Come pagare meno tasse se hai una piccola impresa
di Omar Cecchelani - Tra i problemi che maggiormente affliggono gli italiani, senza ombra di dubbio, assume una posizione di rilievo, da ormai molti anni, quello fiscale.
Gli italiani si lamentano, non a caso, di essere costretti a pagare troppe tasse: dagli imprenditori, ai liberi professionisti fino ad arrivare a lavoratori dipendenti e pensionati che, loro malgrado, vedono ridursi drasticamente l'importo netto percepito a fronte di svariate trattenute spesso ignote.
Generalizzando, è possibile affermare, senza paura di essere smentiti, che noi italiani siamo sempre alla ricerca di un metodo per pagare meno tasse, e non sempre troviamo la giusta direzione per poter arrivare indenni al risultato, infatti, sono troppi quelli che per ottenere un risparmio fiscale si riducono ad evadere il Fisco mettendo a repentaglio, addirittura, l'esistenza stessa della propria impresa, la propria fedina penale e i propri risparmi.
Pagare le giuste imposte senza farsi digerire da uno Stato "vampiro" non è semplice ma è davvero possibile soltanto conoscendo bene il nostro sistema fiscale e sfruttando tutte le opportunità che il Fisco offre a buona parte delle categorie di contribuenti ogni anno.
Leggere, documentarsi e impostare la propria strategia fiscale in modo tale da non dover essere costretti ad evadere il Fisco per risparmiare qualcosa è l'unica soluzione per arrivare indenni all'obiettivo.
In queste righe mi occuperò principalmente degli imprenditori, di chi è titolare o ha intenzione, e anche il coraggio, di aprire una piccola o media impresa cercando di fornire alcune semplici soluzioni per evitare di essere sopraffatti dal Fisco e non cadere nell'evasione fiscale.
Scelta della forma societaria e del regime fiscale
Questo è il punto fondamentale perché, come si dice, "chi ben comincia è già a metà dell'opera..." e una scelta consapevole e ponderata circa la forma giuridica e il regime fiscale dell'impresa può davvero cambiare le sorti della stessa sotto svariati punti di vista.
Il consiglio è quello di non scegliere a caso se costituire una ditta individuale, una società di persone o una società di capitali, o solo perché "il commercialista ha detto così...".
Sarebbe, in primo luogo, opportuno analizzare bene il business che si vuole iniziare, stilare un business plan e capire quali siano le prospettive e la propensione al rischio ma, soprattutto, quanto si vuole investire e si presume di fatturare.
Il giro d'affari e il rischio di impresa sono variabili fondamentali nella scelta di una forma giuridica con meno adempimenti ma senza protezione (ditta individuale e società di persone), piuttosto che una società di capitali che, invece, offre una maggior tutela patrimoniale a fronte di maggiori adempimenti e un costo di gestione maggiore.
In linea di massima, possiamo sostenere che con l'aumentare dell'utile si abbassa la convenienza di optare per le società di persone.
Legato a questo discorso c'è anche quello della scelta del regime fiscale, infatti, sarà possibile optare per:
- il regime ordinario;
- il regime IVA per cassa;
- il regime di vantaggio;
- il regime semplificato;
- il regime forfettario.
La scelta del regime fiscale cambierà sostanzialmente il modo di gestire l'impresa e gli adempimenti relativi. Scegliere, in base alle opportunità disponibili condizionate dalla scelta della forma giuridica, il regime fiscale più adeguato alle caratteristiche di un particolare business può davvero far la differenza.
Detrarre e dedurre tutto il detraibile e deducibile
E' fondamentale per una piccola impresa, per l'imprenditore e i soci, conoscere tutte le spese che possono dar luogo a deduzioni o detrazioni fiscali.
Il nostro ordinamento, infatti, seppur molto propenso a tassare in maniera spropositata i suoi contribuenti, offre soluzioni per risparmiare parecchi euro, proprio a quei contribuenti che sostengono determinate tipologie di spesa nel corso del periodo di imposta.
Conoscere in maniera chirurgica quali costi siano deducibili, ovvero, che sarà possibile sottrarli al reddito lordo comportando così un abbassamento dell'imponibile su cui verrà calcolata l'imposta, e quali costi siano, invece, detraibili ovvero che saranno sottratti direttamente alla totalità delle imposte a debito, potrebbe cambiare sostanzialmente l'esborso fiscale di giugno.
Impostare, fin dalla sua costituzione, un'impresa in modo che possa dedurre quanti più costi possibili secondo il principio di inerenza, è già un primo passo per avere un più amplio margine di movimento. E' pertanto consigliabile ampliare, quanto più possibile, l'oggetto sociale per poter avere uno spettro maggiore di costi inerenti l'attività.
