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Pensioni, arriva il maxi-scivolo

Lo prevede un emendamento al decreto Crescita: la misura appena depositata riguarderà però soltanto le aziende con oltre i mille lavoratori e per un solo biennio


di Gabriella Lax Pensioni, un maxi-scivolo nelle grandi imprese, con la possibilità di lasciare il lavoro sette anni prima, con costi a carico dell'azienda. E' quanto prevede un emendamento al decreto crescita in discussione in Parlamento per la conversione in legge.

In pensione sette anni prima

Il meccanismo è contenuto nel nuovo contratto di espansione che va a sostituire gli attuali contratti di solidarietà espansiva. L'emendamento dei relatori al decreto crescita potrebbe favorire il rinnovamento delle aziende, o meglio, le grandi imprese con più di 1.000 lavoratori che all'interno di un ammodernamento tecnologico potrebbero anche favorire l'uscita dei lavoratori più anziani con uno scivolo a proprio carico fino a sette anni dalla pensione.

Il meccanismo prevede che le aziende possano anche ridurre l'orario di lavoro degli altri dipendenti e in cambio assumere nuovi lavoratori. Quindi l'impresa può ridurre l'orario di lavoro, in media non superiore al 30% dell'orario ordinario, ma potendo arrivare anche fino al 100% (cioè astensione totale) con singoli lavoratori che vi acconsentano, ricorrendo alla Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) per una durata massima di 18 mesi. L'azienda infine può ricorrere a licenziamenti anticipati dei dipendenti ai quali mancano fino a 84 mesi per arrivare alla pensione di vecchiaia o anticipata. In questi casi non si tratterebbe di prepensionamenti, ma di una procedura di esodo agevolato.

Nello specifico per i lavoratori «a non più di 84 mesi» dalla pensione «il datore di lavoro riconosce per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, a fronte della risoluzione del rapporto di lavoro, una indennità mensile, liquidabile anche in unica soluzione, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro».

Se il lavoratore è vicino alla pensione anticipata «il datore di lavoro versa anche i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto, con esclusione del periodo già coperto dalla contribuzione figurativa a seguito» del licenziamento.

Prevista anche una clausola per evitare nuovi esodati, perché si precisa che «leggi e altri atti aventi forza di legge non possono in ogni caso modificare i requisiti per conseguire il diritto» alla pensione «vigenti al momento dell'adesione» all'uscita con scivolo aziendale. Gli elenchi dei lavoratori che «accettano indennità» andranno depositati.

Data: 05/06/2019 15:00:00
Autore: Gabriella Lax