Processo amministrativo: copia cartacea obbligatoria, il no dell'Aiga
di Gabriella Lax – Quello che doveva essere un atto di mera cortesia da parte degli avvocati viene trasformato, dal decreto Sicurezza, in un obbligo. Il riferimento è al deposito obbligatorio della copia cartacea nel processo amministrativo. Ma l'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) non ci sta.
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Aiga contro l'obbligatorietà della copia cartacea nel processo amministrativo
Il riferimento è all'art 15, comma 1-bis del decreto che prevede l'entrata a regime, nei giudizi amministrativi depositati con modalità telematiche, dell'obbligo di provvedere anche al deposito di copia conforme cartacea del ricorso e degli scritti difensivi.
In una nota, l'Aiga conferma la sua posizione e chiede la «necessaria implementazione, a tutti i livelli, del processo telematico» nonché l'eliminazione immediata della proposta di modifica inserita nel Decreto Sicurezza. Guardando all'evolversi dei fatti, secondo la ricostruzione fatta dall'Associazione, per agevolare l'introduzione del Processo Amministrativo Telematico (il PAT) e la necessaria completa attivazione, «,l'avvocatura aveva, di fatto, tollerato una norma che mutava una cortesia per il magistrato in un vero e proprio obbligo nei suoi confronti. Una norma che Aiga aveva tollerato solo in via temporanea, per ragioni di contingenza legate prevalentemente alla mancata formazione, sotto il profilo della telematica e dell'informatizzazione, dei magistrati amministrativi». Ma il Governo che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto puntare alla semplificazione ed alla ottimizzazione delle procedure e delle risorse, in sede di conversione del cosiddetto Decreto Sicurezza ha reso con un emendamento «definitivo quello che doveva essere un obbligo temporaneo, anzi, inizialmente una "cortesia", quella di depositare la copia cartacea, che va pure attestata conforme, per facilitare il lavoro dei magistrati amministrativi». Non mancano i commenti dai rappresentanti Aiga. «I giovani avvocati – evidenzia presidente nazionale Alberto Vermiglio - non condividono affatto lo spirito della norma, né le modalità con cui la stessa è stata inserita, quasi a nasconderla, tra le tante norme, aventi natura e finalità ben diverse, introdotte con il decreto sicurezza». Ed ancora «Nella norma - aggiunge l'avvocato Luigi Martin, responsabile nazionale di Aiga per il processo telematico - non si ravvisa alcuna plausibile giustificazione per la stessa, né tantomeno alcuna "semplificazione" ma semmai una implicita contrarietà all'impianto del processo telematico non giustificabile dopo i tanti sforzi profusi dall'avvocatura per adeguarsi ai tempi».
Data: 07/12/2018 16:00:00
Autore: Gabriella Lax