Governo: via libera al decreto dignità
di Marina Crisafi - Come annunciato oggi dal vicepremier Di Maio, è stato appena approvato dal Consiglio dei Ministri, riunito questa sera, il decreto dignità. E' quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi, con il Cdm terminato da meno di mezz'ora.
"Licenziamo il Jobs Act", affermano fonti di governo anticipando alcuni dei punti contenuti nel provvedimento, tra cui tutele per i lavoratori interinali uguali a quelle degli altri lavoratori.
Ecco i contenuti principali del decreto legge:
Contratti a termine limitati
Il dl approvato, recante "Misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese", mira in particolare, si legge nel comunicato di palazzo Chigi, "a limitare l'utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato". Il fine è ridurre il lavoro precario, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. Si prevede, dunque, che, "fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l'eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate". In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l'utilizzo di forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l'aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione.
Stretta sulla delocalizzazione
Confermate anche le misure contro la delocalizzazione per le imprese che hanno ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia.
Stop alla pubblicità su giochi e scommesse
Nel provvedimento trovano conferma anche le misure di contrasto al grave fenomeno della ludopatia, grazie al divieto della pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro.
Addio split payment
Sotto il profilo fiscale, il "pacchetto" delle misure comprende una revisione del "redditometro in chiave di contrasto all'economia sommersa, il rinvio della prossima scadenza per l'invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto "spesometro"), nonché l'abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto".
Le nuove norme prevedono, innanzitutto, che il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull'anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre, si prevede che il Ministero dell'economia e delle finanze possa emanare un nuovo decreto in merito dopo aver sentito l'ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Con specifico riferimento alle comunicazioni dei dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018, infine, si interviene prevedendo che gli stessi possono essere trasmessi telematicamente all'Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre.
Data: 02/07/2018 23:00:00
Autore: Marina Crisafi