- Quello dell'assegnazione temporanea del pubblico dipendente è un tema trattato diverse volte e da diverse prospettive, sempre con l'intento di chiarire la portata dell'importante disposizione normativa posta a
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Il caso
Oggi approfittiamo di una recente sentenza della Terza Sezione del Tar Lombardia, la n. 644 del 6 marzo 2018, per proseguire il dibattito e cercare di capire quando è giusto e coerente che l'amministrazione, specie quella militare, neghi l'assegnazione temporanea per tre anni e quando invece, negandola, finisce per violare il precetto posto dall'art. 42 bis d. lgs. n. 151/01 aggiornato dalla Legge n. 124/2015.
Cosa chiede il dipendente
Ora, nella pratica, accade che a seguito della nascita di un figlio, il dipendente presenti l'istanza chiedendo di essere assegnato ad altro reparto, vicino alla sede ove il coniuge svolge la propria attività lavorativa.
L'intento è solo uno: ricongiungersi alla famiglia e prendersi cura del figlio in tenerà età, in una situazione dove entrambi i genitori sono impegnati in attività lavorativa.
Cosa fa l'amministrazione
Spesso si verifica però che l'amministrazione respinge a priori la richiesta, indicando come motivazione l'esigenza di servizio ostativa all'assegnazione temporanea, a sua volta condizionata, ad esempio, dalla complessità dell'attività di istituto nell'area regionale dove è impiegato l'interessato, oppure dalla carenza di effettivi nei ruoli, o ancora dal notevole disavanzo di personale nell'area provinciale o regionale.
5 cose da sapere per opporsi al "no" dell'amministrazione
Cosa fare in una situazione del genere e, soprattutto, quali cosa bisogna sapere prima di decidere se presentare un ricorso?
Ebbene, le cose principali da sapere prima di decidere se opporsi alla scelta dell'amministrazione di appartenenza, nel caso non dia il consenso, sono le seguenti:
1) la norma esaminata si applica ai dipendenti di tutte le amministrazioni dello Stato, anche al personale delle Forze di Polizia,
2) la norma ha lo scopo di proteggere valori di rilievo costituzionale, come la tutela del minore in tenera età,
3) l'eventuale dissenso amministrativo deve essere motivato e limitato a casi o esigenze eccezionali,
4) le ordinarie esigenze di servizio, per quanto importanti e critiche per l'amministrazione di appartenenza, non possono ostacolare il riconoscimento del beneficio dell'assegnazione temporanea del dipendente,
5) l'amministrazione, quando accorda il beneficio (o quando successivamente viene stabilito dal Tribunale a seguito di ricorso), può sopperire alla carenza momentanea dell'unità di personale trasferita utilizzando altri istituti.
In pratica
L'assegnazione temporanea disciplinata da questa norma non crea uno scompenso così grande per l'organizzazione dell'amministrazione, mentre permette la piena tutela della famiglia in una fase delicatissima quale è quella con presenza di un figlio in tenera età.
In ogni caso, si tratta solo di uno spostamento temporaneo del dipendente.
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