Rinnovo porto d'armi e condanna prescritta per reati fiscali
Nel caso in cui l'Amministrazione intendesse respingere il rinnovo della licenza di porto d'arma per difesa privata, il reato contestato deve essere attinente a specifici abusi nell'uso di armi
Avv. Francesco Pandolfi - Viene presentata un'istanza per ottenere il rinnovo della licenza di porto d'armi per difesa personale e il Prefetto la respinge, in quanto la persona interessata pare che non abbia i requisiti di affidabilità e buona condotta in ragione di una condanna in primo grado alla pena di anni 1 di reclusione, con pena sospesa, per reati fiscali.
Il caso
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In sede di ricorso amministrativo avverso il diniego dell'amministrazione, il Tar Parma espone il suo parere accogliendo la lamentela dell'interessato per mezzo della sentenza n. 76/2019.
Durante il percorso della causa amministrativa, la causa penale si chiude con una sentenza di archiviazione per intervenuta prescrizione.
La decisione
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Ebbene, il Collegio del tribunale amministrativo si limita semplicemente a rilevare che non ogni condanna comporta una ripercussione immediata sul versante amministrativo della licenza per il porto d'armi.
Si tratta, in effetti, di individuare quelle sole condanne e quei soli reati che siano in qualche modo significativi affinché si possa realmente considerare incrinata l'affidabilità e la buona condotta.
Ora, la condanna a suo tempo riportata dalla persona nel caso della sentenza 76/19, non rientra nelle tassative norme del T.u.l.p.s. che inibiscono il rilascio della licenza.
In pratica
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Quando il provvedimento dell'amministrazione è carente nella motivazione e, soprattutto, l'inaffidabilità del ricorrente viene desunta dal solo dato storico della sentenza di condanna, il diniego è annullabile mediante ricorso al Tar.
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Avv. Francesco Pandolfi
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Autore: Francesco Pandolfi