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"Troppo mascolina", per i giudici non è stupro

Ma la Cassazione annulla la sentenza shock della corte d'Appello di Ancona che ha assolto due giovani dall'accusa di violenza sessuale su una giovane peruviana e il ministero avvia verifiche


di Gabriella Lax – Se la ragazza è troppo mascolina, quindi poco avvenente, non può trattarsi di stupro, magari la vittima si è inventata tutto. A questa decisione era arrivata la sentenza della corte d'Appello di Ancona che aveva assolto due giovani dall'accusa di violenza sessuale su una giovane peruviana. Decisione che adesso è stata annullata dalla Corte di Cassazione che ha rinviato gli atti e dunque il processo di secondo grado si dovrà ricelebrare.

Il caso

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Il fatti sono accaduti nel 2015, la 20enne peruviana uscita a bere con due coetanei si apparta con uno, mentre l'altro fa da palo. La ragazza ad un certo punto però dice "no". A quel punto si sarebbe consumata la violenza, sempre con l'altro ragazzo a fare da palo. Secondo la difesa nel bere la birra la ragazza sarebbe stata drogata. A supporto dell'ipotesi di stupro ci sono anche le perizie mediche effettuate sulla giovane che evidenziano la presenza di lesioni compatibili con la violenza subita e la presenza della "droga dello stupro". I giudici di primo grado avevano condannato il presunto colpevole a 5 anni ed il complice a tre anni. La condanna non regge l'esame della corte d'appello che assolve entrambi gli imputati nel novembre del 2017. Al di là della decisione, sconcertanti sono sembrate le motivazioni della sentenza che, tra le altre cose, definisce la presunta vittima "scaltra peruviana".

La decisione

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Secondo i giudici la ragazza sarebbe stata troppo mascolina e poco avvenente per aver subito una violenza. Nella sentenza si scrive che «in definitiva, non è possibile escludere che sia stata proprio – la giovane - «a organizzare la nottata goliardica, trovando una scusa con la madre», in quanto si afferma che al giovane «la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo di "Vikingo" con allusione a una personalità tutt'altro che femminile, quanto piuttosto mascolina, che la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare». Per l'avvocato della difesa: la ragazza, una volta tornata a casa non ricordava nulla. «Aveva riportato gravi ferite, per le quali è stata operata e delle quali non si era neanche accorta; era in uno stato di torpore che le permetteva di ricordare solo flash: disse di non essere in grado di dire se avesse iniziato il rapporto in maniera consenziente ma che a un certo punto era stata molto male, aveva detto basta senza che il ragazzo si fermasse».

Non si conoscono al momento invece le motivazioni con le quali la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado, come richiesto dal pg, che ha evidenziato incongruenze e vizi di legittimità.

Il processo bis si svolgerà a Perugia.

Sentenza shock, le reazioni delle associazioni

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A dichiarare tutto il loro sdegno e l'indignazione per come la vittima è stata trattata ci sono la rete femminista Rebel Network e il Comitato Marche Pride, le associazioni promotrici Agedo Marche, Arcigay Agorà Esna Consulenze di Genere Onlus, Uaar Ancona, Rete Chegender, Comunitas APS, GAP Urbino, Rebel Network, Amigay, Assist Associazione Nazionale Atlete, Arci Libero Spazio Stay Human, I sentinelli di Ascoli Piceno, Fabriano Arcobaleno, Uisp Pesaro e Urbino, Fabriano Arcobaleno, insieme a Cgil, Cisl e Uil delle Marche e la consigliera di parità per la provincia di Ancona.

«Una simile vergogna in Italia – si legge in una nota - merita, oltre all'annullamento della Cassazione una risposta collettiva da parte di cittadini, cittadine e associazioni e istituzioni». Ed ancora «in un Paese dove qualcuno vuole sdoganare violenza sulle donne, omotransfobia e bullismo, scenderemo tutte e tutti insieme in strada per fermare questa barbarie, espressa in una sentenza. Il Paese che si riconosce e nella Costituzione e nel rispetto tra individui liberi non starà a guardare».

Il ministero della giustizia avvia verifiche

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Intanto, a quanto si apprende, il ministero della giustizia avrebbe già avviato le verifiche, dando mandato agli ispettori di effettuare accertamenti preliminari sulla decisione dei giudici di merito che, assolvendo i due giovani dal reato di violenza sessuale, hanno usato riferimenti all'aspetto fisico della giovane vittima.

Data: 12/03/5019 14:00:00
Autore: Gabriella Lax