8 marzo: più giudici donne che uomini
di Redazione – più donne che uomini in magistratura. È il Consiglio Superiore della magistratura a pubblicare i dati che scattano la foto del sorpasso rosa tra i giudici, oggi 8 marzo 2019, in occasione della festa delle donne.
La Costituzione e la legge del 1963
Tutto ha inizio con la Costituzione che dichiarava all'art. 3 la pari dignità sociale ed uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso. Tuttavia, fino a quindici anni dopo, in tutti i concorsi banditi, per via della legge del 1919 che escludeva le donne dagli uffici pubblici che implicassero esercizio di diritti e potestà politiche, i vincitori erano tutti rigorosamente uomini.
Nel 1960, la Consulta dichiarava la parziale illegittimità costituzionale della legge n. 1176/2019 e nel 1963, con la legge n. 66, lo Stato riconosce alla donna la possibilità di accedere "a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la magistratura", aggiungendo, perché non si generino equivoci: "nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera".
Il primo concorso viene bandito il 3 maggio 1963, come riporta via Arenula sul sito gnewsonline ed entrano in servizio le prime 8 donne magistrato.
I dati oggi
Nel tempo, la presenza rosa è aumentata modificando gli equilibri della magistratura e oggi, secondo i dati pubblicati dal Csm, è scattato il sorpasso: su 9401 magistrati ordinari, 5103 sono donne, ossia il 53% del totale. Se si guarda poi ai giovani magistrati in tirocinio, la percentuale di donne sale al 66%, 231 su un totale di 351 giovani toghe.
Tuttavia, ciò non significa che un vero equilibrio è stato raggiunto. Spostando l'attenzione sugli incarichi apicali infatti, il dislivello rimane: su 447 posizioni direttive il il 72% è ancora ricoperto da uomini e solo il 28% degli incarichi di vertice da donne, quindi 1 donna su 4 maschi.
Data: 08/03/2019 23:00:00
Autore: Redazione