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Pensioni: quali sono i lavori usuranti

Lavori usuranti: quali sono e che vantaggi offrono per la pensione anticipata, di vecchiaia e per le altre opzioni, i limiti di età e contributivi


Le varie tipologie di lavori usuranti

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I lavori usuranti sono quelli in cui le mansioni, per natura, possono incidere in maniera significativa su vari aspetti, come l'esposizione al rischio professionale o l'aspettativa di vita del lavoratore.

Allo svolgimento di tali mansioni sono ricollegati particolari benefici a livello pensionistico, che permettono a queste categorie di lavoratori di maturare in anticipo i requisiti per andare in pensione.

Vediamo, quindi, quali sono i lavori usuranti in base alla normativa vigente.

In base al decreto legislativo n. 67/2011, che rimanda al decreto del Ministero del Lavoro del 19 maggio 1999 e al decreto legislativo n. 374/1993, rientrano nella nozione di lavori usuranti quelli che implicano lo svolgimento delle seguenti mansioni:

I lavori notturni

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Nell'analisi dei lavori usuranti occorre tenere presente anche i lavori notturni:

Godono dei benefici pensionistici, ma con requisiti leggermente differenti, anche i lavoratori che hanno svolto lavori notturni con turni per un numero di minimo 64 a 71 all'anno e da 72 a 77 giorni all'anno (v. la guida generale sui lavori usuranti).

Lavori usuranti e pensione anticipata: i requisiti 2024-2025

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I lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti possono ottenere il diritto alla pensione anticipata accumulando, tra età e contributi, determinate quote, il cui valore varia in base al tipo di rapporto (dipendente o autonomo) e al tipo di attività (attività usurante o su turni), come specificato nel messaggio INPS n. 812/2024 (sotto allegato).

Queste le quote richieste per i lavoratori impiegati in attività usuranti (per i lavoratori notturni che prestano attività per un numero di giorni lavorativi pari o superiori a 78 all'anno e per i lavoratori notturni che prestano attività per periodi di durata pari all'intero anno):

Quote richieste per i lavoratori notturni su turni e occupati per giorni lavorativi da 64 a 71 all'anno:
  • quota 99,6 per i lavoratori dipendenti con un'età minima di 63 anni e 7 mesi e almeno 365 anni di contributi;
  • quota 100,6 per gli autonomi con un'età anagrafica di 64 anni e 7 mesi e almeno 35 anni di contributi.
Quote lavoratori notturni a turni occupati per un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all'anno:
  • quota 98,6 per lavoratori dipendenti con età anagrafica minima di 62 anni e 7 mesi e almeno 35 anni di contributi;
  • quota 99,6 per lavoratori autonomi con almeno 63 anni e 7 mesi di età e con almeno 35 anni di contributi.

La pensione di vecchiaia

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Si può notare come il requisito relativo all'età rifletta il trattamento di favore operato dal legislatore nei confronti di tali lavoratori.

Per chi ha svolto lavori usuranti come dipendente la pensione di vecchiaia matura a 66 anni e 7 mesi e non a 67 anni, come invece avviene per la generalità degli altri lavoratori.

In tal caso, però, è necessaria un'anzianità contributiva di 30 anni (dei quali almeno 7 relativi a un'attività usurante o notturna svolta negli ultimi 10 anni di attività o, in alternativa aver svolto attività usurante o notturna per almeno la metà dell'intera vita lavorativa).

Altre opzioni per chi ha svolto lavori usuranti

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Giova ricordare, infine, che se il lavoratore che abbia svolto mansioni usuranti ha anche versato un anno di contributi entro il 19° anno di età, può godere della pensione anticipata riservata a determinate categorie di lavoratori precoci, con il solo requisito di 41 anni di contributi.
Data: 07/04/2024 08:00:00
Autore: Marco Sicolo