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Salario minimo: la guida

Il salario minimo è il livello minimo di retribuzione, oraria, giornaliera o mensile, che i datori di lavoro devono corrispondere ai propri dipendenti


Salario minimo in Italia

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L'introduzione del salario minimo in Italia è oggetto da anni di un acceso dibattito, che ha portato alla presentazione di diversi disegni di legge, nessuno dei quali è tuttavia giunto a conclusione dell'iter parlamentare.

Di conseguenza, oggi la retribuzione trova la sua fonte di disciplina in due sole norme: l'art. 36 della Costituzione italiana e l'art. 2099 c.c.

Articolo 36 Costituzione italiana

L'articolo 36 della Costituzione, nel dettaglio, stabilisce che "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".

Articolo 2099 codice civile

L'articolo 2099 c.c., invece, sancisce che "La retribuzione del prestatore di lavoro può essere stabilita a tempo o a cottimo e deve essere corrisposta con le modalità e nei termini in uso nel luogo in cui il lavoro viene eseguito. In mancanza di accordo tra le parti, la retribuzione è determinata dal giudice. Il prestatore di lavoro può anche essere retribuito in tutto o in parte con partecipazione agli utili o ai prodotti, con provvigione o con prestazioni in natura".

Quanto è la paga minima oraria?

In assenza di un salario minimo legale, in Italia queste due norme sono state attuate utilizzando come parametro di riferimento per stabilire la retribuzione minima alla quale i lavoratori hanno diritto i contratti collettivi nazionali di lavoro.

Di conseguenza nel nostro paese la paga minima oraria è quella stabilita per ciascun livello di inquadramento dal CCNL applicabile in azienda.

Salario minimo 2022

E' dal 2020 che in Italia si parla con insistenza dell'introduzione di un salario minimo, oggetto anche del piano di rilancio previsto nel Piano Nazionale di Riforma da finanziare con il Recovery Fund.

Ad oggi, è all'esame in commissione lavoro del Senato il disegno di legge n. 2187 di Nunzia Catalfo (sotto allegata) che contiene "Disposizioni in materia di salario minimo e rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva". L'art 1 del dll precisa, come anticipato, che nel rispetto e in attuazione dell’articolo 36, primo comma della Costituzione si vuole riconoscere ai lavoratori una retribuzione complessiva sufficiente e proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato, compresi i rapporti di collaborazione di cui all’articolo 2 del decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015, n. 81, ad eccezione di quelli previsti alle lettere b), c) e d) del comma 2 del medesimo articolo.

L'elemento innovativo del ddl è però soprattutto l'art. 2 il quale chiarisce che deve considerarsi retribuzione complessiva proporzionata e sufficiente il trattamento economico complessivo, non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale, che però non può essere inferiore a 9 euro lordi.

Come funziona il salario minimo?

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Il salario minimo funziona definendo in maniera certa, uguale per tutti i rapporti di lavoro subordinato e cogente il trattamento economico che integra la previsione costituzionale della retribuzione proporzionata e sufficiente: per ogni ora lavorata non può essere corrisposta al lavoratore una cifra inferiore a quella minima stabilita dalla legge.

In tal modo si argina il rischio che si verifichino delle imponenti riduzioni salariali conseguenti all'insufficienza della domanda di lavoro e si contrasta il dumping salariale, migliorando anche la qualità del lavoro e contrastando il fenomeno dei cc.dd. working poors, ovvero quei lavoratori il cui reddito è inferiore alla soglia di povertà.

Chi decide gli stipendi?

Tenendo conto della paga minima oraria, sarebbe poi il datore di lavoro a decidere gli stipendi, che non potrebbero scendere al di sotto di quella soglia, ma potrebbero superarla anche di molto.

La decisione, come avviene anche ora, potrebbe comunque essere l'esito di una trattativa con il dipendente, specie laddove questo abbia una rilevante "forza contrattuale" in ragione della sua esperienza, della sua formazione, dell'incarico da ricoprire.

Quanto costerebbe alle imprese il salario minimo

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Il disegno di legge di Nunzia Catalfo, che prevede l'introduzione di un salario minimo orario di 9 euro lordi per tutti i lavoratori comporterebbe un aumento medio del costo del lavoro non inferiore al 20%.

Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha evidenziato che i lavoratori ai quali adeguare la retribuzione sarebbero 4 milioni (come confermato anche dal presidente dell'Inps nel settembre 2021) e che questo comporterebbe un aumento diretto del costo del lavoro per le imprese di oltre 5,5 miliardi di euro.

Gli effetti positivi del salario minimo secondo l'Inapp

Nel corso della videoconferenza tenutasi l'11 gennaio 2021 con la Commissione del Senato e i rappresentanti Inps, Inas Cobas e Fededistribuzione Marco Centra, responsabile della Struttura Lavoro e professioni dell’Inapp (Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche) nelle sue conclusioni ha chiarito che "Gli studi sull'impatto dell'introduzione del salario minimo riportano effetti positivi in merito a numerosi parametri: la spinta all'aumento dell'efficienza e della produttività delle imprese, un maggiore gettito fiscale e contributivo, una crescita della domanda aggregata in assenza di effetti diretti sui livelli occupazionali. A questi sono legati anche effetti positivi indiretti associati al miglioramento della qualità della vita dovuto all'aumento del reddito disponibile delle famiglie con più bassi salari."

Salario minimo in Europa

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Trovato l'accordo sul salario minimo nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2022 tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio d'Europa. I negoziati per introdurre il salario minimo in Europa erano stati avviati lunedì 6 dicembre 2021 dal Consiglio UE, con lo scopo di garantire a tutti i lavoratori e alle loro famiglie una vita libera e dignitosa. In tutta Europa sono 21 gli Stati ad aver stabilito un salario minimo, ma i valori naturalmente sono influenzati dalle condizioni economiche e giuridiche che caratterizzano ogni singolo Paese. Gli importi dei salari minimi variano infatti da un minimo di 332 euro della Bulgaria a un massimo di 2200 euro del Lussemburgo.

La Direttiva, sulla quale, come era stato anticipato, è stato raggiunto l'accordo nel primo semestre 2022, si occupa di regolamentare le procedure necessarie per garantire, nei paesi in cui è già presente, che la misura dei salari sia adeguata, mentre nei paesi, tra cui l'Italia, che ancora non lo hanno, che la legge preveda un salario dignitoso per tutti. Nel determinare l'entità dei salari, si propone di tenere conto dell'inflazione o al costo di un determinato paniere di prodotti. Per fissare però salari minimi adeguati le parti sociali devono essere maggiormente coinvolte.

Non resta che attendere la conclusione dell'iter, ossia l'esame della Commissione Lavoro e Affari sociali, poi il voto in Parlamento e infine il via libera definitivo del Consiglio Europeo prima della pubblicazione della Direttiva sulla Gazzetta Ufficiale.

Una volta in vigore, la Direttiva vincolerà gli Stati solo in relazione all'obiettivo da raggiungere. Spetterà infatti ai Paesi UE adottare poi, in autonomia, le leggi di recepimento, nel termine di due anni.

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Data: 08/06/2022 10:00:00
Autore: Lucia Izzo