Ordinamento sportivo: riflessioni sulla riforma in arrivo
Avv. Filippo Pirisi - Il 15.2.2019 è stato presentato l'ormai noto Atto Camera dei Deputati n. 1603 contenente il Disegno di Legge avente ad oggetto gli interventi finalizzati a produrre la tanto agognata riforma dell'Ordinamento sportivo. Il tutto, anche in ragione della mancata tempestiva conversione del precedente D. L. n. 115 del 5.10.2018 che, nonostante le ambiziose aspettative, non era riuscito a porre rimedio ai problemi palesatisi (in modo particolare) all'interno della FIGC nella calda estate 2018.
- La riforma dell'ordinamento sportivo
- Delega di ampia portata al Governo
- Le conseguenze della riorganizzazione del mondo dello sport
- Aspetti critici
La riforma dell'ordinamento sportivo
Delega di ampia portata al Governo
Dalla lettura del Disegno di Legge, non si può non rilevare, quasi immediatamente, come il Governo abbia ottenuto una delega di portata, per così dire, molto significativa e forse lievemente esorbitante rispetto a quanto imposto dalla Carta costituzionale tanto in materia di limiti oggettivi della funzione normativa, quanto di limiti soggettivi della discrezionalità, quanto, ancora, di limiti procedurali e temporali in tema di attuazione delle deleghe medesime (prevista in un anno per l'adozione del singolo decreto ed in due per le disposizioni integrative e/o correttive). Sul punto, infatti, non è da escludersi un prossimo potenziale intervento della Corte Costituzionale.
Tali circostanze, però, non possono sorprendere troppo in quanto il programma governativo aveva già manifestato le proprie intenzioni inserendo, nell'art. 1, comma 630, della Legge di Bilancio 2019 (la L. 145/2018) la volontà di mutare fortemente il ruolo e la struttura della CONI Servizi S.r.l., mediante l'evidente "auto-attribuzione" del potere di adottare uno o più decreti legislativi per il riordino del CONI e di tutte le discipline di settore e di definire gli ambiti dell'attività del Comitato olimpico e delle Federazioni sportive alla luce delle attuali nuove funzioni della Società Sport e Salute.
Le conseguenze della riorganizzazione del mondo dello sport
La conseguenza principale di tale programma governativo sarà quella di dover assistere ad una totale riorganizzazione del Mondo dello Sport -sia a livello apicale che nel mero inquadramento civilistico delle singole Federazioni- nel quale il CONI, finora faro nella tempesta, perderà il suo ruolo di riferimento a livello agonistico, normativo e finanche sociale, dovendo d'ora in poi occuparsi solo dell'attività di coordinamento dello sport di esclusiva natura olimpica, a discapito invece della neonata Società Sport e Salute - i cui amministratori, è bene evidenziarlo, saranno oggetto di nomina da parte dell'esecutivo! -, la quale si occuperà dell'intera organizzazione e gestione, a tutti i livelli, dello Sport italiano.
Aspetti critici
In conclusione, a parere di chi scrive, sacrosanto e doveroso è intervenire, una volta per tutte ed in modo stabile, per la riorganizzazione di quegli aspetti che, purtroppo troppo spesso, hanno rappresentato patologie del sistema sportivo e che, purtroppo troppo spesso, si è cercato di arginare in situazioni d'urgenza mediante interventi per nulla risolutivi. Allo stesso tempo, però, non può non evidenziarsi il duplice aspetto critico della proposta governativa, da un lato in ragione di una delega che, come detto sopra, presenta non poche zone d'ombra e, dall'altro, per il fatto che questa esagerata ghettizzazione del CONI -anche alla luce delle sue funzioni, oltre che amministrative, anche giudicanti, rimaste prive di coinvolgimento nelle deleghe governative- rischia di provocare più problematiche (anche molto gravi!) che concrete risoluzioni.
Autore: Filippo Pirisi