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La clausola di assoluto silenzio in condominio

I rumori eccessivi rappresentano una delle principali cause di diverbio tra condomini. Molti regolamenti di condominio prevedono quindi la clausola di assoluto silenzio


di Valeria Zeppilli – I rumori molesti sono una delle principali cause di litigio tra condomini: lavatrici, stereo, tv ad alto volume, aspirapolvere rappresentano spesso l'oggetto di accesi diverbi tra chi li utilizza e chi, invece, pretende che, quando si trova tra le mura domestiche, il silenzio regni sovrano.

Proprio per la portata che assume la questione, sono sempre più numerosi i regolamenti condominiali che prevedono la cd. clausola di assoluto silenzio.

Cos'è la clausola di assoluto silenzio

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Si tratta di una previsione che obbliga i condomini a evitare qualsivoglia forma di rumore in determinate fasce orarie, di norma coincidenti con quelle dedicate al riposo. Ovverosia le ore notturne e, in alcuni casi, anche quelle del primo pomeriggio.

Ad esempio, con la clausola di assoluto silenzio si può vietare ai condomini di fare rumore dalle 22 alle 7 del giorno successivo e dalle 14 alle 16.

Cosa si intende per silenzio assoluto

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Non sempre, però, è chiaro il concetto di silenzio assoluto, che, in caso di contenzioso, potrebbe quindi essere interpretato dai giudici in maniera non univoca.

In linea generale, deve ritenersi che violano la clausola che lo prevede coloro che, negli orari contemplati, azionano la lavatrice o la lavastoviglie, suonano uno strumento, ascoltano la televisione o la radio ad alto volume e così via. Tuttavia, non è oggettivamente possibile pretendere che, nei momenti in cui il regolamento prescrive il silenzio, non si muova nulla e non vi sia neanche una minima emissione sonora.

Clausola di assoluto silenzio: cosa fare in caso di violazione

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Nel caso in cui si ritenga che un condomino abbia violato la clausola regolamentare di assoluto silenzio, la prima cosa da fare è rivolgersi all'amministratore di condominio, rappresentandogli la situazione con un adeguato corredo probatorio.

Sarà l'amministratore, a questo punto, a valutare l'entità della violazione e a decidere se intervenire o meno. Egli, in ogni caso, potrà solo diffidare per iscritto il proprietario inadempiente ed eventualmente, laddove prevista, applicare la sanzione per la violazione del regolamento di condominio di cui all'articolo 70 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile.

Strumenti civilistici

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Per ottenere qualcosa in più, ed essere ad esempio risarciti delle conseguenze subite per l'eccessivo rumore, è invece necessario rivolgersi al giudice azionando i rimedi civilistici.

Il riferimento va subito all'articolo 844 del codice civile, che vieta le "immissioni di fumo o calore, esalazioni, rumori, scuotimenti e simili propagazioni".

Tutela penale

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Nei casi più gravi, potrebbe scattare anche una querela per il reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, di cui all'articolo 659 del codice penale, che punisce con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 309 euro chi "mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone".

Data: 20/09/2019 05:00:00
Autore: Valeria Zeppilli