Aprire un negozio online senza partita Iva
di Annamaria Villafrate - Aprire un negozio online senza partita Iva è possibile? La risposta è no, se con negozio online si intende un'attività strutturata, con tanto di sito, attrezzature, magazzino e magari del personale. Si, se si ridimensionano i propri obiettivi e si decide di svolgere questa attività occasionalmente. L'occasionalità però, per evitare d'ingenerare confusione, non dipende tanto dal limite annuo di ricavi pari a 5.000 euro, quanto piuttosto alla frequenza con cui si svolge l'attività. Pensandoci bene è facile capire che, nel momento in cui investiamo le nostre energie per creare un sito di e-commerce e vendere prodotti su larga scala, per farne il nostro lavoro principale, non è possibile farlo senza aprire la partita Iva e comunicare l'inizio attività al fisco. Nessuno però ci vieta di ricorrere ai gruppi di acquisto privati o al marketplace di Facebook, così come ai servizi offerti da Ebay e Amazon, per vendere ogni tanto, qualche oggetto che, magari non usiamo più, dopo avere ripulito la cantina a aver fatto il cambio armadi. In entrambi i casi, infatti, è evidente che l'attività di vendita è fatta più per passione, che per guadagno, per racimolare solo qualche soldo extra, non per farne il nostro lavoro.
Vediamo quindi di capire meglio quando e come si può vendere online, senza bisogno di aprire un negozio e partita Iva:
- Aprire un negozio online senza partita Iva: è possibile?
- Vendita online occasionale
- Vendita online come soggetto privato
Aprire un negozio online senza partita Iva: è possibile?
Molti si chiedono se, visto il successo dell'e-commerce, è possibile aprire un negozio online senza aprire una partita Iva, visti tutti gli oneri e i costi che questo comporta. La risposta, posta in questi termini è negativa. No, non è possibile aprire una vera e propria attività di vendita online di tipo professionale, senza la partita Iva. Questo non significa però che la vendita sia preclusa in assoluto a chi non abbia la possibilità di aprire un e-commerce, purché lo faccia nel rispetto di certe regole.
Il web infatti offre molte valide alternative a chi vuole mettersi a vendere qualcosa. Senza quindi sobbarcarsi il peso economico, fiscale e contributivo che l'apertura di una partita Iva comporta, è possibile percorrere due strade alternative all'e-commerce: si tratta della vendita online occasionale e di quella svolta come privati. Apparentemente i concetti sembrano uguali, in realtà ci sono delle differenze.
Vediamo quali sono.
Vendita online occasionale
Simile alla vendita una tantum, per la possibilità di praticarla senza dover aprire la partita Iva, è la vendita online di tipo occasionale. E' necessario però chiarire alcuni concetti fondamentali su questo tipo di vendita, affinché possa essere considerata occasionale. Affinché infatti la vendita possa realizzarsi senza la necessità di aprire una partita Iva, è necessario abbandonare l'idea di creare un sito internet, pubblicizzare i prodotti e venderli online con continuità. In questo caso infatti per il fisco, l'organizzazione, l'allestimento del sito per la finalità di vendita e la continuità dell'attività commerciale, indipendentemente dall'importo che se potrebbe ricavare, priva questo tipo di commercio del carattere della occasionalità. Insomma, per considerare un'attività di vendita come occasionale e quindi praticabile senza dover aprire la partita Iva è necessario rispettare questi limiti:
- non si può aprire un e-commerce o un sito vetrina con tanto di prezzi, descrizione prodotti, servizi di spedizione e assistenza al cliente;
- l'introito annuo derivante dalla vendita non deve superare i 5000 euro annui.
In genere si considera occasionale la vendita praticata da coloro che vendono oggetti realizzati a mano da loro stessi, magari per hobby. Un po' come quelli che, in occasione dei mercatini artigianali vendono oggettistica, borse e decorazioni per la casa. Chiaro che in questo caso la vendita non può essere definita di tipo continuativo, pertanto non è previsto l'obbligo di aprire una partita Iva ed emettere fattura. Questo non significa però che non ci sono degli obblighi da rispettare, se questa attività rappresenta per la persona fisica una fonte di entrata. Per quanto minimi, infatti, anche se la vendita è occasionale, gli adempimenti fiscali ci sono. Vediamo quali.
