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Banca d'Italia: uno sguardo agli scenari economici

Brevi cenni sugli scenari economici italiani dalle recenti informazioni di Banca d'Italia


di Roberto Paternicò - Permangono rischi per le prospettive dell'economia globale sia per il protrarsi delle tensioni commerciali internazionali sia per effetto della diminuzione dei rendimenti a lungo termine nei paesi avanzati, a seguito del deteriorasi delle prospettive di crescita e dell'orientamento più accomodante delle principali banche centrali per mantenere bassi i tassi d'interesse e attivare una nuova serie di operazioni di rifinanziamento (TLTRO3, da parte della BCE).
L'attività economica nell'area dell'euro resta debole e soggetta a rischi di ribasso e secondo l'OCSE, nel 2019, il PIL mondiale rallenterebbe al 3,2% con un incidenza superiore alle attese in Cina e con le incognite sui tempi e modalità della Brexit.
Sulla base delle proiezioni elaborate nel mese di Giugno dalle banche centrali dell'Eurosistema, il PIL aumenterebbe dell'1,2% nel 2019 e dell'1,4% all'anno nel biennio 2020-21 (circa 0,3 punti percentuali in meno rispetto a quanto previsto in marzo). Proiezioni su cui gravano rischi al ribasso e con un'inflazione sostanzialmente contenuta.

Le misure di politica monetaria

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Per i titoli in scadenza (titoli di stato e obbligazioni corporate selezionate), tramite le Banche centrali, s'intende reinvestire interamente il capitale rimborsato per un prolungato periodo di tempo e per un tempo non definito, ma necessario per preservare condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
Attivare una nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations - TLTRO3) con un meccanismo d'incentivo all'erogazione del credito a famiglie e imprese analogo a quello delle operazioni ancora in essere (TLTRO2) per cui il costo per le banche potrà ridursi in funzione del credito da esse erogato. La quantità massima di liquidità erogabile a ciascun istituto di credito sarà pari al 30% delle consistenze di prestiti a imprese e famiglie (al netto dei finanziamenti per l'acquisto di abitazioni) in essere alla fine dello scorso febbraio.
L'euro è rimasto, sostanzialmente, stabile rispetto al dollaro.

L'economia italiana

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Nel primo trimestre 2019 la crescita del PIL è tornata appena positiva (0,1% sul periodo precedente) mentre nel secondo trimestre sarebbe rimasto stazionario o in lieve diminuzione.
A maggio 2019 l'attività industriale è cresciuta dello 0,9% e sulla base di stime, nel secondo trimestre, la produzione industriale dovrebbe diminuire dello 0,7%.

L'accumulazione di capitale è aumentata dello 0,6% con l'accelerazione nel comparto delle costruzioni, ma sono diminuiti gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto risentendo, anche, del calo della spesa per autoveicoli.
Nel complesso, per le imprese nel 2019, la spesa per investimenti a prezzi costanti si assesterebbe su livelli appena superiori a quelli del 2018, frenata dal calo delle aziende manifatturiere. Le imprese dei servizi che nel 2018 hanno ridimensionato la spesa, ne prevedono una ripresa.
Il debito complessivo delle imprese in percentuale del PIL ha registrato un ulteriore calo, collocandosi al 68,7%.
Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate, in termini di volumi, dello 0,2% sul periodo precedente, ma il rallentamento nel comparto "beni" ha risentito della flessione delle vendite negli Stati Uniti.

Titoli di Stato e mercato finanziario

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I corsi azionari e i rendimenti dei titoli di Stato hanno mostrato ampie oscillazioni. I corsi azionari hanno risentito dell'inasprimento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, nonché di quelle sui titoli di Stato italiani sino al mese di Maggio 2019, poi i corsi azionari hanno registrato un rialzo e la volatilità si è ridotta.
L'aumento dell'avversione al rischio degli investitori ha determinato un ribilanciamento dei portafogli verso attività ritenute meno rischiose.

Nei primi quattro mesi del 2019 gli investitori esteri hanno effettuato acquisti netti di titoli di Stato per 22,3 miliardi, assorbendo oltre il 40% delle emissioni nette del Tesoro nello stesso periodo.
Per i titoli di Stato italiani si registra una generalizzata contrazione dei premi per il rischio sovrano (credit default swap - CDS), favorita dall'annuncio dell'accomodamento monetario della BCE nonché dalla revisione del disavanzo dell'anno in corso, evitando la procedura della Commissione europea.

Compravendita delle abitazioni

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Il numero delle compravendite di abitazioni ha continuato a salire nei mesi invernali (0,4%) mentre la discesa dei prezzi, tuttavia, non si è ancora assestata.

Le famiglie

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Seppur in recupero di reddito disponibile, nei primi tre mesi del 2019, la spesa delle famiglie è cresciuta poco, ma é aumentata la propensione al risparmio mentre il debito delle famiglie italiane, in rapporto al reddito disponibile, è rimasto sostanzialmente invariato (61,1%) e ben al di sotto di quello medio dell'area dell'euro (94,1%).

Le banche

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La dinamica del credito è ancora positiva e solida per le famiglie, ma lievemente negativa per le imprese. Rispetto ai dodici mesi precedenti, i prestiti alle imprese sono diminuiti, in misura più accentuata per le società di piccole dimensioni, soprattutto manifatturiere.
La raccolta delle banche italiane è moderatamente aumentata, compensando la flessione della provvista netta all'ingrosso. I rendimenti delle obbligazioni bancarie italiane, sul mercato secondario, sono scesi in misura marcata dopo il rallentamento delle tensioni sui titoli di Stato e il costo del credito resta basso.
I nuovi crediti deteriorati in rapporto al totale dei finanziamenti è di nuovo lievemente diminuito all'1,3% e comunque l'incidenza sul totale crediti lordi si attestava al 9,3% a fine 2018 (media UE 3,2%).
Data: 17/07/2019 15:00:00
Autore: Roberto Paternicò