Matrimoni in fumo, colpa di chat e internet
di Gabriella Lax – E' nella rete che le infedeltà trovano terreno fertile. Magari tutto parte in maniera innocente solo per fare quattro chiacchiere. Negli ultimi anni è salito in maniera vertiginosa il numero dei matrimoni che finiscono a causa di tradimenti consumati grazie alle nuove tecnologie. Solo a Milano il 45% dei matrimoni finisce per tradimenti scoperti e consumati su Instagram, Whatsapp, Tinder, Badoo. A raccontarlo ad Adnkronos è l'avvocato Lorenzo Puglisi, presidente e fondatore dell'associazione Familylegal.
I matrimoni finiscono per colpa di internet e delle chat
Come precisa Puglisi: «Il dating online ha oramai superato il vecchio approccio vis à vis per lasciare spazio al flirting tramite smartphone». L'utilizzo di questo tipo di programmi e di applicazioni è aumentato in modo esponenziale così come il rischio di essere scoperti e di arrivare a mettere la parola fine ad una relazione matrimoniale. E poi sui social, con la barriera dello schermo, ci si sente più tutelati, almeno in apparenza, e ci si lascia andare più facilmente fino a quando si crea una vera relazione che sfocia, in alcuni casi, in dipendenza psicologica.
Puglisi ricorda poi la sentenza della Suprema corte n 21576/2018 che ha ribadito la gravità dell'adulterio nel matrimonio, tale da far scattare l'addebito, a meno che il marito che va via da casa per una relazione extraconiugale non dimostri che il rapporto era già in crisi. In quest'ultimo caso, tradire non è illecito o meglio, viene perdonato e non scattano sanzioni. Fermo restando che «l'adulterio è vietato solo per chi è sposato. Non vale quindi per i conviventi e per le unioni civili, all'interno delle quali, quindi, è concesso tradirsi reciprocamente senza alcuna conseguenza legale».
Tradimenti virtuali e il cambiamento del concetto di fiducia
Se si parla di internet, può essere che un tradimento non sia stato consumato nella realtà, ma che sia rimasta nel cosiddetto ambito "virtuale". Poco cambia nel caso del matrimonio. Per la Cassazione gli adulteri cosiddetti "platonici" o virtuali «hanno un peso nella determinazione dell'addebito – chiarisce l'avvocato Puglisi - non solo quando si arrivi al tradimento consumato, ma anche quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell'ambiente in cui i coniugi vivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà e comporti offesa alla dignità e all'onore dell'altro coniuge. Questo significa -conclude Puglisi- che il solo flirtaggio telematico può già di per sé portare a responsabilità sotto il profilo dell'addebito".
Risarcimento danni per infedeltà: è possibile?
Infine, perché si possa chiedere un risarcimento in caso di infedeltà, la Suprema corte ha evidenziato che oltre ad essere stata attuata con modalità che abbiano provocato a una lesione della salute del coniuge (da certificare), l'infedeltà dovrà essersi materializzata «in comportamenti che – chiude il legale - oltrepassando i limiti dell'offesa, si siano concretizzati in atti specificamente lesivi della dignità della persona, costituente bene costituzionalmente protetto, circostanza che proprio di recente la Cassazione ha individuato nell'infedeltà conseguita ad una relazione extra coniugale con la propria cognata».
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Data: 13/09/2018 15:00:00Autore: Gabriella Lax