Conoscere e controllare costantemente i numeri della tua impresa
Un buon imprenditore è colui che sa leggere un bilancio e sa interpretarlo a tal punto che lo stesso lo influenzi nelle decisioni che dovrà prendere. Tenere sotto controllo i numeri della propria impresa è come avere costantemente il volante in mano della propria vettura ed essere in grado di sterzare bruscamente quando è il caso di farlo, frenare o accelerare all'occorrenza.
E' importante conoscere il margine netto delle proprie vendite, quali sono i costi che possono ridurre la base imponibile e le imposte da pagare e trovare il modo di sfruttare al massimo questi importi, quanta IVA e quante tasse (compreso gli acconti) si dovranno pagare ogni mese e a giugno, su quali prodotti o servizi si potrebbero incrementare i guadagni e come fare e, soprattutto, a quanto ammonta l'utile della propria attività mensilmente, ecc.
Tenere sotto controllo questi numeri è come accendere la luce quando si è al buio, ma purtroppo, un buon 60% degli imprenditori a queste cose nemmeno pensa. E' fondamentale gestire al meglio la propria attività e trovare le migliori soluzioni affinché questi numeri siano tenuti, costantemente, sotto controllo.
Fare questo ti consentirà di aumentare notevolmente i profitti, prendere le giuste decisioni al momento opportuno e ridurre drasticamente il tuo carico fiscale a fine anno.
Scegliere un buon commercialista
La scelta del commercialista, nella maggior parte dei casi, avviene senza una precisa logica, infatti, ci si affida al professionista consigliato dall'amico o dal cugino che, magari, possiede il banco al mercato o fa il meccanico (con tutto il rispetto per queste professioni), volendo però aprire una start-up che investirà in ricerca e sviluppo, ad esempio, sarebbe opportuno avere dei criteri di scelta diversi.
Con questo non voglio dire che un commercialista che annovera tra i suoi clienti meccanici e venditori itineranti non possa fare da consulente anche ad una start-up nelle nuove tecnologie ma, la scelta dovrebbe basarsi su altri aspetti che di seguito proverò ad elencare.
In primo luogo, sarebbe opportuno che il consulente sapesse le regole, anche le più specifiche relative all'attività che andrà a gestire: non tutte le imprese devono seguire le medesime regole, e trovare un consulente che abbia già avuto, o abbia particolari esperienze, o già altri clienti che svolgono la medesima attività può essere sicuramente un vantaggio.
In Italia, infatti, non tutti i commercialisti possono conoscere nel dettaglio tutte le opportunità che lo Stato offre per le specifiche attività e, troppo spesso, un normale professionista finisce per fornire delle soluzioni generiche e standard che potrebbero non essere la migliore soluzione per determinate tipologie di attività.
Oltretutto, la maggior parte dei commercialisti si limitano a registrare fatture e inviare F24 da pagare senza alcun tipo di pianificazione fiscale, senza alcun consiglio per pagare meno tasse e senza alcun tipo di prevenzione.
E' fondamentale che il commercialista abbia ben chiaro quali siano le normative che regolano la professione dei suoi clienti e sappia consigliare e prevenire le mazzate di tasse che normalmente si devono pagare a giugno. Dovrà aiutare l'imprenditore nel controllo di gestione e fornire ai propri clienti le soluzioni, prima ancora che si verifichino i problemi.
Deve essere chiaro, esaustivo e "parlare come si mangia" non parlare il latino come Don Abbondio o il commercialistese!
Fare investimenti coi tempi e metodi più convenienti
Un buon controllo di gestione consente, nella maggior parte dei casi, di essere in grado di pianificare gli investimenti nel modo più conveniente possibile. Fare un investimento, infatti, significa godere di costi da portare in deduzione, ovviamente, non nell'immediato ma attraverso l'ammortamento.
Acquistare un bene in leasing, ad esempio, oltre a dar la possibilità di pagare a rate cespiti dal costo elevato, consente un ammortamento decisamente più rapido rispetto all'acquisto diretto. Un'opportunità da sfruttare soprattutto per le aziende che hanno margini alti e fanno fatica a trovare dei costi.
Di norma, i canoni di locazione finanziaria sono deducibili in metà tempo rispetto all'ammortamento ordinario che deriverebbe dall'acquisto con altre formule.
Conclusioni
Questi sono soltanto 5 metodi, anzi strategie legali, che possono servire ai piccoli imprenditori per abbattere il loro carico fiscale a fine anno.
Non sono segreti o strategie complesse ma, in linea di massima, rappresentano un modello di gestione di una piccola e media impresa basato sul controllo continuo, la lettura e comprensione dei numeri e, soprattutto, sulla legalità.
La soluzione per pagare meno tasse non è l'evasione fiscale ma la conoscenza, la competenza e il continuo studio e lavoro per migliorare la cultura dell'imprenditore anche in questo ambito che non deve essere solo terreno di studio di commercialisti e consulenti fiscali.
Approfondimento a questo link: Come pagare meno tasse legalmente
Data: 09/09/2019 11:00:00Autore: Omar Cecchelani