Musica: più cari i biglietti dei concerti
di Gabriella Lax – Biglietti dei concerti nominativi. A stabilirlo è la legge di bilancio 2019 come strumento di contrasto al fenomeno del secondary ticketing. Una novità che non è piaciuta ad Assomusica, che riunisce organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo, alla quale aderiscono oltre 120 imprese che realizzano l'80% dei concerti in Italia che annuncia il rincaro dei prezzi per i biglietti dei concerti.
Concerti, rincaro dei prezzi per i biglietti
In una nota firmata dal presidente di Assomusica, Vincenzo Spera si legge infatti: «Siamo contrari a ogni forma di bagarinaggio ma i consumatori devono sapere che con l'introduzione dal 1° luglio del biglietto nominativo per i concerti dal vivo, i costi dei biglietti aumenteranno, cambiare il nome dell'utilizzatore non sarà una procedura veloce e si creeranno più code agli ingressi per i controlli».
Perplessità di Assomusica sulla nuova normativa
Il riferimento è alla normativa approvata nell'ultima legge di bilancio come strumento di contrasto al fenomeno del secondary ticketing. Una normativa nata con le migliori intenzioni ma che, invece, «rischia – secondo Spera - di generare soltanto un grande caos. Per attuare i necessari controlli, gli organizzatori dovranno aprire i cancelli molto tempo prima, impegnando più personale su più turni. Questi costi saranno pagati dai cittadini che acquisteranno il biglietto, aumenteranno code e tempi di attesa, specie in occasione di grandi manifestazioni. I consumatori non potranno più regalare un biglietto a un familiare, amico o parente. Le procedure per il cambio del nominativo non saranno semplici e immediate e potranno comportare ulteriori costi. In questo scenario rischiamo di perdere anche i grandi gruppi organizzati».
Per Assomusica, contro il bagarinaggio, «si possono chiudere tutti i siti di rivendita dei biglietti o si possono utilizzare delle app che consentono di tracciare l'eventuale passaggio di mano dei biglietti già emessi. Pur condividendo l'obiettivo che la legge si prefigge, riteniamo che le misure disposte, invece di perseguire l'attività criminosa di alcuni soggetti e/o imprese che sono la causa del fenomeno e che su di esso lucrano ingentemente, colpiscano fortemente i consumatori e gli organizzatori di spettacoli dal vivo, comportando ricadute negative, certe, sull'intero settore».
In conclusione, certamente la musica popolare contemporanea rappresenta uno stimolo per l'economia del territorio «la ricaduta minima sulle città è di 1,20 euro aggiuntivi per ogni euro speso sul biglietto – pertanto, pur nella comprensione dell'obiettivo della proposta, riteniamo ingiustificato colpire un settore florido dell'industria culturale». Assomusica auspica che si ponga rimedio alle contraddizioni e alle conseguenze negative del provvedimento senza danneggiare chi produce cultura, emozioni e ricchezza per i territori.
Data: 01/04/2019 15:30:00Autore: Gabriella Lax