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Home restaurant: la guida

Cos'è l'home restaurant, com'è disciplinato in Italia, quali sono gli obblighi da rispettare e i disegni di legge in materia


di Annamaria Villafrate - L'home restaurant è una delle nuove espressioni della sharing economy, in cui a essere condiviso è il pasto, nelle abitazioni di chi lo mette a disposizione.

Vediamo in cosa consiste e come è regolato in Italia:

Cos'è l'home restaurant

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Detto all'italiana, l'home restaurant non è altro che un ristorante in casa. Si tratta di un'attività svolta in via del tutto occasionale, che offre l'opportunità, a perfetti sconosciuti, di assaggiare pietanze che prevedono l'impiego dei prodotti del luogo in un ambiente decisamente intimo e familiare. La formula dell'home restaurant prevede che il contatto avvenga online, grazie a piattaforme dedicate, come l'omonima e pertinente "Homerestaurant".

Home restaurant: il vuoto normativo

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Nonostante si tratti di una "moda" sempre più diffusa, l'home restaurant, almeno in Italia, non ha una specifica disciplina che lo regolamenti.

Nel corso degli anni, si sono avvicendati diversi disegni di legge in proposito, ma nessuno è riuscito a completare il proprio iter e a trasformarsi in legge. Ciò non ha fatto altro che alimentare il dibattito circa la natura di tale attività e gli adempimenti necessari per intraprenderla.

Tra i progetti di legge sull'home restaurant, quello dell'onorevole Minardo, il n. 3258 del 28/07/2015 unitamente ai disegni n. 3337-3725-3807, era stato approvato il 17 gennaio 2017 dalla Camera nel testo unificato n. 2647. Poi però resta arenato in Senato, anche a causa della bocciatura dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, pubblicata a pag. 39 del Bollettino n. 13/2017 (sotto allegato).

In merito al disegno di legge sull'home restaurant infatti il Garante, dopo aver osservato che: "Il legislatore intende introdurre nell'ordinamento giuridico italiano una disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant), la quale, nell'ambito dei servizi partecipati che compongono la sharing economy, risulta essere in forte espansione anche nel nostro Paese, per la forte propensione, soprattutto delle nuove generazioni, ad aprire la propria casa e a condividere la cultura enogastronomica nostrana" solleva critiche ben precise.

I NO del Garante della Concorrenza

Secondo il Garante per la Concorrenza nel disegno di legge n. 2647 il legislatore "introduce limitazioni all'esercizio dell'attività di home restaurant che non appaiono giustificate":

Nonostante il fallimento di questo ddl, i tentativi di regolamentare il settore non sono cessati: a dimostrazione della volontà di dare delle regole ai ristoranti in casa, il 12 luglio 2018 la deputata del Pd Sara Moretto ha presentato un nuovo progetto di legge ordinaria.

Il titolo del disegno di legge era: "Disciplina dell'attività di home restaurant". Anche questa proposta, tuttavia, non è sfociata in un provvedimento legislativo vero e proprio.

L'home restaurant: i pareri del MISE

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Nel vuoto normativo, risultano particolarmente rilevanti i pareri dei Ministeri competenti, anche in questo caso non sempre di segno univoco.
Ad esempio, con la nota n. 17890 (sotto allegata) il MISE, rispondendo al Comune di Urbania, che chiedeva chiarimenti in relazione all'avvio di un'attività di home restaurant, ha precisato che "l'attività in discorso, anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati, e se i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, quando è rivolta al pubblico indistinto, ad esempio mediante pubblicità su siti web, e quando non è del tutto occasionale, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione di alimenti e bevande, in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, tali locali rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela. Infatti la fornitura di dette prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo e anche con tale modalità si tratta di un servizio organizzato e rivolto al pubblico".

Sempre il Ministero per lo Sviluppo Economico rispondendo a diversi dubbi sull'home restaurant, nella risoluzione n. 493338 del 6/11/2017 (sotto allegata) ha precisato che l'attività in questione, rientrando in quelle di somministrazione di alimenti e bevande:

Requisiti per esercitare, Scia e controlli

Sempre il Ministero per lo Sviluppo Economico rispondendo a diversi dubbi sull'home restaurant, nella risoluzione n. 493338 del 6/11/2017 (sotto allegata) ha precisato che l'attività in questione, rientrando in quelle di somministrazione di alimenti e bevande:

Sul punto possiamo citare anche la giurisprudenza amministrativa, in particolare il TAR Campania che, nella pronuncia numero 3883/2018, ha affermato che "non essendo in vigore alcuna speciale disciplina derogatoria, all'attività in commento, avente essenzialmente ad oggetto la
somministrazione di alimenti e bevande …, per di più non occasionale …, non può che applicarsi l'ordinaria normativa regolante appunto tali somministrazioni, … indipendentemente dalla circostanza che ciò avvenga nel domicilio" di chi cucina.

Home restaurant: obblighi su igiene e salute dei clienti

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Un altro punto su cui regna ancora una certa confusione riguarda, infine, l'igiene degli alimenti cucinati all'interno dell'home restaurant. Dal momento però che il MISE la considera un'attività di somministrazione di alimenti e di bevande al pubblico, l'home restaurant risulta sottoposta alla disciplina nazionale e al Regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio sull'igiene dei prodotti alimentari n. 852/2004. Del resto, come precisa l'art. 1: "Il presente regolamento non si applica: a) alla produzione primaria per uso domestico privato; b) alla preparazione, alla manipolazione e alla conservazione domestica di alimenti destinati al consumo domestico privato."

Esonerati quindi dall'obbligo di rispettare le norme igieniche in materia di alimenti sono solo i privati che cucinano per se stessi, non se lo fanno per "il pubblico". Questo perché il cuoco, anche se cucina in casa propria, è a tutti gli effetti un operatore del settore alimentare e in quanto tale tenuto all'applicazione generalizzata di procedure basate sui principi del sistema HCCP unitamente al rispetto di una corretta pratica igienica (art. 1, comma 1, lettera d) Reg. n. 852/2004 CE).

Home restaurant: il parere del Ministero dell'interno

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Più di recente, il settore dell'home restaurant ha conosciuto un'importante svolta, in ragione del parere del Ministero dell'interno per il tramite della Questura di Reggio Calabria.

Con una grande apertura, tale parere ha escluso che l'home restaurant possa essere ricondotto alla ristorazione vera e propria, con conseguenze rilevanti in termini di semplificazione degli adempimenti e accesso all'attività.

Più precisamente, per il Ministero, occorre fare delle opportune distinzioni: se l'attività è diretta a particolari soggetti ed è svolta in maniera occasionale, non soggiace alla disciplina prevista dalla legge per le attività di somministrazione di alimenti e bevande.

Sul portale dell'associazione home restaurant è disponibile il testo del parere.

Data: 26/01/2020 15:00:00
Autore: Annamaria Villafrate