Gli studi legali compiono "buone azioni"
di Gabriella Lax – Accanto alle attività lavorative tradizionali e remunerate, seguendo esempi internazionali, anche gli studi legali italiani mettono in essere attività "pro bono". Da qui la nascita, nel maggio 2017, di Pro Bono Italia, la prima associazione non profit tra avvocati, studi legali e associazioni forensi che mercoledì 28 novembre ha organizzato a Roma il primo "Pro Bono day".
Pro Bono Italia, assistenza legale gratuita e volontaria
In sostanza "Pro bono Italia", presieduta da Giovanni Carotenuto, è un'associazione, che non ha scopo di lucro e che, tramite i suoi associati e nel rispetto delle norme sul gratuito patrocinio, offre consulenza legale e rappresentanza in giudizio, gratuitamente e su base volontaria, a favore di organizzazioni no-profit che perseguano fini di utilità sociale e persone fisiche che hanno difficoltà ad ottenere assistenza legale ed accedere alla giustizia, promuovendo il progresso del bene pubblico, la tutela dei diritti umani e il miglioramento dell'ordinamento giuridico. Il modello adottato per la promozione e l'organizzazione è il dialogo fra gli avvocati, le associazioni no-profit, le clearing-house (CILD e CSVnet) nate di recente in seno all'Italian Pro Bono Roundtable e le legal clinic operanti su tutto il territorio nazionale ed all'estero.
Alcuni tra i fondatori di Pro Bono Italia hanno attivamente partecipato (e continuano a sostenere) all'Italian Pro Bono Roundtable, rete di studi legali, avvocati ed associazioni no-profit promossa da PILnet (The Global Network for Public Interest Law) e attiva dall'aprile 2014, con incontri periodici a Roma e Milano ed il supporto organizzativo all'European Pro Bono Forum tenutosi per la prima volta a Roma nel novembre 2015.
Nel 2018, chiarisce il presidente al Sole24Ore, l'associazione passa da 13 a 27 associati, dando vita a un network di 400 partecipanti di cui 83 tra studi legali associati, associazioni forensi e singoli avvocati, 58 Organizzazioni non governative, 13 grandi aziende e 9 cliniche legali ossia «laboratori creati dalle università in cui gli studenti di diritto, sotto la supervisione di esperti, prestano un servizio gratuito di assistenza e consulenza legale alla comunità locale - due clearing house, entità di smistamento». Carotenuto chiarisce inoltre che l'associazione «non presta direttamente l'attività ma filtra le richieste, e tramite le clearing house individua lo studio legale più adatto a soddisfarla. In alcuni casi il progetto è svolto da un team di studi».
Il bilancio è positivo se si pensa che «sono 175 le richieste pro bono soddisfatte con l'intermediazione di Pro Bono Italia. Un terzo di esse ha riguardato l'assistenza a enti non profit per statuti, tasse e contratti, il 25% progetti per torture e diritti dei detenuti. Ma l'associazione ha smistato anche le richieste di parere su accesso all'informazione, normativa sul traffico di stupefacenti, equal marriage e diritti Lgbt». Tra gli obiettivi da realizzare il prossimo anno un maggior dialogo «con il mondo accademico e le istituzioni, a individuare nuovi progetti soprattutto sulle tematiche dell'integrazione dei rifugiati e di migliorare il rapporto con le clearing house».
Data: 01/12/2018 16:30:00Autore: Gabriella Lax