Pensione bassa: come far valere i propri diritti
di Valeria Zeppilli – I pensionati che sono titolari di un trattamento previdenziale troppo basso non devono necessariamente rassegnarsi, ma possono verificare se il nostro ordinamento prevede dei sussidi e degli aiuti che permettono un aumento del loro assegno.
- Primo step: controllare la pensione
- Hai diritto ai trattamenti integrativi della pensione?
- Attenzione al RED
- Le detrazioni fiscali e i trattamenti di famiglia
- Lotta alla povertà con la pensione di cittadinanza
- La pensione supplementare e il supplemento di pensione
- Occhio alla doppia imposizione fiscale
Primo step: controllare la pensione
A tal fine, la prima cosa da fare è quella di controllare l'effettivo importo della propria pensione, sia lordo che netto, e scoprire quali sono le diverse voci che lo compongono.
Avere chiarezza sul punto, infatti, è il presupposto imprescindibile per scoprire se si ha diritto ad accedere ai diversi trattamenti messi a disposizione dall'Inps.
A tal fine, occorre quindi accedere al portale dell'Istituto e, avvalendosi delle credenziali "classiche" (codice fiscale e PIN) o delle credenziali SPID, consultare il servizio "Cedolino pensione e servizi collegati", dove sono presenti i cedolini mensili del proprio trattamento pensionistico e le voci che lo compongono.
Hai diritto ai trattamenti integrativi della pensione?
Con queste informazioni, è possibile sapere se si ha diritto ad accedere alle prestazioni assistenziali o ai benefici economici sui trattamenti pensionistici che l'ordinamento previdenziale riconosce al pensionato che è titolare di redditi al di sotto di certi importi.
Ci si riferisce, ad esempio, alla maggiorazione sociale, all'integrazione al trattamento minimo e alla cosiddetta quattordicesima.
La maggiorazione sociale
La maggiorazione sociale, nel dettaglio, è una prestazione assistenziale riservata ai titolari di importo minimo ultrasessantenni, ultrasessantacinquenni e ultrasettantacinquenni che non superino specifici limiti di reddito fissati dal nostro ordinamento.
L'integrazione al trattamento minimo
L'integrazione al trattamento minimo, invece, è una prestazione spettante a chi ha una pensione il cui importo si colloca al di sotto del cosiddetto minimo vitale, ovverosia di una soglia determinata di anno in anno, che nel 2019 ammonta a 513,01 euro mensili.
La quattordicesima
La quattordicesima, infine, è una somma che l'Inps corrisponde ogni anno, a luglio o a dicembre, ai pensionati che hanno almeno 64 anni di età, sono titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell'AGO o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, il cui reddito complessivo non supera di due volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Attenzione al RED
Il pensionato che gode già di una prestazione collegata al reddito deve dichiarare ogni anno all'Inps i redditi rilevati utilizzando il servizio RED semplificato, attraverso i servizi telematici dell'Istituto.
L'Inps, infatti, esegue annualmente dei controlli per determinare la misura delle prestazioni spettanti per legge ai suoi assistiti. Tuttavia, i pensionati che sono titolari di prestazioni collegate al reddito (tra le quali quelle analizzate nel paragrafo precedente) devono rendere annualmente la dichiarazione reddituale, pena la sospensione e la successiva revoca della prestazione goduta.
Oltretutto, chi riceve dall'Inps delle somme indebite è tenuto a restituirle (anche eventualmente attraverso delle trattenute concordate sulle rate mensili della pensione).
Le detrazioni fiscali e i trattamenti di famiglia
L'importo del trattamento goduto dal pensionato può crescere anche attraverso eventuali detrazioni fiscali o con l'erogazione di trattamenti di famiglia.
Questi ultimi sono costituiti, ad esempio, dagli assegni per il nucleo familiare (vai alla guida: "Assegni familiari: quando spettano e a chi") e dagli assegni familiari (vai alla guida: "Gli assegni familiari").
Lotta alla povertà con la pensione di cittadinanza
I nuclei familiari composti esclusivamente da persone che hanno compiuto l'età pensionabile o da persone con più di 67 anni di età e disabili gravi o non autosufficienti possono beneficiare della pensione di cittadinanza, che è una prestazione economica mensile, esente da tasse, sorta con il fine di contrastare la povertà dei soggetti non più giovani.
Ai fini dell'erogazione della presente prestazione, è considerato al di sotto della soglia di povertà, se il nucleo familiare è composto da un solo soggetto, chi gode di un reddito inferiore a 780 euro mensili. Tale soglia si eleva progressivamente all'aumentare del numero di componenti del nucleo (vai alla guida: "La pensione di cittadinanza").
La pensione supplementare e il supplemento di pensione
Il pensionato titolare di pensione a carico di un fondo sostitutivo, esclusivo o esonerativo dell'AGO che può far valere una contribuzione accreditata nell'AGO insufficiente a perfezionare il diritto a un'altra pensione tenendo conto dei requisiti contributivi può invece beneficiare della pensione supplementare, che si aggiunge al trattamento già goduto.
Diverso è il supplemento di pensione, che è un incremento della pensione che può essere liquidato tenendo conto dell'eventuale contribuzione relativa a periodi successivi alla data di decorenza della pensione medesima.
Occhio alla doppia imposizione fiscale
Infine, resta da considerare l'ipotesi dei pensionati residenti all'estero, che spesso sono assoggettati alla doppia imposizione fiscale.
A tali soggetti va ricordato che l'Italia ha stipulato con diversi paesi delle apposite convenzioni che permettono di evitare la doppia imposizione. Se si risiede in uno di questi paesi, è quindi bene chiedere all'Inps l'applicazione del regime fiscale previsto dalle predette convenzioni. Così, la propria posizione risulterà di certo alleggerita.
Data: 06/09/2019 10:30:00Autore: Valeria Zeppilli