Cannabis light: chiuderanno i negozi?
di Gabriella Lax – Chiudere tutti i negozi che vendono la cannabis legale e vietare le feste legate alla canapa. Questa è la proposta promossa dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo aver incontrato i rappresentanti di alcune comunità di recupero per tossicodipendenti, e che è al centro di un dibattito serrato in questi giorni.
Cannabis light, Salvini: «Chiuderemo i negozi»
I canapa shop rappresenterebbero un incentivo all'uso e allo spaccio degli stupefacenti. Il premier leghista si dice pronto a non attendere i lunghi tempi della giustizia poiché gli stupefacenti rappresentano un'emergenza devastante. Da qui l'idea: «Dobbiamo usare tutti i metodi democratici per chiudere questi luoghi di rieducazione di massa. Ora usiamo le maniere forti». E, a tal proposito, annuncia controlli a tappeto su tutti i canapa shop, specificando: «Noi non vogliamo punire i consumatori, mi interessa la galera certa per gli spacciatori trovati in flagranza di reato. La stragrande maggioranza delle comunità di recupero attorno al tavolo mi ha chiesto un approccio assolutamente rigido». Una tematica spigolosa che potrebbe dare un altro scossone all'esecutivo. «Sulla droga sarei pronto a mandare a casa il governo – afferma Salvini - Io con i Cinque Stelle su questo sì che ci litigo, perché qualcuno vorrebbe che lo Stato diventasse spacciatore». Da qui la replica del premier pentastellato Luigi Di Maio: «La droga la muovono mafie e organizzazioni criminali. Basta minacciare il governo»
Il ministro Grillo: «Questi negozi non vendono droga»
A far sentire la sua posizione sul tema è stata il ministro Giulia Grillo che, preventivamente ha spiegato: «Nel nostro Paese non c'è la droga libera. Questi negozi non vendono droga – ragion per cui, afferma - non bisogna dare informazioni sbagliate. Se per caso, come ministro dell'Interno, Salvini è in possesso di informazioni che io non ho, e questo è pure possibile, chiaramente allora bisogna fare un altro ordine di considerazioni». «Come ministro della Salute – evidenzia ancora la Grillo – posso dire che andranno nel senso di una restrizione di vendita alle categorie vulnerabili (donne incinta e minori, nds), per il principio di precauzione. Il Consiglio superiore di sanità vecchio aveva dato indicazioni di tipo giuridico, che non spettano al Css ma all'Avvocatura dello Stato, a cui abbiamo chiesto il parere tempo addietro e che contemplerà tutti i ministeri, primo di tutti il ministero dello Sviluppo economico».
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Data: 09/05/2019 19:00:00Autore: Gabriella Lax