo meccanismo di erogazione/rimborso, poiché è improbabile che entro tale data si abbiano già i primi versamenti alle mamme.
Autore: Lucia Izzo