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La Cassazione sul dovere di diligenza nella custodia delle armi

Chi detiene legittimamente armi deve adottare un complesso di cautele che, in relazione a specifiche situazioni di fatto, ci si può attendere da una persona prudente


Avv. Francesco Pandolfi - Prudenza è la parola d'ordine per la custodia di armi. Vediamo qui il pensiero della Cassazione penale sul punto.

Il dovere di diligenza

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Quello che è comunemente definito il dovere di diligenza nella custodia delle armi, in pratica non è altro che l'insieme delle cautele adottate ed adottabili, per specifiche situazioni di fatto, da una persona cosiddetta di normale prudenza.

Il dovere di adottare difese antifurto

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Il dovere di diligenza nella custodia delle armi, dice la Sezione 1 della Cassazione penale con la sentenza n. 29849 dell'8.07.2019, non si deve confondere con quello, più specifico, che impone di adottare efficienti difese antifurto, sancito dalla seconda parte del co. 1 art. 20 L. n. 110/75, soltanto a particolari categorie di soggetti (rivenditori e collezionisti di armi).

Cautele verso minori ed incapaci

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Continua la Cassazione affermando che il dovere di diligenza non va confuso neppure con quello previsto dall'art. 20 bis diretto ad impedire che armi, munizioni ed esplosivi vengano in possesso di minori, incapaci, tossicodipendenti o di persone imperite nel maneggio degli stessi.
La valutazione relativa all'idoneità delle misure adottate e alla diligenza esplicata è, notoriamente, sempre rimessa all'apprezzamento del giudice di merito, il quale è chiamato a dare un'adeguata motivazione sul punto.

Il caso

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La questione della diligenza nella custodia è venuta in risalto a seguito dell'instaurazione di un giudizio, concluso in Cassazione con la precitata sentenza 29849.

Ebbene, la vicenda era emersa in tutta la sua problematicità dal momento che la condanna avanti il Tribunale era scaturita perchè la persona interessata non aveva assicurato, con ogni dovuta diligenza, nell'interesse della pubblica sicurezza, la custodia di un fucile semiautomatico di sua proprietà.
Nello specifico: aveva lasciato l'arma all'interno di una cassapanca priva di chiusura, con due scatole contenenti munizionamento, posizionata nelle immediate vicinanze della porta d'ingresso della propria abitazione, in questo modo purtroppo consentendo al compagno della figlia, che viveva all'interno della stessa abitazione da qualche anno di entrarne in possesso con facilità e, dopo aver caricato l'arma con le munizioni collocate dentro la cassapanca, di spararsi.

In pratica

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La conclusione cui vuole pervenire la Cassazione è quella che impone di adottare, oggettivamente, ogni tipo di misura idonea ad evitare che qualunque persona, diversa da colui che ha dichiarato la detenzione delle armi o delle munizioni, possa entrarne in possesso indipendentemente dalla sua volontà.
Altre informazioni?
Avv. Francesco Pandolfi
3286090590
avvfrancesco.pandolfi66@gmail.com
Data: 09/08/2019 15:30:00
Autore: Francesco Pandolfi