Monopattini, tra multe e class action
di Annamaria Villafrate - E' guerra in tutta Europa ai monopattini elettrici con le prime multe che fioccano e la minaccia di class action. In Francia, ad esempio, dopo che due donne sono state investite da conducenti scellerati alla guida di monopattini elettrici, è nata l'associazione Apacauvi, i cui esponenti, proprio oggi, 12 agosto saranno ricevuti dal Ministero dei Trasporti Francese, per prendere provvedimenti contro le condotte d'inciviltà urbana.
Ma anche in Italia intanto, fioccano le prime multe, come avvenuto a Modena e Milano per chi non ha rispettato le disposizioni del Codice della Strada e del decreto che, a fine luglio, ha avviato la sperimentazione sulla microcircolazione.
- Monopattini: proteste e class action
- In Italia le prime multe
- Cosa prevede il decreto sulla micromobilità
Monopattini: proteste e class action
Oggi 12 agosto Jean-René Albertin e Arnaud Kielbaza, i fondatori della associazione filantropica azione contro l'anarchia urbana vettore di inciviltà (Apacauvi) saranno ricevuti dal Ministero dei Trasporti Francese. L'associazione, sorta per contrastare i fenomeni d'incivilità urbana dei conducenti di monopattini elettrici che non si attengono alle regole della previste per questi dispositivi, si pone l'obiettivo di vietarne la circolazione sui marciapiedi di tutta la Francia.
Il problema da risolvere però è anche un altro. Chi noleggia questi mezzi non ha un database da cui è possibile comprendere chi e quando ha utilizzato il monopattino. Un problema che, secondo Kielbaza, potrebbe risolversi chiedendo all'utilizzatore l'invio di un documento d'identità tramite smartphone, al momento del pagamento con carta di credito.
In alcune città francesi si stanno prendendo i primi provvedimenti, c'è chi vieta la circolazione dei monopattini sui marciapiedi e chi fa multe a chi parcheggia male il mezzo, ma c'è altro da fare. Apacauvi vuole infatti avviare una class action per contrastare l'impatto ambientale degli scooter elettrici e il fenomeno di chi, con il business del free floating, sfrutta manodopera a basso costo per recuperare questi mezzi elettrici lasciati in giro dagli utilizzatori.
In Italia le prime multe
Dal 27 luglio è partita in Italia la sperimentazione sull'uso dei monopattini elettrici e in varie città italiane sono state irrogate le prime multe. C'è chi va in due su un monopattino, chi contravvenendo ai divieti circola sui marciapiedi, ma anche chi viola il limite di velocità o parcheggia il mezzo a casaccio intralciando così la circolazione agli altri utenti della strada e delle sue pertinenze.
A Milano è stata emanato il regolamento che disciplina la circolazione dei mezzi elettrici per la micromobilità fissando multe da 26 a 99 euro. A Modena invece, a un trentenne che circolava a bordo di un monopattino, è stata irrogata la salatissima multa di 5.110 euro, non solo perché era senza patente, casco, targa e copertura assicurativa e immatricolazione, ma anche perché il mezzo utilizzato, capace di raggiungere una velocità superiore ai 6 Km orari e munito di sellino, come stabilito dal provvedimento comunale, era classificabile come ciclomotore.
Cosa prevede il decreto sulla micromobilità
Per comprendere il perché di queste multe ricordiamo in sintesi quali sono le principali regole di circolazione contenute nel testo del decreto sulla "Sperimentazione della circolazione su strada di dispositivi per la micromobilità elettrica."
Prima di tutto gli unici mezzi ammessi alla sperimentazione sono gli hoverboard, i segway, i monowheel (mezzi autobilanciati) e i monopattini (non autobilanciati) dotati di motore elettrico avente potenza nominale massima non superiore a 500 W e segnalatore acustico.
I dispositivi non possono essere muniti di posto a sedere per l'utilizzatore che quindi può utilizzarli solo con postura in piedi.
Per poter utilizzare detti mezzi sulle aree pedonali, gli stessi devono essere dotati di regolatore di velocità, devono riportare la marcatura CE prevista dalla direttiva n. 2006/42/CE e il conducente deve rispettare il limite dei 6 km/h. Quando invece si ammette la circolazione sulle piste ciclabili, sui percorsi promiscui pedonali e ciclabili (figura II 92/b dPR n. 495/1992) e nelle zone 30 o su strade dove è previsto un limite di velocità massimo di 30 km/h, gli utilizzatori devono attenersi a quanto stabilito dall'art 182 comma 1, che fissa la regola del movimento a fila unica.
Spetta ai Comuni stabilire in quali strade i dispositivi per la micromobilità possono circolare, come regolamentare la sosta, avviare campagne informative sulla sperimentazione, fissare l'obbligo per i noleggiatori di adottare adeguate coperture assicurative.
Per poter utilizzare i mezzi elettrici per la micromobilità occorre aver compiuto la maggiore età o essere in possesso di patente AM se il conducente è un minore di età. Infine divieto di trasportare altre persone sul mezzo.
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Data: 12/08/2019 14:00:00Autore: Annamaria Villafrate