Migranti: ecco il decreto Salvini
di Annamaria Villafrate - Pronto il decreto del Ministro dell'Interno Matteo Salvini sui migranti. Il testo (la cui bozza è stata anticipata da Adnkronos) non fa che confermare quanto annunciato in questi mesi in tema di migrazione. La disciplina si pone l'obiettivo d'intervenire sul fenomeno migratorio perché, si legge nella relazione al testo, esiste una sproporzione tra il numero dei riconoscimenti delle forme di protezione internazionale e il numero dei rilasci dei permessi di soggiorno, il cui numero cresce, anche a causa delle concessioni dell'autorità giudiziaria successive ai ricorsi amministrativi contro le decisioni di rigetto. Questo non significa non concedere più permessi di soggiorno, ma limitarsi a casi speciali (malattia, stato di calamità del Paese di origine, finalità premiali per atti civici di rilievo), riservando i programmi d'integrazione solo ad alcuni, come i minori non accompagnati e i titolari di protezione internazionale.
Linea dura contro i migranti che delinquono in Italia, per i quali è prevista, per i reati più gravi, la revoca della cittadinanza. Più controlli anche alle frontiere, dove è possibile procedere nei confronti di chi ha tentato o è riuscito a eludere i controlli.
Infine interventi sulle spese di giustizia, per porre fine, secondo quanto sostenuto da Salvini, al business degli avvocati che si arricchiscono alle spalle dei migranti.
Vediamo, nel dettaglio, le novità del decreto Salvini sui migranti:
- Permessi di soggiorno umanitari
- Permesso di soggiorno solo in casi speciali
- Programmi d'integrazione
- Protezione internazionale
- Cittadinanza
- Spese di giustizia: no avvocati gratis
Permessi di soggiorno umanitari
Il decreto Salvini si pone, prima di tutto, l'obiettivo di abrogare la tutela umanitaria dei migranti, considerato che, pur essendo prevista in casi eccezionali, di fatto è la forma di beneficio più riconosciuto a livello internazionale. La causa del continuo e costante aumento del rilascio dei permessi di soggiorno è determinata dalla eccessiva genericità della formula utilizzata nella norma che disciplina questa misura e che consente, da parte dei soggetti abilitati alla concessione, un'interpretazione estensiva, in contrasto con le effettive esigenze umanitarie "temporanee".
Per diminuire il ricorso a questa forma di tutela il decreto Salvini priva pertanto le Commissioni territoriali e il Questore dei poteri di valutare, le prime la sussistenza "dei gravi motivi di carattere umanitario" e il secondo i "seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano." Alle Commissioni territoriali viene in ogni caso riconosciuto il potere di valutare le condizioni individuali dei richiedenti asilo, ponderando il pericolo a cui andrebbero incontro in caso di espulsione, al fine di garantire una certa elasticità e discrezionalità di analisi.
Permesso di soggiorno solo in casi speciali
L'abrogazione del rilascio del permesso di soggiorno fa tuttavia salve le ipotesi eccezionali di tutela dello straniero, anche se con precisi limiti temporali, se l'espulsione dovesse violare i principi fondamentali dell'ordinamento italiano e internazionale:
- straniero affetto da problemi di salute di particolare gravità (permesso non superiore a un anno, rinnovabile in caso di eccezionale gravità debitamente certificate);
- Paese d'origine colpito da uno stato di calamità tale da rendere pericoloso il rientro (permesso non superiore a sei mesi e non convertibile in permesso per motivi di lavoro);
- sussistenza di finalità premiali nella concessione del permesso, se lo straniero ha compiuto atti di particolare valore civile (durata del permesso non superiore a due anni rinnovabile, previo parere della Commissione territoriale, non convertibile per motivi di lavoro).
Viene inoltre espunta dalla disciplina dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, e riscritta a parte, la regolamentazione di quelli concessi alle vittime di violenza domestica o di sfruttamento lavorativo.
Programmi d'integrazione
Per razionalizzare le risorse si riservano poi i progetti di integrazione e inclusione sociale ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati, mentre chi richiede asilo verrà ospitato in appositi centri di accoglienza.
Protezione internazionale
Per gestire più rapidamente le procedure di riconoscimento di protezione internazionale:
- "si introducono disposizioni per contrastare il ricorso strumentale alla domanda di protezione";
- "si introduce una procedura di frontiera" nei confronti dello straniero fermato per aver cercato di aggirare o sia riuscito a eludere i controlli;
- si istituiscono presso le prefetture le "unità Dublino" per individuare lo Stato competente a esaminare la richiesta.
Ampliati i reati
Non è tutto, il decreto amplia anche il novero dei reati che comportano, in caso di condanna definitiva, la revoca o la negazione della protezione internazionale. Tra gli illeciti previsti, quelli che destano una maggiore allarme sociale, come:
- la violenza sessuale;
- la mutilazione degli organi genitali femminili;
- la rapina;
- l'estorsione;
- la detenzione, la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti;
- le lesioni personali gravi e gravissime;
- la violenza, la minaccia e la resistenza a pubblico ufficiale;
- il urto e il furto in abitazione aggravati dal porto d'armi o narcotici.
Cittadinanza
Limiti stringenti e controlli più accurati anche sulle richieste di cittadinanza italiana da parte degli stranieri, limitata, in caso di applicazione del criterio dello ius sanguinis, ai discendenti in linea retta di secondo grado, capaci di documentare lo status di cittadino italiano dell'ascendente.
Si eliminano inoltre le disparità uomo – donna per quanto riguarda la disciplina della perdita della cittadinanza, nel rispetto delle censure della Corte Costituzionale a tale trattamento discriminatorio.
Revoca della cittadinanza
Pugno duro contro gli stranieri che delinquono. Il testo prevede la revoca della cittadinanza nei confronti degli stranieri che rappresentano una minaccia per la sicurezza del nostro paese, qualora abbiano riportato condanne per reati di terrorismo ed eversione. Misura necessaria per prevenire le minacce terroristiche, collegate anche ai foreign fighters.
Spese di giustizia: no avvocati gratis
Novità infine per quanto riguarda le spese di giustizia. Per il processo civile, al pari di quanto avviene per quello penale, si esclude per il difensore che opera con la formula del gratuito patrocinio, il diritto di ottenere un anticipo sulle spese a carico dell'Erario, se l'impugnazione viene dichiarata inammissibile o improcedibile. Stesso discorso per le consulenze tecniche irrilevanti o superflue per impedire che, spese ingiustificate, ricadano sulla collettività.
Data: 07/09/2018 18:48:00Autore: Annamaria Villafrate