Affido condiviso: stato dell'arte e prospettive
di Redazione - Vittorio Vezzetti presiede l'European platform COLIBRI ed è uno dei fondatori dell'International Council on Shared Parenting, gruppo di studio che racchiude alcuni tra i massimi esperti mondiali in tema di affidamento dei minori.
Gli abbiamo posto alcune domande.
Quando nasce l'affidamento materialmente condiviso?
Nasce agli inizi degli anni 70 negli USA quando gli analisti si resero conto che dietro la locuzione joint custody si potevano celare differenti forme di affidamento: in molti casi dietro il concetto di pari responsabilità genitoriali si nascondevano forme di affidamento identiche a quelle normalmente previste in caso di affidamento esclusivo (si trattava della cosiddetta joint legal custody), mentre in altre a una suddivisione giuridico-formale si aggiungeva una condivisione materiale delle cure e dei tempi di permanenza (joint physical custody).
Quando si affaccia in Italia?
Nel 2010, trovandomi a dover tradurre dalla letteratura internazionale joint physical custody, concetto ormai diffuso in Europa, pensai che AMC sarebbe stata una traduzione fedele e, allo stesso tempo, incisiva perché rimarcava la differenza dall'affido legalmente condiviso della 54/06 (joint legal custody). Lo utilizzai in una pubblicazione scientifica della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale all'inizio del 2012 e nel DDL 1163 del 2013. Oggi è locuzione sempre più diffusa con decine e decine di migliaia di voci su Google.
Qual è la definizione di AMC e quali i vantaggi?
E' quella forma di affidamento in cui, dopo la separazione dei genitori, la prole viene accudita da ambedue le figure genitoriale per tempi simili. Ne esistono diverse definizioni, quella privilegiata prevede un range temporale compreso tra il 35 e il 65% del tempo (calcolato in numero di pernottamenti) presso ciascun genitore. Al di fuori si parla di affidamento materialmente esclusivo, situazione ampiamente preponderante purtroppo in Italia.
I vantaggi dell'AMC sono tre: prevenzione del danno da perdita genitoriale, riduzione della conflittualità a medio-lungo termine e, probabilmente, miglior benessere a breve-medio termine.
Può essere più dettagliato?
Si è osservato che man mano che in un Paese i tribunali iniziavano ad essere favorevoli all'affido materialmente condiviso si riduceva il rischio di perdita di contatto con un genitore. Oggi in Danimarca e Svezia la percentuale di parental loss dopo il divorzio genitoriale è del 12 e 13%. In Italia è circa il doppio e siamo il Paese più sanzionato dalla CEDU per violazione dell'articolo 8 della Carta Europea dei Diritti dell'Uomo. Inoltre con l'avanzare della presunzione giuridica di affido materialmente condiviso si è registrato dappertutto un generale calo della conflittualità e la mediazione ha raggiunto tassi di riuscita molto alti. La Medicina ha recentemente dimostrato come parental loss e conflittualità a lungo termine sia- no noxae patogene in grado di determinare danni biologici, organici gravi a distanza di molti anni. Ad esempio a Princeton è stato osservato che la perdita del padre entro i nove anni causa una riduzione significativa della parte capsidica, protettiva dei telomeri, così indebolendo il cromosoma. Altri studi evidenziano danni biologici che esitano dopo molti anni in patologie ormonali, cardiovascolari, tumorali e, ovviamente, psichiatriche. Sono argomenti non semplici ma di cui bisognerebbe che gli operatori tenessero conto al momento di emettere un provvedimento che avrà ripercussioni anche dopo vent'anni. La vita non è un fotogramma che si esaurisce in un clic ma un lungometraggio.
I bambini in AMC stanno meglio di quelli gestiti secondo il modello del genitore visitatore?
Su questo terzo punto, il benessere a breve-medio termine, c'è accordo generale della comunità scientifica. Non ancora è totalmente chiaro se si tratti di una semplice associazione dovuta ad una selezione del campione (genitori in partenza più collaboranti) o se ci sia un effetto causale ma gli ultimi studi lasciano propendere per questa seconda opzione: l'AMC rende i genitori migliori, più collaboranti e meno conflittuali. In ogni caso è evidente che l'AMC non può essere nocivo! E ha continuato ad espandersi senza tregua in tutto il mondo. Nessun Paese è mai tornato indietro e le percentuali salgono di anno in anno.
Parlando del DDL 735 molte critiche hanno obiettato che impone una visione adultocentrica e che tratta i bambini come pacchi postali. Che ne pensa?
Adultocentrico è ciò che non è corroborato dalla scienza: allora si rischia di farsi guidare da vissuti personali, professionali, da pregiudizi o sensazioni individuali. Non è questo il caso: la risoluzione 2079 del Consiglio d'Europa che esorta 47 Stati a promuovere l'AMC nasce da un'attenta disamina di dati oggettivi, di letteratura meta analitica. Tipico il caso dei presunti bambini "pacchi postali": posto che non c'è nessuna base scientifica e che la stabilità affettiva vale di più di quella muraria, i bambini in affido a settimane alterne sottostanno comunque a un quarto degli spostamenti di quelli "a week end alterni con pernotto infrasettimanale" e se la transizione avviene a scuola la loro situazione è praticamente sovrapponibile alla situazione di una famiglia unita. Ecco un esempio di come un pregiudizio vada a scontrarsi persino con la matematica.
Data: 05/11/2018 19:20:00
Autore: Redazione