Pensioni quota 100 e reddito di cittadinanza in primavera
La riforma, dopo il sì del Parlamento alla Nadef, opererà non prima di aprile del prossimo anno. Duro il presidente dell'Inps Boeri sulla quota 100, "sistema previdenziale a rischio"
di Lucia Izzo - Si torna a parlare di Quota 100, con uno slittamento rispetto alle ipotesi iniziali: per le modifiche alla riforma Fornero, i lavoratori dovranno attendere presumibilmente aprile, così come per l'operatività del reddito di cittadinanza. Sono questi gli scenari che si aprono a seguito dell'approvazione da parte del Parlamento della Nadef (la nota di aggiornamento al Def) che autorizza il Governo allo scostamento dal deficit programmato, che salirà ufficialmente al 2,4% nel 2019, per poi tornare gradualmente al di sotto del 2% (l'1,8%) nel 2021.
Nadef: i punti approvati dal Parlamento
I punti principali contenuti nella Nadef e approvati dal Parlamento sono i seguenti: riforma Fornero e quota 100; reddito e pensioni di cittadinanza, flat tax, riduzione spese militari, spending review, taglio burocrazia. Il nodo si è stretto intorno ai due punti chiave della manovra e più controversi, reddito di cittadinanza e riforma pensioni, su cui i parlamentari hanno chiesto un maggiore impegno dell'esecutivo.
Quota 100 e reddito di cittadinanza slittano alla prossima primavera
Le due misure, quindi, entreranno a regime con gradualità e sarà la primavera, ha chiarito il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, il periodo in cui potranno "partire sia la riforma della Fornero che il reddito di cittadinanza. Pensiamo che ci vorranno tre mesi per la questione dei centro per l'impiego, forse un mese in più".
Rispetto alle stime attuali (per previdenza e reddito di cittadinanza la nota di aggiornamento al Def indica un onere di 16 miliardi di euro per il 2019), l'introduzione dopo il primo trimestre significherebbe una riduzione di spesa di almeno 4 miliardi.
Per approfondimenti: Pensioni quota 100
Nonostante le numerose critiche e questi "freni" sulle misure care alle forze di maggioranza, tuttavia, a Palazzo Chigi si continua a lavorare sulla legge di Bilancio: dopo l'ok di Camera e Senato alla risoluzione della maggioranza alla Nota di aggiornamento al DEF, il vicepremier Luigi Di Maio ha assicurato che "la settimana prossima -lunedì- il Cdm approverà la legge bilancio che verrà poi inviata a Bruxelles e approvata dal Parlamento".
Il Vicepremier, inoltre, ha criticato il "terrorismo mediatico" subito dal reddito di cittadinanza: "purtroppo - ha detto Di Maio - i media la stanno raccontando così male che neanche all'estero capiscono di cosa si tratta". La misura, ha soggiunto, "ci avvicina all'Europa, è una misura espansiva che salva la vita e la dignità delle persone, che le aiuta a trovare lavoro e fa circolare denaro che finirà anche nelle tasche dei commercianti e degli artigiani. Funziona in tutta Europa e funzionerà anche in Italia".
Da fonti governative, inoltre, trapela il possibile ritorno delle c.d. finestre pensionistiche che saranno "trimestrali". Circa le modalità per accedere alle pensione, l'ipotesi più accreditata è quella del raggiungimento di 62 anni d'età e 38 anni di contributi nel 2019.
Quota 100: l'allarme di Tito Boeri
Inoltre, nei giorni scorsi si è assistito all'ennesimo scontro tra il presidente dell'Inps, Tito Boeri, e il leader della Lega, Matteo Salvini, sostenuto da tutta la maggioranza.
Nel corso di un'audizione alla Commissione Lavoro della Camera, il presidente dell'Inps ha attivato un campanello d'allarme sulla riforma predisposta dal Governo giallo-verde: ove trovassero attuazione, preannuncia Boeri, le misure metteranno "il sistema previdenziale a rischio", minando "alle basi la solidità del nostro sistema pensionistico"
In sostanza, introdurre nel sistema previdenziale la Quota 100, con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi insieme allo stop all'indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata, aprirebbe una vera e propria voragine nei conti pubblici con un incremento del debito previdenziale nell'ordine dei 100 miliardi. I più penalizzati, secondo Boeri, sarebbero le generazioni future e, in particolare, giovani e donne.
"E' un'operazione che fa aumentare la spesa pensionistica - ha chiarito il Presidente dell'Inps - mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro".
"Non c'è sbilancio perché i pensionati si autofinanziano", ha, invece, assicurato il ministro Paolo Savona. Durissima, invece, la replica di Matteo Salvini: 'Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell'Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni'.
Donne e giovani penalizzati dalla riforma previdenziale
Boeri, ha altresì contestato il taglio sulle pensioni d'oro il quale, assieme quota 100 e al mancato adeguamento delle speranze di vita, realizza un profilo distributivo "a totale vantaggio degli uomini con un reddito medio alto e impiegati nel settore pubblico. Le donne sarebbero invece penalizzate fortemente e si vedrebbero tradite 2 volte".
In sostanza, la principale misura previdenziale predisposta dal Governo Lega-M5S richiederebbe una dose di contributi sostanziosa che, a causa di carriere discontinue, difficilmente le lavoratrici donne riescono a maturare prima del limite di età previsto per la pensione di vecchiata (nel 2019 pari a 67 annoi).
Quota 100, pertanto, avvantaggerebbe gli uomini, sopratutto quelli residenti al Nord e con una buona fetta di dipendenti del settore pubblico. Intanto, su "Opzione donna" tutto tace, nonostante il contratto di Governo tra Lega e M5S aveva promesso di prorogare, utilizzando le risorse disponibili, "la misura sperimentale opzione donna che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo".
Pesanti, secondo Boeri, anche "i sacrifici imposti ai giovani su cui pesa in prospettiva anche il forte aumento del debito pensionistico".
Una riforma delle pensioni "a tempo"?
Negli ultimi giorni, tuttavia, anche altre istituzioni (da Bankitalia al Fondo Monetario Internazionale) hanno manifestato perplessità e sottolineato i rischi che una nuova riforma delle pensioni potrebbe provocare sul sistema previdenziale.
Autore: Lucia Izzo