Ripetuti procedimenti disciplinari possono essere mobbing?
Il dipendente di un'amministrazione può agire in causa per il risarcimento del danno da mobbing quando la condotta prevaricatrice del datore è vessatoria e degradante nel tempo. La sentenza della Cassazione
Avv. Francesco Pandolfi - Sulla natura del mobbing e sulla nozione giurisprudenziale del fenomeno ci siamo soffermati più volte. L'aspetto che invece si vuole oggi mettere in evidenza è quello più direttamente correlato all'incidenza di alcune specifiche condotte del datore di lavoro sulla prestazione lavorativa del proprio dipendente, oltre ad un possibile effetto di tale fenomeno lesivo, che è quello risarcitorio.
Le condotte offensive e degradanti del datore
Parliamo di condotte ripetute nel tempo che appaiono alla fine offensive e degradanti; vogliamo riferirci all'ingiusta prevaricazione e alla mortificazione del dipendente, elementi che, a loro volta, diventano fonte di responsabilità risarcitoria.
Pensiamo al caso del dipendente di un'amministrazione che subisca, nell'arco di un certo periodo di tempo, diversi procedimenti disciplinari, all'esito tutti infondati, o anche che riceva ripetute visite fiscali a fronte delle sue assenze dal lavoro per le terapie post operatorie dopo la cura di una seria patologia tumorale, documentalmente nota all'ente di dipendenza.
Il risarcimento del danno alla salute del dipendente
Ebbene, proprio su questa fattispecie, la Corte di Cassazione Sez. 6 L civile (ordinanza n. 11739 del 03.05.2019) ha stabilito, rigettando il ricorso ministeriale e confermando la sentenza della Corte di Appello, che merita il risarcimento il dipendente vittima di azioni mobbizzanti di questo tipo.
Leggi in merito Cassazione: è mobbing mandare troppe visite fiscali
Il caso nasce da una vicenda che vede come parte lesa una docente e come autrice delle condotte prevaricatrici la dirigente scolastica, ma è evidente che si tratta di una esemplificazione, di per se riferibile alla generalità di casi ove il sereno rapporto di lavoro viene minato alla base da insulsi, dannosi e dimostrabili attacchi alla salute psicofisica del prestatore.
In buona sostanza: la denigrazione della professionalità della docente è inammissibile ed, infatti, per la Corte è stata assolutamente ingiustificata.
I plurimi ed infondati procedimenti disciplinari, le reiterate visite fiscali, gli improvvisi e ingiustificati controlli del personale della scuola mentre la docente si trovava in aula, le continue richieste di chiarimenti per le assenze derivanti dalla malattia, sono tutti elementi di convergenza verso il malsano progetto mobbizzante.
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Data: 08/05/2019 15:30:00Autore: Francesco Pandolfi