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Reddito di cittadinanza: spetta ai coniugi separati?

C'è chi è disposto a simulare la separazione dal coniuge per avere un Isee più basso e beccarsi il reddito di cittadinanza. Ma l'aiuto spetta ai coniugi che si separano?


di Annamaria Villafrate - Disposti a tutto pur di accaparrarsi il reddito di cittadinanza. L'Inps ha già stanato migliaia di separazioni simulate e finti stati di disoccupazione, studiati ad arte per apparire più poveri e bisognosi di quello che si è in realtà. Insomma, gli italiani quanto a fantasia non hanno nulla da insegnare, peccato che a chi sta bene e può lavorare non importi che, in questo modo sottrae fondi a tutte quelle persone che del reddito di cittadinanza avrebbero veramente bisogno. Fatta questa doverosa premessa, la domanda è: conviene simulare una separazione dal coniuge esclusivamente per risultare idonei, dal punto di vista reddituale, a percepire il reddito di cittadinanza? Certamente no, non solo perché chi pensa di essere furbo deve fare i conti con chi lo è più di lui, ma anche perché, se dai controlli della Pubblica Amministrazione dovessero emergere false dichiarazioni sulle proprie condizioni solo per ottenere erogazioni e aiuti, come il reddito di cittadinanza, incorre nel reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, che prevede la gattabuia fino a sette anni.

Reddito di cittadinanza: a chi spetta?

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L'Esecutivo, costretto a rinviare il reddito di cittadinanza, da mesi annuncia che questa misura sarà riconosciuta solo in presenza di determinate condizioni, primo tra tutti un ISEE non superiore a 9.360 euro. Il Ministro di Maio, alle critiche di chi considera il reddito di cittadinanza come un mero sussidio, risponde che, in realtà, il riconoscimento dell'assegno è subordinato alla ricerca attiva di un impiego e all'adesione a un programma di formazione e riqualificazione professionale.

Reddito di cittadinanza: spetta ai coniugi che si separano?

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Premesso quindi che, nulla è ancora certo per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, proviamo a capire che cosa potrebbe accadere alle coppie separate. Quando la separazione è ufficializzata dalla sentenza del Tribunale o dall'attestazione dell'ufficiale dello Stato civile del Comune, infatti il nucleo famigliare si separa, così come gli Isee, che di conseguenza diminuiscono di valore, ragion per cui, a fronte di redditi ridotti, non è così remota la possibilità per i coniugi di ottenere il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: chi si separa per ottenerlo commette reato

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Stando alle considerazioni svolte quindi è sufficiente separarsi per avere diritto a questa erogazione, tanto è vero che, da quando si parla di reddito di cittadinanza, soprattutto nel Sud Italia le separazioni sono stranamente aumentate. Improvvisa consapevolezza di un rapporto di coppia che non funziona o tentativo, neanche troppo velato, di strumentalizzare la legge per trarne vantaggio? Si sa, gli italiani sono famosi e anche criticatissimi per la loro capacità di aggirare le leggi, peccato che questo aumento delle separazioni abbia già messo in allarme la PA.

Reddito di cittadinanza: i controlli stana furbetti della PA

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La PA infatti è uno dei soggetti che, con le forse dell'ordine a ciò deputate, può disporre tutti i controlli necessari a verificare l'effettiva sussistenza dei requisiti richiesti dalla legge per ottenere le erogazioni statali. Questi controlli possono riguardare ad esempio la corrispondenza tra residenza dichiarata e dimora effettiva o le bollette delle utenze di gas e luce, visto che dai consumi è possibile desumere la presenza o l'assenza di soggetti all'interno di un'abitazione.

Per cui, attenti a dichiarare il falso, non solo perché è una condotta riprovevole, ma anche perché la legge punisce questo comportamento ai sensi dell'art 640 bis c.p. con la reclusione da due a sette anni.

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Data: 25/12/2018 09:00:00
Autore: Annamaria Villafrate