Bestemmia in TV? Scatta la condanna
di Annamaria Villafrate - Periodicamente i giudici tornano a tirare le orecchie alle emittenti televisive, colpevoli di non controllare adeguatamente i contenuti mandati in onda, a discapito dei minori e del loro sviluppo. Questa volta tocca alla RAI spa, ritenuta responsabile dal Tar del Lazio, con sentenza n. 9009/2018, di negligenza e imperizia per aver mandato in onda durante il programma "Unomattina" un contenuto preregistrato contenente una bestemmia e ritenuto quindi lesivo dello sviluppo dei minori.
La vicenda processuale
Con atto n. 113/ 2015 l'AGCom irroga a RAI spa la sanzione amministrativa pecuniaria di 25.000 euro per violazione dell'art. 34, commi 2 e 6 del D.Lgs. n. 177/2005 e del Codice di autoregolamentazione Tv e minori, per aver mandato in onda, durante la trasmissione "Uno mattina" del 18 ottobre 2014, alle ore 10:30, un'imprecazione, per ben due volte, all'interno di un preregistrato. RAI spa impugna la decisione, perché la motivazione non tiene conto del fatto che l'evento è stato del tutto accidentale e imprevedibile e che quindi nessuna responsibilità può essere attribuita a RAI spa, tanto più che il caso fortuito si è verificato all'interno di un programma adatto a tutta la famiglia.L'AGCom si costituisce in giudizio, sostenuta dal Codacons e l'Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, che chiedono di dichiarare il ricorso inammissibile in rito e infondato nel merito.
Colpevole l'emittente che manda in onda una bestemmia
Il Tribunale Amministrativo del Lazio, trascurando l'esame dell'eccezione di rito, con sentenza n. 9009/2018 respinge il ricorso per infondatezza nel merito. Per quanto riguarda il secondo motivo di merito non c'è dubbio che nel corso del programma "Unomattina" sia andata in onda per ben due volte e all'interno di un contenuto preregistrato una bestemmia/imprecazione, lesiva dello sviluppo dei minori, in palese violazione del Codice di autoregolamentazione, a causa della negligenza e imperizia di RAI spa.In relazione al terzo motivo di ricorso invece il Tar Lazio ritiene RAI spa colpevole ai sensi dell'art. 3 della Legge n. 689/1981, per negligenza, trattandosi di contenuto preregistrato, su cui poteva essere eseguito un controllo prima della messa in onda e imperizia, perché trasmesso per due volte consecutive.
Tar: la bestemmia danneggia i minori
La sentenza commentata arriva dopo una pronuncia simile, sempre del Tar Lazio (n. 1978/2018). Il caso riguarda il ricorso intrapreso da RTI avverso la sanzione di 20.000 euro irrogata per una bestemmia trasmessa in diretta tv nel corso dell'edizione 2005 del reality "La Fattoria". In questo caso l'episodio era andato in onda prima della mezzanotte, nel corso di un programma molto seguito, il cui interesse di pubblico era aumentato durante la serata, tanto che non si poteva escludere che anche i minori lo stessero guardando.La sentenza, a sostegno della propria decisione, richiama il dettato dell'art. 15, comma 10 della legge Mammì n. 223/1990 ai sensi del quale "è vietata la trasmissione di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico o morale dei minori, che contengano scene di violenza gratuita o pornografiche, che inducano ad atteggiamenti di intolleranza basati su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità".
La RTI, come accaduto per il caso RAI spa, è stata ritenuta responsabile per non aver adottato cautele idonee rispetto a un programma di ampio ascolto che, indipendentemente dall'orario di trasmissione, poteva raggiungere i minori e lederne lo sviluppo morale e psichico a causa dell'offesa al sentimento religioso insita nella bestemmia.
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Data: 30/08/2018 14:00:00Autore: Annamaria Villafrate