Multe: conviene proporre ricorso?
di Annamaria Villafrate - Quando si riceve una contravvenzione per violazione del Codice dalla Strada non è mai piacevole. La prima reazione, se la multa non è elevata, è di pagare e togliersi il pensiero entro i primi 5 giorni, visto che l'importo è ridotto. Ci sono però dei casi in cui è talmente evidente l'ingiustizia della multa, che viene voglia di opporsi e fare ricorso. In questo caso però è necessario fare attenzione, non solo perché i ricorsi possibili sono tre, ma anche perché diversi sono i tempi, le modalità, le probabilità di successo e i costi. Cosa fare quindi? Ricorso in autotutela, al Giudice di Pace o al Prefetto?
Vediamo insieme quale conviene scegliere a seconda dei casi, perché e i rispettivi costi:
Multe: ricorso in autotutela
Quando si riceve una multa il ricorso più semplice ed economico da intraprendere, se risulta solo errata o contraria a una norma del Codice della Strada, è quello in autotutela. Esso consiste nel semplice sollecito rivolto alla P.A che ha elevato la multa, di verificare se è legittima. Nel momento in cui la P.A rileva un errore (es. scambio di persona, multa già irrogata per la stessa violazione, passaggio di proprietà del veicolo prima della contravvenzione) in genere è disponibile ad annullare la sanzione, anche perché in questo modo evita di essere portata davanti al Giudice di Pace e di affrontare i costi di un giudizio. Il ricorso in autotutela però è conveniente anche per chi lo intraprende, visto che deve essere presentato in carta semplice con la sola indicazione dei motivi dell'istanza, dell'atto di cui si chiede l'annullamento, sostenendo il solo costo della raccomandata.
Svantaggi? Si, la contestuale decorrenza dei termini per ricorrere al Giudice di Pace e al Prefetto, per non parlare dell'incertezza dell'annullamento della multa da parte della P.A. Insomma conveniente sì, ma non sicuro al 100%.
Multe: ricorso al Giudice di Pace
Questo ricorso è probabilmente il più complesso, visto che il Giudice di Pace può giudicare anche nel merito. Occorre inoltre prestare particolare attenzione ai termini, visto che dalla notifica della multa o dell'ordinanza ingiunzione di rigetto del ricorso da parte del Prefetto, non devono decorrere più di 30 giorni. Altri aspetti a cui prestare attenzione sono poi la competenza territoriale del Giudice di Pace (del luogo in cui è stata commessa la violazione) e il valore del ricorso, considerato che fino all'importo di 1.100 euro è possibile difendersi da soli, mentre per cifre superiori è necessario farsi assistere da un legale.
Poiché ci si rivolge a un'autorità giudiziaria inoltre, il ricorso deve essere più dettagliato dell'istanza in autotutela. Esso deve infatti contenere i motivi di fatto e di diritto e, unitamente alla documentazione probatoria allegata, essere:
- depositato presso la cancelleria del GdP competente;
- in alternativa, spedito a mezzo raccomandata;
- o ancora inviato telematicamente, attraverso la sezione dedicata del sito del Ministero della Giustizia.
Adempiuta quest'incombenza è necessario poi attendere la fissazione dell'udienza di comparizione e delle successive per sentire eventuali testimoni o approfondire certe circostanze di fatto o di diritto. Motivo per il quale le parti devono comparire personalmente o a mezzo rappresentante (l'avvocato per il ricorrente). Conclusa l'istruttoria, alla luce di quanto emerso nel corso della singola udienza o delle varie udienze, il Giudice di Pace dovrà emettere sentenza, con cui potrà accogliere o rigettare il ricorso. Nel primo caso la multa sarà annullata, nel secondo invece l'importo da pagare verrà stabilito dal Giudice, che di solito pone le spese processuali a carico del soccombente.
Il costo del ricorso? Dipende dai seguenti fattori:
- se è necessaria l'assistenza dell'avvocato si dovrà sostenere il costo della parcella, in caso contrario si dovranno considerare i costi per lo spostamento e le operazioni da realizzare in autonomia, come il costo della raccomandata per l'invio del ricorso ad esempio;
- a questo si aggiunge il costo del contributo unificato minimo di 43 euro, importo che aumenta con l'aumentare del valore della causa;
- il costo della marca da bollo di 27 euro per importi superiori a 1033,00 euro;
- ultimo, ma non meno importante, l'importo della sanzione eventualmente maggiorato dalla spese processuali, se l'istanza è rigettata.
In questo caso, considerati i costi, meglio riflettere, prima di fare ricorso.
Multe: ricorso al Prefetto
Eccoci giunti all'ultimo tipo di ricorso che è quello al Prefetto, consigliabile in presenza di mere irregolarità (notifica fuori dai termini) o vizi di forma del verbale, rilevabili dai documenti prodotti dal ricorrente. In questi casi il termine per presentare ricorso, a mezzo raccomandata a/r indirizzato all'Ufficio del Prefetto del capoluogo di provincia in cui è stata elevata l'infrazione, è di 60 giorni dalla data di notifica del verbale. Questo ricorso non richiede l'assistenza del legale. Esso infatti può essere presentato, con la documentazione necessaria ad avvalorare le proprie ragioni, personalmente o a mezzo raccomandata presso l'ufficio del Prefetto. Il costo è quindi rappresentato da quello della raccomandata, in caso di accoglimento (se non viene adottato nessun provvedimento decorsi 120 giorni dalla presentazione) dal doppio della sanzione, in caso di rigetto.
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Data: 04/10/2018 06:00:00Autore: Annamaria Villafrate