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L'avvocato va inserito nella Costituzione

Il presidente del Cnf Mascherin rilancia la proposta per il riconoscimento del ruolo dell'avvocato nella Costituzione


di Gabriella Lax – Il cambiamento passa dal riconoscimento della figura e del ruolo, con le relative responsabilità, degli avvocati nella Costituzione. Per questo il Cnf aveva avanzato una proposta di modifica dell'art. 111 della Costituzione per garantire più libertà e autonomia all'avvocato e la necessità della difesa tecnica. Il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, alla vigilia del congresso nazionale di Catania, fa il punto su alcune questioni aperte che riguardano il tema della giustizia.

Il ruolo dell'avvocato riconosciuto dalla Costituzione

Rispondendo ad una intervista del Sole 24 ore, Mascherin riafferma il ruolo dell'avvocato nella Costituzione (vedi anche L'avvocato nella Costituzione) ed evidenzia «Ho fiducia che si possa creare un largo consenso in Parlamento su un intervento che riconosca e, anzi, rafforzi l'autonomia e l'indipendenza della giurisdizione e dell'avvocato in particolare. Quella non condizionabilità da fattori esterni, sociali, politici, economici, che giustamente si sottolinea per la magistratura è altrettanto necessaria per l'avvocatura. Soprattutto se si vuole, come penso opportuno, pensare a un avvocato come figura equilibratrice dei conflitti. In una stagione poi dove sono diffuse le contestazioni al diritto di difesa per tutti oppure si pensa alla giurisdizione solo in termini di fattore di crescita dell'economia».

Mascherin sui temi legati alla giustizia

Il decreto sicurezza appena approvato, secondo Mascherin potrebbe sollevare criticità rispetto alla Costituzione in due punti «la revoca della cittadinanza, intervenendo su un tema di status, e l'espulsione sulla base di una condanna in primo grado. In un contesto comunque di centralità anche alle chances di integrazione, al rispetto e alla dignità delle persone».

Sempre nell'intervista, sul tema della legittima difesa il presidente del Cnf chiarisce «va evitato qualsiasi automatismo, lasciando al giudice margini di discrezionalità nella valutazione di fatti che possono anche essere assai complessi, per esempio quanto a dinamica degli eventi».

Per quanto riguarda l'accesso alla professione forense, a proposito di un incontro col ministro al ramo afferma «Ci sono buone possibilità per una riforma che sdrammatizzi il tema dell'esame, valorizzando le scuole di formazione. Nello stesso tempo va data forza ed effettività al principio dell'equo compenso che è una misura di salvaguardia essenziale del decoro della categoria. Come pure effettività va data al gratuito patrocinio».

Data: 26/09/2018 18:51:00
Autore: Gabriella Lax