Nadef 2019, la Corte dei Conti e la lettera della UE
Le valutazioni della Corte dei Conti sulla Nota di aggiornamento del DEF 2019 (Nadef) e la lettera dell'Unione europea
di Roberto Paternicò - Ricomporre la spesa per privilegiare le misure più idonee a sostenere la crescita con investimenti pubblici e la riduzione del carico fiscale su imprese e lavoro, attivando azioni orientate a ridurre il deficit ed il debito pubblico. Queste le indicazioni della Corte dei Conti sulla Nota di aggiornamento del DEF 2019.
La manovra di bilancio, al netto della disattivazione della clausola IVA non chiaramente confermata per il 2020 e per il biennio successivo, è di dimensioni limitate a causa delle crescenti difficoltà del nostro sistema economico. Sarebbe utile indirizzare la natura e la qualità delle misure per incidere in modo positivo sui programmi d'investimento delle imprese e sulle aspettative delle famiglie, senza ulteriori squilibri per i conti pubblici. Le congiunturali condizioni dei tassi di interesse consentono di avviare il rapporto debito/Pil su un percorso di riduzione credibile.
Il contesto economico
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Negli ultimi mesi il quadro macroeconomico è divenuto più fragile, con una negativa dinamica del commercio internazionale. Il volume degli scambi si è contratto tendenzialmente dell'1,4%, anche, per il sensibile rallentamento delle attività nell'Area dell'euro. Il Pil ha registrato un +0,1% versando in un quadro di sostanziale stagnazione. I consumi delle famiglie sono in decelerazione, nonostante il benefico effetto della bassa inflazione sul reddito disponibile reale mentre le insufficienti aspettative di domanda inducono le imprese a ridimensionare i piani di produzione ed a ridurre le scorte di magazzino.
L'insufficiente dinamica della domanda interna è mitigata dall'andamento della bilancia commerciale, con le esportazioni nette che continuano a fornire un contributo positivo (nel secondo trimestre 2019 sono aumentate dell'1,2%) seppur fortemente esposte agli effetti delle guerre commerciali in corso e ai fattori di rischio geopolitico. Si registrano maggiori difficoltà dell'industria manifatturiera e una maggiore capacità di tenuta nel settore dei servizi.
La spesa pubblica
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Resta indispensabile perseguire una riqualificazione della spesa pubblica, puntando al miglioramento dell'efficienza della Pubblica amministrazione con un attento screening sulla qualità dei servizi e ad una più penetrante capacità di misurazione dei risultati raggiunti dai diversi programmi. Solo con un'attenta selezione delle attività da continuare a finanziare è possibile rendere compatibile il sostegno di progetti di investimento con la realizzazione di sistemi e livelli di istruzione e formazione all'altezza dei nostri partner e, naturalmente, liberare risorse per una riduzione dell'onere fiscale.
La spesa per interessi ha registrato la variazione più consistente (-2,7 miliardi), a seguito della rilevante riduzione dei tassi con la discesa dello spread e alla rinnovata politica della Bce. Al risparmio di spesa per interessi di oltre 6,7 miliardi già nel 2020, si aggiunge una flessione della spesa corrente per prestazioni sociali di 2,5 miliardi, da ricondurre principalmente alla modifica delle stime dei costi sia di "quota 100" che del "reddito di cittadinanza". Si tratta di risparmi che sono solo in parte assorbiti dalla revisione in crescita di altre spese correnti.
La pressione fiscale
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La pressione fiscale flette di due decimi di punto rispetto al quadro di aprile 2019 ponendosi (ancora in vigenza della clausola di salvaguardia) al 42,3%. Sul fronte delle entrate, si tende al riassorbimento di sacche di evasione fiscale, anche, con il ricorso a strumenti di emersione spontanea e di misurazione delle capacità contributive dei cittadini e delle imprese. In ogni caso, è necessario un processo di riforma più complessivo che risponda a criteri di equità e semplificazione del sistema e che realizzi un ambiente più favorevole alla crescita.
La lettera della UE del 22 Ottobre 2019
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" Caro Ministro,
desideriamo ringraziarla per la presentazione della bozza del piano di bilancio dell'Italia (DPB), che abbiamo ricevuto il 16 ottobre. In linea con le disposizioni dell'articolo 7 del regolamento (UE) n. 473/2013, la Commissione vorrebbe avere chiarimenti sui criteri del piano di espansione fiscale nel 2020 a fronte dei requisiti del preventivo accordo sul patto di stabilità e crescita.
Il DBP prevede una variazione del saldo strutturale nel 2020 pari a un peggioramento dello 0,1% del PIL, sia a valore nominale sia come ricalcolato dai servizi della Commissione secondo la metodologia concordata, che non è all'altezza dell'adeguamento strutturale raccomandato dello 0,6% del PIL. Il DBP prevede un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta dell'1,9%, che supera la riduzione dello sforzo raccomandato di almeno lo 0,1%. Nel complesso, questi elementi sembrano non essere in linea con i requisiti di politica di bilancio stabiliti nella raccomandazione del Consiglio del 9 luglio 2019, poiché indicano un rischio di deviazione significativa nel 2020 e tra il 2019 e 2020 considerati unitariamente nella raccomandazione del bilancio. Il programma dell'Italia non risulta conforme al parametro di riduzione del debito nel 2020.
Allo stesso tempo, prendiamo atto della richiesta dell'Italia nel DBP di avvalersi della flessibilità nell'ambito dell'accordo preventivo del patto di stabilità e di crescita per tener conto dell'impatto sul bilancio di eventi imprevisti. La Commissione europea, e successivamente il Consiglio, effettueranno una valutazione approfondita della richiesta, tenendo conto dei criteri di ammissibilità.
Saremo lieti di ricevere ulteriori informazioni sulla composizione precisa delle modifiche al saldo strutturale e degli sviluppi della spesa previsti nel documento programmatico di bilancio per il 2020. Queste informazioni ci aiuterebbero a determinare se esiste il rischio di una deviazione significativa dall'adeguamento fiscale raccomandato nel 2020 e nel 2019 e 2020.
Consapevole della discussione nella riunione dell'Eurogruppo del 9 ottobre sulla situazione economica e la posizione di bilancio dell'area dell'euro, la Commissione europea cerca di proseguire un dialogo costruttivo con l'Italia al fine di giungere a una valutazione finale. Gradiremmo ricevere vostri chiarimenti entro il 23 ottobre 2019, per consentire alla Commissione di prenderle in considerazione prima di esprimere il suo parere formale sul vostro DBP. Cordiali saluti"
Autore: Roberto Paternicò