Storia della Costituzione italiana
di Luca Passarini - La carta costituzionale, frutto di un compromesso tra le varie anime politiche che componevano l'assemblea costituente, fu elaborata da un ristretto gruppo, la commissione dei 75.
Vediamo i punti salienti della storia della Costituzione italiana:
- La Commissione dei 75
- Il Progetto di Costituzione
- Il compromesso costituzionale
- Approvazione e promulgazione della Costituzione
La Commissione dei 75
Già dal mese dopo la sua elezione, il 2 giugno 1946, l'Assemblea Costituente si dedica all'elaborazione della Costituzione attraverso un gruppo ristretto, istituito appositamente: si tratta della Commissione per la Costituzione, nota anche come Commissione dei 75, dal numero dei membri a cui è richiesto di collaborare. Presidente della Commissione è Meuccio Ruini, e la sua organizzazione interna prevede l'istituzione di tre sottocommissioni: la prima, diritti e doveri dei cittadini, presieduta dal Vicepresidente Umberto Tupini, la seconda, ordinamento costituzionale dello Stato, presieduta dal Vicepresidente Umberto Terracini (nonché Presidente della stessa Assemblea Costituente dopo Sforza e Saragat); la terza, diritti e doveri economico-sociali, presieduta dal Vicepresidente Gustavo Ghidini. Mentre a un comitato di redazione, detto comunemente "Comitato dei 18" spettava il compito di coordinare ed armonizzare il lavoro prodotto dalle tre sottocommissioni. Il 31 gennaio 1947 il testo approvato dalla Commissione per la Costituzione, definito "Progetto di Costituzione della Repubblica Italiana" viene presentato alla Presidenza dell'Assemblea Costituente, presieduta proprio dallo stesso Terracini, per la discussione generale. Con la possibilità di intervento riconosciuta a tutti e 556 i deputati, il Progetto subisce notevoli modificazioni.
Il Progetto di Costituzione
È interessante considerare l'antecedente storico del Progetto di Costituzione come un modello di discussione e di confronto che, aperto al dialogo costruttivo, alla critica, e alla modifica, ha permesso di raggiungere la redazione definitiva dopo quasi undici mesi di confronto e compromesso tra tre anime (la cattolica, la marxista-socialista e la liberale). Gli articoli del Progetto iniziale sono 131, poi portati a 139 con la discussione in aula: tra i principi fondamentali non compaiono gli attuali articoli 4, 5, 6, 8 e 9 e anche i peculiari articoli due e tre presentano un dettato differente.
Tra le principali macroscopiche differenze tra i due testi si rinviene, per esempio: la possibilità per il Presidente della Repubblica di indire un referendum popolare su un disegno di legge non approvato da una delle due camera; i trentacinque anni richiesti per l'elezione a senatore e i quarantacinque per la Presidenza della Repubblica; la possibilità per cinquanta deputati o diecimila elettori di promuovere giudizio di legittimità costituzionale in via principale di fronte alla Corte costituzionale; la figura del Primo ministro poi denominata solo in seguito Presidente del Consiglio dei Ministri; l'assenza dello strumento dei decreti legge.
Il compromesso costituzionale
Approvazione e promulgazione della Costituzione
Raggiunta allora una convergenza complessiva sul testo, la discussione generale si conclude in aula con l'approvazione definitiva, il 22 dicembre 1947 con 458 voti favorevoli, 62 contrari e nessun astenuto, su di un totale di 520 votanti. La Costituzione viene poi promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente, il 27 dicembre, ed entra in vigore il 1° gennaio 1948. Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l'anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione; viene poi inserita nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica, dovendo essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato, come previsto nella diciottesima disposizione transitoria e finale della stessa.
Leggi anche la guida La Costituzione
Bibliografia:
G. Zagrebelsky, Lo Stato liberale nell'Italia del XIX secolo, Mondadori
Data: 03/02/2019 12:00:00Autore: Luca Passarini