Gli adempimenti fiscali da rispettare
Chiarito che non è possibile aprire un negozio online, ovvero e-commerce con tutti i crismi, senza aprire la partita Iva, vediamo che cosa si deve fare, per stare tranquilli con il Fisco, se ci si accontenta di qualche vendita occasionale, sfruttando i siti di annunci che offrono questa possibilità.
Prima di tutto, nel momento in cui si vende qualcosa è obbligatorio rilasciare all'acquirente una ricevuta generica in cui si dovranno indicare i seguenti dati:
- il nome e il cognome del venditore;
- il nome e il cognome dell'acquirente;
- la descrizione del prodotto venduto;
- il prezzo del bene oggetto di vendita;
- la precisazione che si tratta di un introito derivante da una vendita occasionale;
- la data, il luogo e la sottoscrizione del venditore;
- l'apposizione di una marca da bollo di 2 euro se l'importo della ricevuta supera i 77,47 euro.
Ora, se nel corso dell'anno dalla vendita occasionale ne è derivato un guadagno, ovvero un utile, questo andrà dichiarato in sede di dichiarazione dei redditi, nel rigo apposito del modello utilizzato. L'esonero dal dichiarare queste somme infatti è previsti solo se rappresentano l'unica fonte di reddito dell'anno di riferimento e non superano un certo importo.
Vendita online come soggetto privato
La vendita online una tantum invece è quella che viene realizzata dai privati, nel momento in cui desiderano sbarazzarsi di un oggetto che non serve più, nella speranza non tanto di guadagnare chissà che cosa, ma di liberarsene, recuperando una piccola cifra rispetto al costo di acquisto. Online questo tipo di vendita viene molto praticata. In effetti nel cambio di stagione o quando si decide di fare un po' di ordine in cantina o in soffitta, perché non cogliere l'occasione per recuperare qualche soldino, senza essere costretti a buttare oggetti, tutto sommato in buone condizioni? Dalle biciclette, ai cappotti, dai libri all'attrezzo sportivo acquistato e mai usato. Difficile insomma non trovare qualcosa da vendere.
Ecco è questa la vendita una tantum, ovvero quella che ha come finalità, non lo svolgimento di un'attività commerciale a tutti gli effetti, ma la cessione sporadica di qualche oggetto di proprietà che non serve più. Modalità che non richiede l'apertura della partita Iva e neppure l'obbligo di emettere ricevute né tanto meno fatture, visto che non è soggetta ad alcuna tassazione.
Come fare
La vendita online come soggetti privati rappresenta insomma un altro modo per vendere online senza bisogno di aprire la partita Iva. Si tratta di vendite che, come abbiamo già detto, hanno ad oggetto soprattutto beni che non si usano più. Sono diversi i portali che offrono la possibilità, previa creazione di un account, di mettere in vendita i propri oggetti su marketplace come eBay, Amazon, Subito.it. I marketplaces infatti, sono delle specie di grandi magazzini all'interno dei quali ognuno può vendere i suoi prodotti. Naturalmente trattandosi di una vendita il sito ospitante offre la possibilità di pubblicare un annuncio, con tanto di foto, descrizione e prezzo.
Anche Facebook offre, a chi vuole vendere senza aprire una partita Iva, due soluzioni carine e facili da utilizzare, vediamo quali.
Il marketplace di Facebook
Davvero interessante il marketplace di Facebook per vendere qualche oggetto online. Facile e intuitivo da utilizzare, permette di usare questo social come una vetrina, riuscendo così ad attirare maggiormente l'interesse dei potenziali acquirenti, grazie all'enorme platea di utenti iscritti.
I gruppi di acquisto e vendita
Un altro modo per vendere da privato qualcosa, senza bisogno di aprire la partita Iva, sono i gruppi di acquisto e vendita, in genere creati su base territoriale. Questi infatti funzionano bene proprio perché mettono in contatto persone appartenenti alla stessa area geografica, di solito una città, permettendo così un incontro anche diretto tra chi vuole acquistare e vendere, magari per visionare la merce prima dell'acquisto.
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Data: 01/02/2019 09:00:00Autore: Annamaria Villafrate