Assegno di divorzio: la proposta in Parlamento
di Redazione – Stabilire con chiarezza i criteri utili per valutare gli assegni divorzili: con questo obiettivo nasce la proposta di legge di iniziativa della deputata Morani che persegue l'intento di positivizzare i principi espressi dalle più recenti pronunce giurisprudenziali sul punto. Sul tema, dopo l'intervento della Cassazione (leggi Assegno divorzio: i nuovi criteri della Cassazione e Divorzio: la Cassazione dice addio al tenore di vita), si era già tentato di intervenire nella scorsa legislatura ma senza esito positivo (leggi Assegno divorzio: arriva la riforma. Intervista alla presidente della commissione giustizia Donatella Ferranti).
Il nuovo ddl (sotto allegato) è stato assegnato alla commissione giustizia e l'esame del provvedimento dovrebbe iniziare già a settembre.
- Finalità dell'assegno
- Criteri per l'assegno divorzile
- Durata dell'assegno
- Casi di esclusione dell'assegno
Finalità dell'assegno
L'assegno divorzile assume una nuova veste già a partire dall'enunciazione espressa delle sue finalità.
Con la riscrittura del sesto comma dell'articolo 5 della legge numero 898/1970, infatti, la proposta di legge individua lo scopo di tale emolumento nel riequilibrare, per quanto possibile, "la disparità che lo scioglimento o la cessazione degli effetti del matrimonio crea nelle condizioni di vita rispettive dei coniugi".
Criteri per l'assegno divorzile
Vengono quindi individuati in maniera specifica i criteri che il giudice dovrà utilizzare nel valutare l'attribuzione dell'assegno.
Nel dettaglio, in rapporto alla durata del matrimonio, vanno considerati:
- le condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio;
- il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune;
- il patrimonio e il reddito di entrambi;
- la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive, anche in considerazione della mancanza di un'adeguata formazione professionale o di esperienza lavorativa, quale conseguenza dell'adempimento dei doveri coniugali, nel corso della vita matrimoniale;
- l'impegno di cura di figli comuni minori, disabili o comunque non economicamente indipendenti;
- il comportamento complessivamente tenuto da ciascuno in ordine al venir meno della comunione spirituale e materiale.
Durata dell'assegno
La proposta di legge prevede inoltre che in alcuni casi il giudice, sempre tenuto conto di tutti i predetti criteri, può predeterminare la durata dell'assegno, circoscrivendo quindi la sua corresponsione nel tempo.
Si tratta in particolare delle ipotesi in cui la ridotta capacità reddituale del richiedente sia dovuta a ragioni contingenti o comunque superabili.
Casi di esclusione dell'assegno
Il testo attualmente in parlamento, infine, chiarisce anche che l'assegno divorzile cessa di essere dovuto nel caso di nuove nozze, di unione civile con un'altra persona o di una stabile convivenza del richiedente, precisando che l'obbligo non sorge nuovamente a seguito di separazione, di scioglimento dell'unione civile o di cessazione della convivenza.
Data: 23/08/2018 07:00:00Autore: Redazione