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Immigrati: la proposta Ue di 6mila euro e le repliche

Dura reazione del ministro agli interni Salvini alla misura europea per finanziare, con 6mila per ogni migrante salvato nel Mediterraneo, gli Stati membri pronti all'accoglienza


di Gabriella Lax – «Per la gestione dei flussi migratori, l'Italia non ha bisogno di elemosina». Con queste parole il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini boccia la proposta di 6mila euro per ogni migrante salvato nel Mediterraneo (fino ad un massimo di 500 persone) ovvero la misura proposta a Bruxelles dalla Commissione europea, che ha come destinatari i Paesi membri dell'Unione che accetteranno di accogliere i migranti.

Seimila euro a migrante accolto, la misura proposta da Bruxelles

Secondo la proposta, il bilancio dell'Unione supporterà i Paesi che accoglieranno i migranti con 6mila euro per ciascuna persona ricollocata, coprendo inoltre i costi di trasferimento. Alla Commissione toccherà fornire «un punto centrale di contatto per svolgere una funzione di coordinamento tra gli Stati membri che prendono parte a sforzi di solidarietà, come misura temporanea fino a quando un sistema vero e proprio potrà essere messo in piedi, nel contesto delle riforme in corso del sistema comune europeo di asilo». Dovrebbe ammontare a circa 500 euro il costo di trasferimento, così come previsti nei "Concept Papers", per ogni migrante ricollocato, cioè trasferito da uno Stato Ue, ad esempio l'Italia, in un altro come la Francia. In questo caso la somma andrebbe allo Stato che accoglie il richiedente asilo in questione ricollocato, ossia alla Francia.

Ma i fondi, nei paesi di sbarco sarebbero molti di più se si sommano i fondi per i costi delle infrastrutture e per il personale dei centri. Non è dato sapere in anticipo l'ammontare esatto di fondi Ue che verranno messi a disposizione, anche perché dipende da quanti centri verranno creati, sempre che il nostro Paese accetti di ospitarli.

Punto cardine dell'attività di lavoro sul fronte immigrazione è la creazione di "centri controllati", ossia centri (che lo scorso 29 giugno nessun leader europeo ha ammesso di essere intenzionato ad ospitare) nati per un esame rapido, sicuro ed efficace dello status dei migranti, con l'obiettivo di migliorare e velocizzare le procedure necessarie a distinguere chi ha bisogno di protezione internazionale, ed è quindi titolato a richiedere asilo, e distinguerli dai semplici migranti economici. La permanenza nei centri non dovrebbe superare le 8 settimane.

Ultimo importante tassello, posto sul piatto dalla Commissione europea sono gli "accordi regionali di sbarco", in sinergia con l'Iom e l'Unhcr, non limitati ai Paesi dell'Ue ma anche ai Paesi terzi, specie quelli nordafricani, ad eccezione della Libia.

Data: 25/07/2018 17:30:00
Autore: Gabriella Lax