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Addio divorzio breve, arriva la mediazione

Il ddl Pillon, all'esame della commissione giustizia del Senato, punta a introdurre la mediazione obbligatoria per le coppie con figli che intendono separarsi allungando così inesorabilmente i tempi


di Valeria Zeppilli – Lo scorso 10 settembre 2018 è approdato in commissione giustizia del Senato il disegno di legge Pillon (sotto allegato), che mira a ridisegnare la disciplina dell'affidamento condiviso e che sta suscitando non poche polemiche.

Tra i vari aspetti sui quali punta il ddl ve ne è infatti uno alquanto controverso e che ha già diviso l'opinione pubblica: la previsione della mediazione obbligatoria se i coniugi che intendono separarsi hanno figli con l'inevitabile allungamento dei tempi per giungere alla definizione del procedimento. E c'è già chi dà l'addio al divorzio breve.

Vediamo le novità e le criticità nel dettaglio:

Tempo trascorso con i genitori

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Il testo del disegno di legge punta molto sul tempo trascorso dai figli con i genitori separati, prevedendo tra le altre cose, all'articolo 11, che "il figlio minore, nel proprio esclusivo interesse morale e materiale, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e con la madre, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambe le figure genitoriali, con paritetica assunzione di responsabilità e di impegni e con pari opportunità. Ha anche il diritto di trascorrere con ciascuno dei genitori tempi paritetici o equipollenti, salvi i casi di impossibilità materiale".

Mediazione obbligatoria

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Proprio per garantire che le questioni relative alla gestione della prole siano adeguatamente considerate in sede di separazione, il ddl prevede quindi l'introduzione della mediazione obbligatoria per le coppie con figli.

Queste, per separarsi, dovranno per legge ricorrere necessariamente al sostegno di un mediatore che, in un percorso lungo massimo sei mesi, li aiuterà a regolamentare i propri rapporti con la prole.

Divorzio: addio a tempi brevi e costi maggiori

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Come accennato, tale scelta, seppur guidata dallo scopo di tutelare i soggetti che maggiormente subiscono le conseguenze negative dello scioglimento di una coppia, è già andata incontro a numerose critiche.

Sostanzialmente, la disapprovazione verso l'introduzione della mediazione obbligatoria è connessa a due aspetti: l'allungamento dei tempi per porre fine a un matrimonio, con tutte le conseguenze che lo stesso comporta anche sul conflitto di coppia, e, soprattutto, il significativo aumento dei costi che le coppie devono sostenere per separarsi.

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Data: 19/09/2018 21:00:00
Autore: Valeria Zeppilli