Legge Salvamare: cosa prevede
In vigore dal 25 giugno 2022 la legge SalvaMare, promossa dall'ex ministro Costa, che consentirà di riportare a terra i rifiuti accidentalmente raccolti in mare
- Legge Salvamare in vigore dal 25 giugno 2022
- Guerra alla plastica
- Gli "spazzini" del mare
- Premi per incentivare i pescatori
- Riconoscimento ambientale
- Educazione ambientale nelle scuole
Legge Salvamare in vigore dal 25 giugno 2022
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Un passo importante nella lotta all'inquinamento dei mari è stato compiuto con l'approvazione definitiva al Senato in data 11 maggio 2022 del ddl Salva mare, che introduce disposizioni per la promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare.
La nuova legge Salvamare (n. 60 del 17 maggio 2022 sotto allegata) è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 10 giugno 2022 per entrare in vigore il 25 giugno 2022.
L'obiettivo è quello di contribuire al risanamento dell'ecosistema marino e alla promozione dell'economia circolare, favorire il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati, incentivare campagne volontarie di pulizia del mare e sensibilizzare la collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell'abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi nei fiumi e nelle lagune, nonché sulla corretta gestione dei rifiuti medesimi.
Il ddl prevede anche misure per la raccolta dei rifiuti galleggianti nei fiumi, detta i criteri generali per la disciplina degli impianti di desalinizzazione e prevede l'istituzione di un Tavolo permanente di consultazione presso il Ministero della Transizione Ecologica per un coordinamento ottimale della lotta all'inquinamento marino, dell'azione dei pescatori e dell'attività di monitoraggio dell'andamento del recupero dei rifiuti.
Guerra alla plastica
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L'ex Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio, Sergio Costa, a capo del Ministero durante i governi Conte I e II, sotto il quale è stata presentata la prima versione del ddl, aveva dichiarato che la guerra alla plastica doveva considerarsi un'emergenza planetaria, da affrontare con urgenza. Un dovere, aveva dichiarato Costa nei confronti di "tutte quelle specie animali, tartarughe, uccelli marini, balene e delfini che scambiano la plastica per cibo e muoiono per indigestione o soffocamento".
Nei diversi passaggi del disegno di legge alla Camera e al Senato, il testo ha subito diverse modifiche, che hanno inciso anche sulle definizioni dei termini utilizzati nel testo.
In ogni caso la legge, anche se chiamata "SalvaMare" si occupa di tutelare dai rifiuti anche laghi, fiumi e lagune.
Gli "spazzini" del mare
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La legge Salvamare disciplina la gestione e il riciclo dei rifiuti accidentalmente pescati in mare, a mezzo delle reti durante le operazioni di pesca ovvero con qualunque altro mezzo, e dei rifiuti volontariamente raccolti.
Sinora, a norma di legge, i pescatori che avessero riportato in porto i rifiuti raccolti con le reti assieme ai pesci avrebbe rischiato un'accusa per traffico di rifiuti, essendo questi considerati rifiuti speciali e non rifiuti urbani. Di conseguenza, la plastica e quant'altro fosse stato raccolto sarebbe dovuto essere nuovamente buttato in mare per evitare ogni rischio.
Il provvedimento, invece, equipara i rifiuti accidentalmente pescati a quelli prodotti dalle navi. Sarà il comandante della nave che approda in un porto a conferire "gratuitamente" i rifiuti accidentalmente pescati in mare all'impianto portuale di raccolta oppure, in caso di piccoli porti non commerciali, presso gli impianti portuali di raccolta integrati nel sistema comunale di gestione dei rifiuti.
In sostanza, i pescatori si trasformerebbero in veri e propri "spazzini" del mare, non avendo più ostacoli nel riportare a terra plastica e rifiuti accidentalmente finiti nelle reti.
Premi per incentivare i pescatori
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Secondo le stime, il 95% dei rifiuti in mare è rappresentato dalla plastica e nello stomaco del 90% degli uccelli marini ne sono stati rintracciati dei frammenti. L'Italia, inoltre, è tra i paesi che disperdono più plastica in mare nel Mediterraneo, con le sue 90 tonnellate di plastica disperse quotidianamente.
L'impatto economico sul settore pesca in Europa è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro, aveva ricordato il Ministro Costa, aggiungendo :"se non si cambia rotta, nel 2025 gli oceani conterranno una tonnellata di plastica ogni 3 tonnellate di pesce ed entro il 2050 ci sarà in peso più plastica che pesce".
Il provvedimento non consente solo ai pescatori di pulire i fondali marini, ma li incoraggia a farlo: un apposito decreto interministeriale, da adottare dopo l'entrata in vigore della legge, dovrà infatti individuare misure premiali nei confronti del comandante del peschereccio soggetto al rispetto degli obblighi di conferimento.
Tassa sui rifiuti in mare
Per quanto riguarda i costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati, il provvedimento prevede di distribuirli sull'intera collettività nazionale, coprendoli con una specifica componente che si aggiungerà alla tassa sui rifiuti o alla tariffa istituita in luogo di essa.
Riconoscimento ambientale
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Inoltre, al fine di diffondere modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell'abbandono dei rifiuti nell'ecosistema marino e alla loro corretta gestione, si prevede di attribuire agli imprenditori ittici che, nell'esercizio delle proprie attività, utilizzano materiali di ridotto impatto ambientale, partecipano a campagne di pulizia o conferiscono i rifiuti accidentalmente pescati un riconoscimento ambientale attestante l'impegno per il rispetto dell'ambiente e la sostenibilità dell'attività di pesca da essi svolta.
Ancora, il testo prevede che anche i Comuni possano realizzare un sistema incentivante per il rispetto dell'ambiente volto ad attribuire un riconoscimento ai possessori di imbarcazione, non esercenti attività professionale, che recuperano e conferiscono a terra i rifiuti in plastica accidentalmente pescati o volontariamente raccolti.
I promotori della campagne di pulizia
La legge attribuisce alle associazioni ambientaliste, a quelle di subacquei e diporti, di categoria, di pescatori sportive e ricreative, ma anche agli enti gestori delle aree protette, alle cooperative e alle imprese di pesca e loro consorzi, ai centri di immersione e di addestramento subacqueo nonché ai gestori degli stabilimenti balneari, agli Enti del Terzo settore e ad altri soggetti il compito di promuovere campagne di pulizia.
Educazione ambientale nelle scuole
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Infine, il testo punta a sensibilizzare anche gli alunni di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, prevedendo che il MIUR promuova la realizzazione di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell'importanza della conservazione dell'ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne, nonché delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti, coordinando tali attività con le misure e le iniziative previste, con riferimento alle tematiche ambientali, nell'ambito della legge 92/2019.
Nelle scuole saranno inoltre promosse le corrette pratiche di conferimento dei rifiuti e sul recupero e riuso dei beni e dei prodotti a fine ciclo, anche con riferimento alla riduzione dell'utilizzo della plastica, e sui sistemi di riutilizzo disponibili.
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Autore: Lucia Izzo