La fattura semplificata
di Valeria Zeppilli – In alcuni casi particolari, i soggetti tenuti alla fatturazione possono emettere una fattura semplificata.
- Fattura semplificata: cos'è
- Quando può essere emessa
- Cosa si deve inserire nella fattura semplificata
- Cosa si può omettere nella fattura semplificata
Fattura semplificata: cos'è
Si tratta di un documento previsto dalla legge n. 633/1972 con il fine di semplificare gli oneri connessi alla fatturazione, perseguito prevedendo che, rispetto alla fattura ordinaria, nella fattura semplificata vadano inserite delle informazioni ridotte.
La sua disciplina è dettata dall'articolo 21-bis, introdotto dalla legge n. 228/2012.
Quando può essere emessa
La fattura semplificata può essere emessa in sostituzione di quella ordinaria non sempre, ma solo in determinate ipotesi.
Importi non superiori a 400 euro
In particolare, per potersi avvalere di tale documento l'importo fatturato, comprensivo di Iva, non deve superare i 400 euro (100 euro fino al 24 maggio 2019).
Non deve trattarsi, poi, di vendite a distanza, di cessioni intracomunitarie o di cessioni per beni o servizi per cui non vale il principio di territorialità o quando l'Iva è dovuta nel paese del committente.
Cosa si deve inserire nella fattura semplificata
Nella fattura semplificata vanno inseriti i seguenti dati:
- la data di emissione
- il numero progressivo univoco,
- i dati del cedente/prestatore (ragione o denominazione sociale, nome e cognome, residenza e/o domicilio),
- il numero di partita Iva del cedente/prestatore,
- il codice fiscale o la partita Iva del cliente,
- l'indicazione sommaria dei servizi offerti o dei beni ceduti,
- l'importo totale del documento e dell'imposta.
Cosa si può omettere nella fattura semplificata
Come detto, la caratteristica della fattura semplificata è che in essa non devono essere inserite tutte le informazioni che normalmente sono contenute in una fattura, ma un numero ridotto di elementi.
In particolare, con riferimento al cliente non sono richiesti tutti i dati ma basta solo la partita Iva o il codice fiscale.
I beni e i servizi fatturati, poi, non devono essere necessariamente annotati dettagliatamente ma possono essere descritti in maniera sommaria.
L'Iva e il totale, inoltre, non vanno per forza separati, ma basta anche un'unica voce che comprende il totale Iva inclusa.
Non possono mai essere omessi, in ogni caso, il numero di fattura univoco e la data di emissione.
Autore: Valeria Zeppilli