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Il Rosatellum bis

Guida alla legge elettorale n. 165 del 2017, nota come Rosatellum bis, per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica


Guida diritto costituzionale

di Luca Passarini - Dopo varie modificazioni, le elezioni politiche, volte a rinnovare il Parlamento, sono disciplinate attualmente dalla legge 165 del 2017, che politica e media hanno da sempre rinominato Rosatellum bis.

Rosatellum-bis come funziona

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Approvata definitivamente il 26 ottobre 2017, il Rosatellum bis prende il nome dal capogruppo Pd alla Camera della precedente legislatura, Ettore Rosato. La nuova legge ha introdotto nell'ordinamento un sistema misto, proporzionale per il 64% e maggioritario per il 36%, la scheda unica, la soglia di sbarramento e la possibilità di riunirsi in coalizione.

Leggi anche Rosatellum è legge

Le elezioni del 4 marzo 2018 con cui è stata eletta l'attuale legislatura (la XVIII) sono state le prime a far applicazione del Rosatellum-bis.

La legge 165 ha riformato il DPR 361/1957, prevedendo un sistema misto proporzionale e maggioritario, in cui un terzo dei deputati e senatori è eletto con il maggioritario in collegi uninominali e​​ i ​​restanti​​ due​​ terzi​​ sono​​ eletti ​​con ​​un ​​sistema ​​proporzionale​​ tramite listini bloccati.

Vediamo, nello specifico, come funziona:

L'elezione del Parlamento

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Alla Camera i 630 seggi sono così ripartiti: 232 in collegi uninominali e 386 in piccoli collegi plurinominali,​​ 12 ​​nella ​​circoscrizione​​ estero. Al Senato i 315 seggi si dividono in questo modo invece: 109 in collegi uninominali, 200 in piccoli collegi plurinominali​​, 6 ​​nella​​ circoscrizione ​​estero. I parlamentari eletti con il sistema maggioritario (i 232 candidati per la Camera e i 109 del Senato) per vincere devono riportare anche un solo voto​​ in più​​ del ​​loro​​ diretto​​ avversario. La soglia di sbarramento del Rosatellum nella quota proporzionale è fissata al 3% su base nazionale, sia al Senato che alla Camera. In aggiunta alla soglia del 3%, è prevista anche una soglia minima del 10% per le coalizioni (all'interno del quale però almeno una lista deve aver superato il 3%).

Collegi plurinominali e liste bloccate

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Il territorio nazionale viene diviso in collegi plurinominali, definiti con un decreto del governo. Il Rosatellum prevede che i collegi plurinominali siano formati dall'accorpamento di più collegi uninominali. Ogni collegio plurinominale non può eleggere più di 8 deputati, mentre all'opposto è consentito eleggerne meno. Nei singoli collegi plurinominali le liste sono poi bloccate; a questo inconveniente intervengono i collegi di piccole dimensioni, volti a garantire la riconoscibilità dell'eletto.

Modalità di votazione

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Il voto viene espresso su una sola scheda ed è vietato il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale, come si consentiva nel Mattarellum che prevedeva due schede diverse. Questo 'depotenzia' in un certo senso sia il sistema proporzionale che quello maggioritario, togliendo libertà all'elettore di scegliere liberamente un partito e un candidato​​ al​​ maggioritario.​​ Sulla scheda (una per la Camera per i cittadini italiani che hanno compiuto diciotto anni, e una per il Senato solo per gli over 25) l'elettore esprime il voto sia per la parte maggioritaria sia per la quota proporzionale.

Si può votare: con un segno su una lista (che vale anche per il candidato corrispondente), con un segno sul nome di un candidato nell'uninominale. Due le possibilità in questo caso per quanto riguarda la parte proporzionale: se il candidato è sostenuto da una sola lista, il voto si trasferisce a quella lista; se il candidato è sostenuto da più liste, il voto viene distribuito tra le liste ​​che​​ lo ​​sostengono​​ proporzionalmente​​ ai​​ risultati​​ in​​ quella ​​circoscrizione ​​elettorale; È previsto espressamente che in caso di doppio segno su un candidato e sulla lista corrispondente​​ il​​ voto ​​rimanga​​ valido.

Altre previsioni legislative

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In cado di vittoria di un candidato sia all'uninominale, sia al proporzionale, gli sarà attribuito il seggio secondo il sistema maggioritario. inoltre la legge prevede che nei collegi plurinominali con due seggi da assegnare, i candidati del listino siano un uomo e una donna; con tre seggi, due uomini e una donna o due donne e un uomo; con quattro seggi, fino​​ a ​​tre​​ uomini ​​e​​ una ​​donna​​ (o​​ naturalmente​​l'inverso) e così ​​via… Inoltre per limitare il voto di scambio è stato introdotto l'utilizzo delle note schede antifrode.

Vai alle guide:

- I sistemi elettorali

- Le leggi elettorali in Italia

Data: 17/03/2019 12:00:00
Autore: Luca Passarini