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L'assegno di ricollocazione

Cos'è l'assegno di ricollocazione, a chi è destinato, come si spende, quanto dura, quando si perde, le misure incompatibili e le novità introdotte dal decreto sul reddito di cittadinanza


di Annamaria Villafrate - L'assegno di ricollocazione è una misura di sostegno per la ricerca attiva del lavoro previsto dal dlgs n. 150/2015, noto come Jobs Act, riconosciuto ai disoccupati da almeno 4 mesi titolari della Naspi. Erogato dall'Anpal, ovvero l'Agenzia nazionale del lavoro, non spetta al lavoratore, ma ai centri per l'impiego e agli enti accreditati che riescono a ricollocare il soggetto disoccupato. L'assegno di ricollocazione previsto dall'art. 23 del Jobs Act è incompatibile con altre misure di riqualificazione e formazione professionale, compreso il patto con il centro per l'impiego. La legge stabilisce termini di utilizzo, decadenza e sanzioni nei confronti di chi non rispetta tempi, modi e condizioni di spendibilità dell'assegno, al fine di stimolare la ricerca attiva effettiva del lavoro. Per fare domanda ci si deve rivolgere ai centri per l'impiego, all'Anpal o agli istituti di patronato convenzionati Anpal. La Legge di Bilancio 2018 riconosce l'assegno di ricollocazione anche ai lavoratori rientranti in accordi previsti per il reimpiego in caso di cassa integrazione guadagni straordinaria conseguente a riorganizzazione aziendale o crisi. Il decreto sul reddito di cittadinanza però lo sospende fino al 31 dicembre 2021 per i disoccupati, per destinarlo ai senza lavoro in condizioni di povertà.

Ecco la guida completa:

Cos'è l'assegno di ricollocazione

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L'assegno di ricollocazione è un voucher che permette ai disoccupati di riqualificarsi professionalmente e rientrare nel mondo del lavoro. Grazie all'assegno di ricollocazione infatti si può ottenere assistenza, da parte dei centri per l'impiego o degli enti accreditati, nella ricerca di una nuova occupazione. La prima fase di sperimentazione ha avuto inizio nel marzo del 2017, la seconda invece ad aprile 2018 e da settembre è a regime.

Disciplina

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L'assegno di ricollocazione è disciplinato dall'art. 23 del dlgs n. 150/2015 "Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183" noto come Jobs Act.

Requisiti

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Non tutti i disoccupati hanno diritto all'assegno di ricollocazione. Come prevede l'art. 23 dlgs n. 150/2015 esso spetta solo a coloro che:

Incompatibilità


Nel momento in cui il disoccupato chiede il servizio di assistenza alla ricollocazione, l'eventuale patto stipulato con il centro per l'impiego è sospeso. Parimenti non possono accedere a questa misura coloro che fanno già parte di un programma finalizzato al reimpiego come:

Importo assegno ricollocazione

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L'assegno di ricollocazione, ai sensi dell'art. 23, è rilasciato "nei limiti delle disponibilità assegnate a tale finalità per la regione o per la provincia autonoma di residenza ai sensi dell'articolo 24." Esso è esente fiscalmente, non è gravato dalla contribuzione previdenziale e assistenziale e può essere speso solo per il servizio intensivo di assistenza per la ricerca di lavoro presso i centri per l'impiego o i soggetti privati accreditati scelti dal disoccupato, al cui Albo è possibile accedere dal sito dell'Anpal.

L'importo varia in base:

L'importo dell'assegno viene erogato, in base al contratto lavorativo concluso, nelle seguenti misure:

Durata

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Il richiedente ha due mesi di tempo dal rilascio, a pena di decadenza, per spendere l'assegno di ricollocazione, che ha una durata di sei mesi, prorogabili per altri, se l'importo non viene speso per intero.

Servizio di assistenza

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Il servizio di assistenza alla ricollocazione prevede diritti, ma anche obblighi a carico del disoccupato:

Condizioni e sanzioni

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Se il disoccupato rifiuta una delle attività indicate dal tutor o un'offerta lavorativa, chi eroga il servizio deve comunicarlo al centro per l'impiego competente e all'Anpal che sono competenti a irrogare le sanzioni di cui all'articolo 21, commi 7 e 8 che consistono nella decurtazione di una parte dell'importo dell'assegno o la decadenza dalla misura stessa. L'erogazione invece è sospesa se il disoccupato è assunto in prova, anche se può riprendere "dopo l'eventuale conclusione del rapporto entro il termine di sei mesi."

Assegno ricollocazione: a chi fare domanda

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La domanda per l'assegno di ricollocazione può essere effettuato dal disoccupato presso

Assegno ricollocazione e reddito di cittadinanza

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Il decreto sul reddito di cittadinanza approvato il 17 gennaio 2019 dal governo ha previsto delle novità sull'assegno di ricollocazione. L'ultimo comma dell'art. 9 del testo recita infatti che "Fino alla data del 31 dicembre 2021 l'erogazione dell'assegno di ricollocazione ai soggetti di cui all'articolo 23, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 è sospesa."
Assegno di ricollocazione sospeso quindi per chi perde il lavoro, per destinarlo solo ai poveri disoccupati che, fino al 31 dicembre 2021 lo riceveranno dall'ANPAL, per "ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca del lavoro" una volta trascorsi 30 giorni dalla data di liquidazione del reddito di cittadinanza. La misura dell'assegno terrà conto
del profilo di occupabilità del beneficiario e potrà essere speso presso i centri per l'impiego o i soggetti accreditati ai sensi dell'articolo 12 del dlgs n. 150/2015.
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Data: 24/01/2019 11:00:00
Autore: Annamaria Villafrate