Lavoro: impronte digitali per contrastare i "furbetti del cartellino"
CGIL, CISL e UIL contestano le proposte del neo ministro (o sceriffo?) della Funzione Pubblica Giulia Bongiorno che promette guerra all'odioso fenomeno dell'assenteismo
di Lucia Izzo - Il neo ministro della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, dichiara guerra ai "furbetti del cartellino" e promette di introdurre misure particolarmente rigide per combattere il "fenomeno odioso" dell'assenteismo nella Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, ad aver raccolto le critiche dei sindacati e dei dipendenti pubblici, sono stati i rimedi che il ministro, in occasione di un'intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato di voler introdurre, ovvero valutazioni degli utenti contro i raccomandati, leggi "più chiare e liberali" contro i corrotti, sopralluoghi a sorpresa "non punitivi" ovvero "ispezioni a campione con pool di esperti" (ispettori e specialisti di modelli organizzativi).
"Se troverò disservizi causati da difficoltà oggettive", ha chiarito il ministro "aiuteremo a colmare le lacune. Ma se emergessero inerzie saremo inflessibili". E allo scopo di prevenire l'assenteismo Bongiorno suggerisce "rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri". In poche parole impronte digitali per i dipendenti statali.
Intenzioni che, se confermate in una proposta di legge, avranno un impatto decisivo e potrebbero segnare una svolta radicale rispetto alla precedente "riforma Madia". Tuttavia, le idee del ministro non sembrano trovare il supporto né delle associazione e dei sindacati, né degli stessi dipendenti pubblici.
"Ministro o sceriffo?" L'ira di Cgil
"Lanciamo una sfida alla ministra", ha commentato la segretaria generale della FP Cgil, Serena Sorrentino, in una nota: "faccia un giro per gli uffici pubblici e dopo che è stata in un pronto soccorso, in un asilo comunale, in una centrale operativa dei Vigili del Fuoco, ad uno sportello dell'Inps o a seguito di un ispettore del ministero del Lavoro in un cantiere o di un notificatore dell'Agenzia delle Entrate, ne riparliamo".
"Sembra che il ministro abbia una qualche incertezza sui processi che deve governare e la spari grossa per colpire l'opinione pubblica" ha soggiunto, evidenziando anche come la riforma della valutazione della performance individuale e collettiva, "quella che il Ministro chiama lotta ai raccomandati", c'è già stata qualche mese e vale per dirigenti e dipendenti e prevede già il coinvolgimento dei cittadini e "a lei tocca attuarla".
"Quanto all'identificazione biometrica e ai blitz", continua Sorrentino, "consiglierei al Ministro di rendersi prima conto di quali sono i problemi che incidono sull'efficacia della P.a., che sono il sotto organico, le poche risorse, l'assenza di formazione e aggiornamento e di mezzi adeguati".
"Siamo tutti interessati a colpire i furbetti e chi non fa appieno il proprio lavoro – ha continuato Sorrentino - ma sono una sparuta minoranza e dietro questa retorica di colpire chi lavora, generalizzando alcuni aspetti patologici, si offende la dignità di chi ogni giorno svolge il suo lavoro con onestà e dedizione per la collettività, sottopagato e con carichi di lavoro insopportabili.".
D'altronde, prosegue la segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil, "é interesse prima dei lavoratori contrastare gli abusi, infatti spesso sono gli stessi delegati sindacali a denunciare le cose che non funzionano, scontrandosi con gli interessi della politica e della scarsa incidenza della dirigenza. Lavorare meglio e dare servizi di qualità ai cittadini sono interessi che dovrebbero vedere 'alleati' lavoratori e amministrazioni e invece l'approccio che si affaccia sembra quello repressivo e punitivo".
Impronte digitali nella P.A.: le critiche di Uil e Cisl
Anche Uil non è rimata in silenzio di fronte alla proposta del ministro: "Evidentemente Bongiorno mirava all'audience", ha commentato il segretario confederale, Antonio Foccillo. "Ha cominciato come tutti gli altri governi: con un attacco in negativo nei confronti dei pubblici dipendenti. Ripetiamo il solito cliché, che sono tutti cattivi. Dov'è il cambiamento?", ha soggiunto.
Ancora, ha proseguito Foccillo, "Che ci sia un'esigenza di intervenire per ridurre le cause che creano inefficienza è vero ma è ormai talmente marginale il comportamento negativo dei dipendenti pubblici che sarebbe più importante valorizzare il restante 99%, quello sano. Non so come vengano fuori sempre gli stessi argomenti per ogni ministro che debutti: forse c'è qualcuno che li suggerisce o preferiscono fare audience".
Più cauto, invece, il segretario generale Cisl FP, Maurizio Petriccioli: "siamo pronti ad aprire un negoziato con il Ministro Bongiorno per aprire un tavolo di confronto con il Governo e avviare davvero quel 'cambiamento' auspicato con il voto del 4 marzo", ha spiegato in una nota.
"Nonostante la lunga digressione sui cosiddetti 'furbetti' della Pa - prosegue - siamo sicuri che la risoluzione dei problemi di un settore da 3,2 milioni di lavoratrici e lavoratori, per il Ministro non si riduca all'intento, pur meritevole, di perseguire un'esigua minoranza di persone che non fa il proprio dovere. Come Cisl FP auspichiamo che al centro dell'agenda del Ministro vi siano, in primo luogo, i problemi che gli operatori affrontano ogni giorno nell'erogazione di importanti servizi pubblici ai cittadini e alle imprese".
Data: 27/06/2018 16:17:00Autore: Lucia Izzo