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Decreto sicurezza e migranti: cosa prevede

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto sicurezza che già ha sollevato polemiche e dubbi di costituzionalità. Ecco le novità e il testo approvato


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di Valeria Zeppilli – Il decreto sicurezza e migranti promosso da Matteo Salvini è stato approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri e, così , è stato compiuto il primo, fondamentale, passo verso la sua entrata in vigore.

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Si tratta, però, di un provvedimento che sta già sollevando non poche polemiche, contorniate anche da dubbi di legittimità costituzionale di quanto in esso previsto.

I dubbi di costituzionalità

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A mettere in discussione la conformità del decreto sicurezza e migranti alla Costituzione è innanzitutto la veste che si è scelta per affrontare la questione: quella del decreto legge. Il decreto legge, infatti, è uno strumento che trova la sua giustificazione solo in ragioni di necessità e urgenza che, nel caso di specie, non tutti ravvisano.

I contenuti del decreto sicurezza

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Per il resto, i dubbi di legittimità costituzionale riguardano alcuni i contenuti. Soprattutto quelli relativi ai migranti.

Il decreto blocca i permessi di soggiorno per motivi umanitari, sostituendoli con permessi per meriti civili o per cure mediche, e amplia il numero di reati che determinano la revoca dello status di rifugiato. Nei centri per i rimpatri si potrà restare fino a sei mesi.

Ma se non c'è costituzionalità, il decreto non sarà firmato dal Quirinale.

Ovviamente, poi, non tutti i contenuti hanno subito l'accusa di non rispettare il testo supremo.

Altri provvedimenti del decreto sicurezza hanno ad oggetto l'esclusione dal gratuito patrocinio nel caso in cui il ricorso sia dichiarato improcedibile o inammissibile.

Sul versante sicurezza, si introduce una stretta sul noleggio di tir e furgoni, per evitare che lo stesso avvenga a fini terroristici, rendendo obbligatorio comunicare i dati identificativi degli interessati al Centro elaborazione. Prevista anche l'applicazione del daspo per coloro che sono sospettati di essere coinvolti nel terrorismo internazionale e l'estensione del daspo urbano a mercati e fiere.

L'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alle mafie potenzia i propri organici e vengono aperte le porte della banca dati interforze delle forze di polizia agli agenti di polizia locale.

Il decreto, infine, prevede la sperimentazione dei taser nei Comuni con oltre 100mila abitanti, la revoca della cittadinanza per gli stranieri considerati una minaccia per la sicurezza nazionale, la possibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche per le indagini condotte per ipotesi di occupazione di terreni ed edifici e l'inasprimento delle sanzioni per chi promuove o organizza tale tipologia di reato.

Le rassicurazioni del premier

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Sugli aspetti controversi del decreto è intervenuto anche il Premier Conte che, riferendosi in particolare ai dubbi di legittimità costituzionale, ha rassicurato gli italiani garantendo che non vi sarà alcun arretramento sul versante delle garanzie e dei diritti fondamentali e affermando che l'unico scopo del provvedimento è quello di bloccare l'accoglienza indiscriminata e di rendere più efficace il sistema dei rimpatri.

Entrata in vigore

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Il decreto sicurezza sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo la firma del Presidente della Repubblica e non prima che vi sarà approdato il decreto urgenze.

A quel punto resterà in vigore per 60 giorni, per poi essere convertito in legge dello Stato dal Parlamento a pena di decadenza.

Data: 25/09/2018 06:00:00
Autore: Valeria Zeppilli