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Utero in affitto, carcere e multa

Il ddl del senatore Pillon contro "il turismo riproduttivo" propone un altro giro di vite sull'utero in affitto. Ecco i contenuti e il testo del disegno di legge


di Gabriella Lax – Carcere e multe salate per chi "fa turismo riproduttivo". Il senatore Simone Pillon, già autore del contestato disegno di legge sull'affido condiviso, adesso si fa portatore di una nuova proposta di legge (sotto allegata) contro l'utero in affitto e il commercio di ovuli.

Vediamo i principali contenuti del disegno di legge presentato nei giorni scorsi al Senato:

Carcere e multe nei casi di utero in affitto e commercio di ovuli

Il fine della proposta, come si legge nella relazione al testo, è «Porre argine al triste fenomeno del cosiddetto "turismo riproduttivo" e con tale obiettivo vengono introdotte modifiche al codice penale, "rendendo perseguibili i delitti previsti dalla legge n. 40 del 2004 anche se commessi al­l'estero" e inasprito il trattamento sanzionatorio già previsto dalla legge n. 40.

In sostanza, si prevede la pena della reclusione da tre a sei anni e la multa da 800mila a un milione di euro per "chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità".

Divieto di iscrizione figli con due padri o due madri

Il ddl, recante «Disposizioni contro il turismo riproduttivo», riporta a galla «in via definitiva il già sussistente divieto di iscrizione o trascrizione di atti di nascita dai quali risultino due padri o due madri».

Infatti, nonostante la maternità surrogata sia vietata dall'art. 12 della legge 40/2004 e la Corte costituzionale la abbia definita «gravemente lesiva della dignità della donna», il relatore chiarisce che il giudice italiano non ha la possibilità di sanzionare tali reati commessi all'estero in quanto non rientrano nella previsione di cui all'articolo 7 del codice penale e ricorda. «La legge italiana già punisce con la reclusione questo abominevole delitto, ma qualcuno che si crede più furbo va a comprarsi impunemente i bambini all'estero, affittando l'utero di povere ragazze straniere. È necessario intervenire e colmare tale vuoto». Le indicazioni del senatore riguardano soprattutto i comuni e i sindaci che trascrivono nei registri dello stato civile i figli di coppie omosessuali nati all'estero attraverso tale pratica. In questi casi, per Pillon serve «dare una definitiva indicazione che renda impossibile iscrivere o trascrivere atti di nascita di minori con due padri o con due madri, in violazione delle più elementari esigenze naturali oltre che del primario e superiore interesse del minore a non essere separato dai propri genitori naturali, come previsto dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia».

L'articolo 3 della pdl specifica in via definitiva e assoluta il divieto sussistente, prevedendo che "è fatto divieto all'ufficiale di stato ci­vile di iscrivere o trascrivere atti di nascita riportanti quali genitori del minore due per­sone dello stesso sesso ovvero più di due persone, anche se di sesso diverso. In ogni caso coloro che dichiarano la propria pater­nità o maternità sul minore debbono auto­ certificare ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, il proprio legame biologico col minore".

Data: 23/02/2019 15:30:00
Autore: Gabriella Lax