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Riforma Copyright: ok dell'Europa

Il parlamento Ue ha approvato la proposta di riforma della direttiva sul copyright. Di Maio: "misura orwelliana"


di Marina Crisafi – Via libera alla tanto contestata riforma del copyright. Con 438 voti a favore (226 no e 38 astenuti) dopo il rinvio del 5 giugno scorso, la plenaria del parlamento europeo a Strasburgo ha dato il via libera oggi sia alla risoluzione per l'attivazione dell'art. 7 contro l'Ungheria di Orban che alla proposta di riforma della direttiva che tutela il diritto d'autore dei contenuti diffusi online.

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Il testo licenziato oggi rappresenta una versione emendata rispetto a quello rinviato ad inizio estate per chiarire alcuni punti controversi. Ora si aprono i negoziati con il Consiglio e ci sia avvia al testo definitivo della direttiva atteso entro la fine del 2018.

Copyright: i perché della riforma

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La riforma del copyright muove dalla constatazione delle difficoltà che oggi incontra la tutela del diritto d'autore online. La direttiva Ue in vigore fino ad oggi, spiega Tambiama Madiega del servizio Ricerca del Parlamento Europeo nel briefing "Copyright in the digital single market" risale al 2001: le norme tuttavia hanno "faticato ad adattarsi" all'ambiente digitale, secondo il servizio studi del parlamento Ue.

Da qui la necessità di una riforma per modernizzare il quadro legislativo.

Cosa prevede la riforma del copyright

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Il dibattito che ha portato all'approvazione di oggi si è concentrato soprattutto su tre questioni: la creazione di un diritto che consenta ad editori e autori di ottenere un compenso per l'uso digitale dei propri articoli, l'imposizione ai big del web di misure tese a monitorare i contenuti al fine di tutelare la remunerazione del diritto d'autore, la creazione, infine, di una "eccezione" sul copyright per l'utilizzo di tecniche di 'text and data mining' in Europa.

Tra i punti più importanti della normativa vi è senza dubbio l'articolo 11 che si occupa della giusta remunerazione per gli autori dei contenuti che vanno a finire su piattaforme digitali, social network e motori di ricerca in primis. Inoltre, l'art. 13 che prevede il blocco dei contenuti "coperti da copyright" laddove non ci sia accordo con l'autore.

Riforma Copyright: Tajani: "Vittoria di tutti i cittadini"

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La direttiva sul diritto d'autore è una "vittoria di tutti i cittadini. Oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale" ha scritto in un tweet il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, dopo il via libera alla riforma. Un via libera che rappresenta "un buon segnale per l'industria creativa e culturale europea", ha dichiarato il relatore del provvedimento, il popolare tedesco Axel Voss, ringraziando i colleghi per "il risultato ottenuto insieme". Un "segnale forte e positivo – in quanto ora - possono incominciare le discussioni tra i colegislatori" per arrivare al testo finale della direttiva, secondo il vicepresidente della Commissione Ue al mercato digitale Andrus Ansip e la commissaria al digitale Mariya Gabriel dopo il voto a Strasburgo.

Entrambi assicurano di essere "pronti a iniziare a lavorare con Parlamento e Consiglio in modo che la direttiva sia approvata il prima possibile, idealmente entro la fine del 2018".

L'obiettivo è raggiungere un testo finale "equilibrato e positivo" che permetta "una vera modernizzazione della legislazione sul copyright di cui l'Europa ha bisogno – con - benefici tangibili per cittadini, ricercatori, educatori, scrittori, artisti, stampa e musei" assicurando "al contempo la libertà di espressione e lo sviluppo delle piattaforme".

Di Maio: "censura preventiva Internet, misura orwelliana"

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Contro il sì alla riforma intanto oltre Wikipedia Italia che ha temporaneamente oscurato tutte le immagini dal sito in previsione del voto e invitato i lettori ad una call to action, anche il vicepremier Di Maio promette battaglia.

"Una vergogna tutta europea: il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da Grande Fratello di Orwell" scrive infatti su Facebook a margine del voto sulla direttiva del copyright. "Rispetto all'ultimo voto di Strasburgo in cui non fu dato il via libera al testo finale, le lobby hanno avuto il tempo di lavorare e influenzare gli europarlamentari, i quali hanno deciso di ricredersi. D'ora in poi, secondo l'Europa, i tuoi contenuti sui social potrebbero essere pubblici solo se superano il vaglio dei super censori" rincara il ministro che prosegue: "Con la scusa di questa riforma del copyright, il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Oltre all'introduzione della cosiddetta e folle 'link tax', la cosa più grave è l'introduzione di questo meccanismo di filtraggio preventivo dei contenuti caricati dagli utenti. Per me è inammissibile".

"La rete deve essere mantenuta libera e indipendente - dichiara ancora Di Maio annunciando battaglia - ed è un'infrastruttura fondamentale per il sistema Italia e per la stessa Unione Europea. Per questo, come ho già detto, ci batteremo nei negoziati tra i governi, in Parlamento europeo e nella Commissione europea per eliminare questi due provvedimenti orwelliani. E, statene certi, alla prossima votazione d'aula la direttiva verrà nuovamente bocciata".

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Data: 12/09/2018 15:05:00
Autore: Marina Crisafi