Niente mantenimento all'ex marito capace di lavorare
La Cassazione nega l'esborso confermando la rilevanza del bagaglio professionale e la capacità di svolgere attività lavorativa
di Lucia Izzo - Va negato l'assegno di mantenimento all'ex marito se sono accertate la sua esperienze professionali e la capacità di svolgere attività lavorativa.
Tanto si desume dall'ordinanza n. 15166/2018 (qui sotto allegata) con cui la Corte di Cassazione, sesta sezione civile, si è pronunciata sul ricorso di un ex marito.
A essere impugnata in sede di legittimità è la sentenza con cui la Corte d'Appello, in parziale riforma della pronuncia di separazione personale dei coniugi, aveva escluso che il marito avesse diritto all'assegno di mantenimento e lo aveva condannato al pagamento dei due terzi delle spese di lite.
Niente mantenimento all'ex con esperienza e capace di lavorare
Una conclusione che, nonostante il gravame proposto dallo stesso marito, viene accolta anche in Cassazione. Nel dettaglio, gli Ermellini rimarcano come l'esborso nei suoi confronti fosse stato negato in base alla ritenuta sua possibilità di svolgere attività lavorativa, in particolare essendo acclarata l'esperienza pluriennale dell'uomo nel capo delle investigazioni private.
La rilevanza del suo bagaglio professionale e della sua capacità di lavorare è frutto, sottolineani giudici, di una valutazione di fatto che è incensurabile in sede di legittimità ed è idonea, già da sola, a sorreggere la conclusione.
La Cassazione, infatti, rammenta come l'apprezzamento dei presupposti per il riconoscimento dell'assegno di mantenimento, in sede di suo accertamento ed eventualmente la sua graduazione nel tempo, costituisce prerogativa del giudice del merito e non soggiace alla necessità di deduzione di fatti sopravvenuti che ne consentono la revisione.
Il ricorso va dunque rigettato e il ricorrente condannato anche al pagamento delle spese di lite.
Autore: Lucia Izzo