Avvocati e professionisti: saldo e stralcio ma a quale costo?
Le Casse dei professionisti contro la pace contributiva minacciano di adire le sedi opportune e sottolineano le possibili conseguenze nei confronti di chi aderirà al saldo e stralcio. Cassa forense chiede correzione
di Lucia Izzo - La Legge di Bilancio 2019 (L. n. 302/2018) ha introdotto una misura volta ad aiutare i contribuenti in difficoltà economica. I commi 184 e ss. dell'art. 1 della manovra, infatti, disciplinano il c.d. "saldo e stralcio" delle cartelle affidate all'agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, derivanti dall'omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività di accertamento a fini IRPEF e IVA.
Per approfondimenti: Saldo e stralcio cartelle per i contribuenti in difficoltà
La misura coinvolge, per espressa previsione normativa, i debiti delle persone fisiche e, nel dettaglio dei debitori che versano in una grave e comprovata situazione di difficoltà economica. L'estinzione dei debiti avverrà attraverso il versamento di una una somma determinata secondo le modalità indicate dai successivi commi della manovra.
- Saldo e stralcio per i contributi dei professionisti
- Saldo e stralcio: le reazioni delle Casse professionali
- Cassa Forense: il legislatore corregga il "saldo e stralcio"
Saldo e stralcio per i contributi dei professionisti
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L'agevolazione interesserà anche i debiti risultanti dai carichi affidati all'agente della riscossione nel periodo suindicato, derivanti dall'omesso versamento dei contributi dovuti dagli iscritti alle casse previdenziali professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi dell'INPS, con esclusione di quelli richiesti a seguito di accertamento. Regole analoghe a quelle dei contribuenti in difficoltà, dunque, interesseranno anche avvocati e altri professionisti.
Prevedibili le reazioni di Cassa forense e delle altre Casse professionali che avevano negli anni affidato all'agente della riscossione il recupero dei debiti dei propri iscritti: in molte, sul piede di guerra, hanno annunciato il ricorso alla Consulta in virtù dei danni irreparabili che lo stralcio potrebbe comportare ai loro bilanci, creando nocumento a tutti gli iscritti che hanno sempre versato regolarmente le somme.
Saldo e stralcio: le reazioni delle Casse professionali
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Tuttavia, va premesso che non tutte le categorie di professionisti potranno accedere al "saldo e stralcio": ad esempio, i Consulenti del lavoro ne saranno integralmente esclusi poiché il loro ente (Enpacl) ha da sempre riscosso in proprio i crediti senza affidarsi a Equitalia-Ader, affidamento che la norma, invece, esige espressamente.
Per i dottori commercialisti sarà possibile, invece, il saldo e stralcio per tutto il periodo (2000-2017), ma la scelta andrà adeguatamente ponderata: «Il nostro regolamento parla chiaro - ha spiegato il presidente Cnapdc, Walter Anedda - il mancato versamento dei contributi anche solo parziale ha come effetto l'annullamento di tutto l'anno contributivo".
In sostanza, nel caso di specie i benefici dell'adesione alla pace contributiva potrebbero avere un contrappeso assai rilevante, ad esempio in ambito di anzianità contributiva. In generale, le possibili conseguenze varieranno da ente a ente in quanto la norma, su questo, rinvia alle loro regole interne; ancora, sarà presumibilmente nei confronti dei giovani che si manifesteranno le conseguenze più pesanti correlate ai minori versamenti.
Alberto Oliveti, presidente di Adepp (Associazione degli enti di previdenza dei professionisti), ha fatto presente che "tra i presidenti degli Enti sta passando il concetto che, naturalmente, a fronte di una minor contribuzione, si erogano prestazioni minori".
"Pur tenendo conto che si tratta di una iniziativa per una platea in situazioni di disagio economico - ha soggiunto Oliveti - continuo a chiedermi che cosa possono pensarne gli iscritti alle Casse che continuano a versare regolarmente i contributi" e che li hanno sempre versati.
Cassa Forense: il legislatore corregga il "saldo e stralcio"
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Anche Cassa Forense si è schierata contro la pace contributiva e, per il tramite del Presidente Nunzio Luciano, ha reso noto che il provvedimento rappresenta "una vera e propria vergogna", che rischia di avere l'inammissibile conseguenza di "mettere sullo stesso piano chi paga e chi no", condonando il professionista che non versa i contributi previdenziali, violando anche le regole deontologiche.
Il comitato nazionale dei delegati dell'Istituto pensionistico degli avvocati ha varato all'unanimità una mozione che contesta il "saldo e stralcio", in quanto "crea un'ingiustificata disparità di trattamento tra gli iscritti, rispetto all'assolvimento di obblighi contributivi previsti dallo Statuto e dai regolamenti, con inevitabili ricadute negative, anche sui futuri trattamenti pensionistici degli stessi beneficiari del provvedimento".
Cassa ritiene che la norma contrasti con l'autonomia degli enti previdenziali (come risultante dalla sentenza 7/2017 della Consulta) e generi diseguaglianza tra gli stessi che riterrebbero o meno nella sanatoria a seconda dei diversi sistemi di riscossione e di recupero crediti adottati nel corso degli anni.
Nel caso di Cassa forense, il saldo e stralcio "genera preoccupazioni in termini di sostenibilità di medio/lungo periodo", in quanto "è potenzialmente in grado di produrre un minor gettito di entrate stimabili in circa 110 milioni".
L'ente presieduto da Nunzio Luciano auspica un riesame da parte del governo, riservandosi, al fine di tutelare anche i propri interessi, di agire "pure di concerto con le altre Casse professionali, in ogni sede istituzionale e giudiziaria competente, con particolare riferimento ai profili di palese incostituzionalità" ravvisata nella pace contributiva.
Autore: Lucia Izzo